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“Restiamo umani”. L’impresa di Luca Schiera e Dimitri Anghileri sulla Parete Rossa del San Martino

Tra il 2019 e il 2020, i Ragni di Lecco Luca Schiera e Dimitri Anghileri sono riusciti nell’impresa di aprire una nuova via di 10 tiri sul pilastro strapiombante della Parete Rossa del San Martino, la montagna che sovrasta Lecco. Fra imprevisti, disgaggi e lunghi voli è nata Restiamo Umani, una fra le vie di alto livello più impegnative della zona. “Restiamo umani” è anche il titolo del video che racconta questa avventura, disponibile sul canale Youtube dei Ragni di Lecco.

Come si legge nel report di Anghileri – integralmente disponibile sul sito dei Ragni – trattasi di una via che corre “nella parte subito a destra della grossa frana che segna la parete”.

Una via che ha stuzzicato Schiera per anni. “Luchino è anni che ne parla e a me l’idea piace. Non siamo sicuri sulla riuscita, ovviamente, ma proviamo”, ricorda Dimitri. E così nell’inverno 2019 i due partono insieme all’attacco della parete e iniziano ad aprire la via. Fin dai primi tiri la via si rivela tutt’altro che facile. Arrivati a metà della parete sperano che il peggio sia passato. “La parte più difficile dovrebbe essere superata, stare su questo muro per tante ore a volte mi ha fatto venire il voltastomaco: sempre appesi, un ambiente un po’ sotto sopra, non sono mai stato veramente a mio agio forse.”

Per completare l’apertura dei 240 metri di via serviranno, come anticipato, due stagioni con una spedizione patagonica e una pandemia di mezzo. “Abbiamo impiegato molto tempo perché, anche avendo il trapano, non volevamo fare “carpenteria”. Alla fine è uscita una via che definirei sportiva ma con tutti i passi difficili obbligati, da scalare insomma.”

Una volta aperta, l’idea è di salire la via in libera. “Ci rendiamo sempre più conto della bellezza dell’itinerario: tutti tiri difficili, per noi, e una bella varietà di stili: c’è di tutto, dalla placca allo strapiombo a zanche al muro a tacche.” Sarà poi Luca a liberare la via, in giornata. Via che viene ribattezzata “Restiamo umani”, perché?

“Restiamo Umani è il nome che abbiamo dato alla via, è una cosa uscita un po’ così  – spiega Anghileri – . L’apertura è coincisa con un momento storico particolare, la pandemia ci ha fatto vivere giorni nei quali abbiamo visto di tutto, sia in positivo che in negativo, queste due semplici parole creano un messaggio che è bene tenere a mente per il futuro. Dieci anni fa, veniva rapito e ucciso a Gaza Vittorio Arrigoni, il nostro è un piccolo omaggio anche a lui.”

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