Pareti

Nuova via sul Mittelrück, simbolo dell’alpinismo ossolano

Alpinismo nostrano per Fabrizio Manoni, Tommaso Lamantia e Luca Moroni che hanno aperto “Rück n Roll” sulla parete est del Mittelrück, montagna simbolo per l’alpinismo ossolano degli ultimi quarant’anni. Mittelrück è un termine Walser che significa “roccia di mezzo” ed è il nome più utilizzato tra gli alpinisti per identificare il Pizzo Loranco. Tocca i 3363 metri di quota sul confine tra Italia e Svizzera presentando, sul versante italiano, una parete che ha saputo attrarre l’attenzione dei migliori scalatori fin dai primi anni del Novecento. Le ultime vie aperte su questo bel salto roccioso risalgono agli anni Ottanta, questo prima che arrivassero Manoni, Lamantia e Moroni.

“Da tempo negli ambienti alpinistici ossolani si parlava della possibilità di aprire una nuova via” spiega Manoni. “In pochi giorni abbiamo trovato il giusto feeling da cordata e siamo partiti”. L’idea era quella di non incrociare le vie esistenti, aprendo un tracciato completamente indipendente. “Ci siamo trovati in difficoltà nella scelta della linea tra liscioni inscalabili e fessure con intrusioni di lame instabili e pericolose”. Alla fine, grazie a esperienza e buon senso, hanno disegnato una bella linea, “sempre su roccia buona”. Le soste sono state attrezzate con doppio spit e anello di calata mentre sui tiri è stato aggiunto qualche spit “solo dove non siamo riusciti a proteggerci con protezioni mobili”. Nella parte bassa è stato invece aggiunto qualche spit di direzione per indicare la linea seguita. Nasce così una via con uno stile che è un “mix sportivo avventuroso. Credo comunque rimanga una via più avventurosa che sportiva e l’ultimo tiro, un fessurone di 50 metri di 6c un po’ ‘scary’ ne è la degna conclusione”.

40 anni di alpinismo sulla est

Prima che Fabrizio Manoni, Tommaso Lamantia e Luca Moroni mettessero mano alla parete est del Mittelrück sono state aperte solo tre vie su questa bella roccia. Una delle prime salite di stampo alpinistico è quella di Aldo Bonacossa e A.Ravel, saliti per la “Cresta Lago Maggiore” (sperone est). La grande parete est, con il suo liscio e verticale scudo centrale, è stata salita per la prima volta dalle guide e alpinisti valligiani Gian Franco Moroni, Gino Rametti e Dante Valterio il 25 giugno 1966. Il percorso sale sulla destra su un itinerario logico che va a evitare gli strapiombi e le placconate centrali dello scudo.

La seconda via arriva il 9 ottobre 1978 quando i giovani ossolani Graziano Masciaga e Roberto Pe aprono una bella linea sul margine sinistro della parete, chiamata “Diretta”. Nel 1986 è la volta di un nuovo itinerario, la Direttissima, aperto da Roberto Pe e Marco Borgini in due giorni a cavallo di ferragosto. La via passa attraverso lo scudo della parete con un percorso elegante e di grande intuizione. Il tiro chiave è un 7b su spit di piccola sezione e piantati a mano. Il resto solo chiodi normali e protezioni veloci. È considerata la via alpinistica di alta montagna più difficile di tutte le alpi Pennine e Lepontine, non tanto per le difficoltà tecniche, ma soprattutto per l’impegno generale. Dopo rimane solo più un tentativo da ricordare nel 1990, per il resto più nessuno si è avventurato su questa bella parete con intendo esplorativo, almeno fino a oggi.

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