Itinerari

Sei belvedere facili per ammirare tutta la bellezza e la fragilità del Monte Bianco

Il Monte Bianco è una montagna imponente e difficile da qualunque versante lo si osservi. Per ammirarlo nel modo migliore, da Chamonix come da Courmayeur, è possibile utilizzare gli impianti di risalita. Chi ama camminare, dalle strade di fondovalle o dall’arrivo di funivie o seggiovie, può scegliere tra numerosi e spettacolari belvedere che si raggiungono a piedi. Luoghi come il Mont de la Saxe, il Lac Blanc o il Brévent figurano nella storia del turismo alpino, e sono stati  utilizzati dagli alpinisti per studiare i loro itinerari sul massiccio. Altri, come il rifugio Bertone al Pré, sono nati grazie all’intelligenza e alla passione di imprenditori (in questo caso la guida Renzino Cosson) che hanno saputo trasformare un alpeggio in un punto di appoggio prezioso. 

Da qualunque parte si osservi il massiccio, ci si rende conto immediatamente del ritiro sempre più rapido dei suoi ghiacciai. La Mer de Glace si ritira nel fondo della sua valle, le colate della Brenva, dei Bossons, di Planpincieux e di Pré-de-Bar si riducono sempre più rapidamente. La meraviglia c’è ancora, ma salire a questi belvedere aiuta a capire come si stanno trasformando le Alpi.    

Il Brévent e il rifugio di Bellachat

(dislivello 370 metri, 1.45 ore a/r, T)

Il Brévent, 2525 metri, offre il panorama più completo sul versante francese del Monte Bianco e i suoi ghiacciai. Raggiunto da una funivia, offre agli escursionisti tranquilli la piacevole passeggiata fino alla Cantine de Bellachat, che può essere proseguita con una lunga discesa verso Les Houches. Da Chamonix si sale in cabinovia a Planpraz (1999 m) e poi in funivia al Brévent (2525 m). Dopo una sosta sulla terrazza panoramica, si segue a piedi il viottolo che scende a larghe svolte verso le Aiguilles Rouges, lascia a destra il Lac du Brévent e raggiunge il Refuge de Bellachat (2152 m, 0.45 ore), altro magnifico belvedere. La risalita al Brévent richiede 1 ora, per scendere a Planpraz traversando il Col du Brévent occorrono 1.15 ore.   

Dall’Index al Lac Blanc e alla Flégère

(dislivello in salita 70 metri, in discesa 480 metri, 2.30 ore a/r, E)

Le acque turchesi del Lac Blanc, circondate da rocce levigate, offrono uno dei panorami più noti sul massiccio. Notevoli anche gli scorci sulle guglie delle Aiguilles Rouges. Gli impianti della Flégère e dell’Index rendono l’escursione comoda. Da Les Praz-de-Chamonix si sale in funivia alla Flégere (1877 m) e si prosegue in seggiovia fino all’Index (2385 m). A piedi, su un ampio sentiero, ci si dirige a nord-est (destra arrivando) tra i pascoli, con meravigliosi panorami sul Monte Bianco. Scavalcato il largo crinale delle Tête Aubuy si scende a mezza costa fino al lago e al vicino chalet (2352 m, 1.15 ore), in vista della Verte e delle Jorasses. In discesa si segue l’ampio e sassoso sentiero del Tour du Mont Blanc fino alla Flégère (1.15 ore). Il tratto del TMB che scende dal Lac Blanc a Trélechamp, e che offre un interessante percorso alternativo, comprende delle facili scale metalliche. 

Dal Col de Balme al rifugio Albert Ier

(dislivello 550 metri, 3.15 ore a/r, E)

Lo storico rifugio che ricorda il re alpinista, donato dal Club Alpino Belga al Club Alpino Francese, è uno splendido belvedere verso l’Aiguille de Chardonnet e l’Aiguille Verte, l’itinerario di accesso è uno dei più comodi del massiccio. Bellissimi gli scorci sul ghiacciaio di Tour e i suoi seracchi. Da Le Tour si sale in cabinovia a Charamillon (2195 m), da cui un sentiero a mezza costa conduce al Col de Balme (2191 m). Un sentiero segnato sale a mezza costa, tocca il Lago di Charamillon, e aggira (2329 m) un crinale. Un tratto a saliscendi, aereo ma elementare e a tratti attrezzato con mancorrenti, porta alla morena laterale del ghiacciaio, che si risale fino al rifugio (2701 m, 1.45 ore). In discesa occorrono 1.15 ore fino.   

Da La Visaille al Mont Fortin

(dislivello 1050 metri, 5.15 ore a/r, E)

Tra i belvedere sul versante italiano del Bianco il Mont Fortin, proteso verso il Miage e il Lago di Combal, merita un posto particolare. Solitario e isolato, coronato dai resti di casermette in rovina, si raggiunge con un itinerario suggestivo, e faticoso nell’ultimo tratto Da Courmayeur si sale in auto o in bus per la Val Vény fino a La Visaille (1659 m). Si continua a piedi sull’asfalto fino al Ponte di Combal (2020 m, 1 ora). Si piega a sinistra, e si imbocca il sentiero segnato che sale alle baite dell’Arp vieille inferiore e superiore. Prima di queste (2303 m, 0.45 ore) si lascia a sinistra il TMB che traversa verso lo Chécrouit, e si sale entrando in una vasta conca erbosa. Dei tornanti su terreno roccioso portano in cima (2713 m, 1.15 ore). La discesa per lo stesso itinerario richiede 2.15 ore, la deviazione dal Ponte di Combal al Lago del Miage richiede 0.45 ore a/r. Chi cerca un percorso più lungo (2 ore in più) può passare per il Col de Chavannes e il rifugio Elisabetta.    

Dalla Val Ferret al rifugio Bertone

(dislivello 510 metri, 3.30 ore a/r, T/E)

Il rifugio tra le baite del Pré, inaugurato nel 1985 dalla guida Renzino Cosson e dedicato al suo amico e compagno di cordata Giorgio Bertone, è una meta da non perdere per escursionisti e villeggianti, e un frequentato posto-tappa del Tour du Mont-Blanc. Il panorama sul Bianco è sensazionale sia dal rifugio sia dal sentiero. Da Courmayeur si sale in auto o in bus a Planpincieux (1579 m). a piedi si costeggia la strada, si piega a destra all’inizio del sentiero (1600 m) dove il posteggio è stato chiuso e i bus non fermano. Traversata su un ponte la Dora si sale per una strada sterrata (segnavia 31) che sale in diagonale ai casolari di Leuché inferiore (1796 m, 1 ora). Poco dopo si piega a sinistra su un sentiero che sale alle baite di Leuché superiore e a un bivio (1948 m). Verso destra, un comodo e panoramico percorso a mezza costa, aereo negli ultimi metri, porta a una spalla erbosa (2030 m) da cui si scende al rifugio (1991 m, 1 ora). Al ritorno occorrono 1.30 ore, si può anche scendere al Villair superiore e a Courmayeur.    

Da Arnouva al rifugio Elena e al Col Ferret

(dislivello 770 metri, 3.45 ore a/r, E) 

Il Col Ferret, tra la Val Ferret italiana e l’omonima valle svizzera, è scavalcato dal Tour di Mont-Blanc e offre un magnifico colpo d’occhio verso le Grandes Jorasses e il Mont Dolent. Dal rifugio Elena, ottima meta per una breve passeggiata, si scopre il ritiro del ghiacciaio di Pré de Bar. Da Courmayeur si sale in auto o in bus a La Vachey (1642 m). A luglio e agosto Arnouva (1769 m) può essere raggiunta solo a piedi (1 ora) o in bus. Si prosegue sulla strada sterrata (segnavia 25) o per un sentiero più a destra (segnavia TMB) fino al rifugio Elena (2062 m, 1 ora), in vista della parete Est delle Grandes Jorasses. Il sentiero sale all’Alpe di Pré de Bar, tocca la baita in rovina del Tramail de Pré de Bar, poi traversa un vallone e obliqua a sinistra fino al Col Ferret (2547 m, 1.15 ore). La discesa richiede 1.30 ore fino ad Arnouva. Dal Colle si può salire alla Tête de Ferret (2719 m, 1 ora in più a/r). 

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