Itinerari

Sui sentieri della Valtellina tra meli e ciliegi in fiore

I colori della primavera in queste settimane sono più splendenti che mai. E fanno da cornice a escursioni semplici quanto suggestive

Ermanno Olmi, sempre attento alla realtà contadina della sua terra natale, nel documentario Rupi del Vino racconta il duro lavoro degli agricoltori che sono riusciti nei secoli a strappare con grande fatica lembi di territorio alla coltivazione della vite grazie alla costruzione di una serie di terrazzamenti che hanno reso famosa questa parte della Valtellina. Siamo in Lombardia, nella parte centrale di questa lunghissima valle tracciata dal fiume Adda che corre dai monti del Parco dello Stelvio, lungo il confine svizzero, fino al lago di Como.

I terrazzamenti dove si coltivano principalmente le uve Nebbiolo hanno dato vita ad un paesaggio unico, ma in primavera non è la vigna ad attrarre maggiormente l’attenzione ma l’altra tipica coltivazione della zona, quella delle mele. La fioritura dei meleti, il ronzare degli insetti bottinatori e le rade fioriture di pratoline e tarassaco alla base delle piante riempiono di colori e candore il paesaggio, dando vita ad un aspro contrasto con le alte cime ancora innevate delle Alpi Orobie e del gruppo del Bernina/Disgrazia che fanno da corona alla valle.

L’itinerario

Partenza: Tresivio (520 m)
Dislivello positivo: 331 m
Tempo di percorrenza: (da Tresivio a La Gatta): 6.30 ore
Difficoltà: facile

Per apprezzare il paesaggio valtellinese il modo migliore è percorrere in più tappe la Via dei Terrazzamenti, un itinerario di oltre 70 km che collega Sondrio a Tirano seguendo la valle a mezza costa tra vigne e meleti che in primavera insieme ai ciliegi tingono di bianco questa zona.

In particolare la tappa forse più interessante è quella che parte da Tresivio per giungere alla tenuta La Gatta presso il borgo di Bianzone. A Tresivio spicca il bianco edificio del Santuario della Santa Casa Lauretana che rivaleggia con il candore dei ciliegi e dei meleti in fiore che lo circondano. Voluto dalle comunità locali dopo la peste del 1630, quale voto al culto mariano è dedicato alla Vergine Nera.

Il borgo successivo è Ponte in Valtellina il cui nome sembra derivare dal longobardo “Biunte”, che designa un terreno coltivato e recintato, termine che ci racconta anche parte della complessa storia di occupazioni che si susseguirono in questa fertile valle. Al centro del paese la chiesa parrocchiale di San Maurizio, che già all’esterno racconta la sua ricchezza di opere d’arte. Sulla facciata meridionale la meridiana realizzata nel 1879 e il vasto affresco che raffigura San Cristoforo, ascrivibile ad un anonimo del XVI secolo.

Eccoci quindi a Teglio, ricca di testimonianze artistiche tra cui palazzo Besta costruito dalla famiglia omonima intorno al 1433, si è perfettamente conservato fino ad oggi quale splendido esempio di dimora rinascimentale patrizia. Da Teglio la strada scende ripida alla frazione di Somasassa attraversando splendidi frutteti misti a boschi dove ciliegi in fiore rivaleggiano in candore con le frequenti nuvole che punteggiano il cielo azzurro in una valle attorniata da alte montagne che rendono mutevole clima e meteo.

Dalla frazione di Boalzo circondata da meleti e dominata dall’antica chiesa di Sant’Abbondio lo sguardo spazia sulla media Valtellina fino a raggiungere i vigneti terrazzati della tenuta La Gatta. Antico Convento Domenicano cinquecentesco è stata per anni la residenza della nobile famiglia de Gatti, successivamente trasformata dalla famiglia Triacca in azienda vitivinicola.

La Via dei Terrazzamenti è solitamente indicata da segnaletica di colore giallo con apposito logo oltre alle classiche targhette bianco/rosse sempre accompagnate dal caratteristico logo del tracciato. Il rientro è sullo stesso percorso o usufruendo dei collegamenti da Tirano a Morbegno (e i principali paesi lungo la Via dei Terrazzamenti) garantiti dal servizio bus STPS www.stps.it  

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