Itinerari

A piedi in Val d’Ossola lungo la Linea Cadorna, possente sistema difensivo della Prima Guerra mondiale mai toccato dal conflitto

Facile escursione da Ornavasso al Forte di Bara lungo uno dei tratti meno noti della “Maginot italiana” inserita dalla Regione Piemonte nelle Vie Storiche di montagna

La Val d’Ossola, territorio di confine incuneato tra il Canton Vallese e il Ticino, vanta sul suo territorio numerose vie storiche, a nord la Strà Granda, l’Antronesca, la Stockalperweg, la Via dell’Arbola, mentre lungo il confine sud è attraversata dalla Linea Cadorna, che dalla Valle d’Aosta continua nel Verbano, oltrepassa il Lago Maggiore e raggiunge le Alpi Orobie. Il nome di quest’ultima ricorda il Generale Luigi Cadorna, originario di Verbania, Capo di stato maggiore dell’Esercito Italiano durante la Prima guerra mondiale, poi rimosso dall’incarico dopo la disfatta di Caporetto.

Il sistema difensivo venne costruito, tra il 1915 e il 1918 nel timore di una possibile invasione austro-tedesca attraverso la neutrale Svizzera, per proteggere i poli economici e produttivi italiani dalla minaccia della Strafexpediotion. In realtà ciò non avvenne e durante l’intero conflitto la Linea Cadorna rimase inutilizzata.
Il tratto ossolano della Linea Cadorna è entrato nelle “Vie storiche di montagna” della Regione Piemonte ed è facilmente percorribile grazie alle recenti opere di risistemazione e alla puntuale segnaletica.

Oggi questo sistema di mulattiere militari, trincee e fortificazioni offre l’occasione per leggere una pagina straordinaria di una guerra mai avvenuta. Si tratta di un terreno escursionistico, dolce e alla portata di tutti, con un messaggio educativo: dalle strade di guerra ai sentieri di pace”, commenta Paolo Crosa Lenz, scrittore originario di Ornavasso. 

Da Ornavasso al Forte di Bara 


Partenza e arrivo: loc. Punta di Migiandone, Ornavasso (VB)
Dislivello: 295 m
Tempo necessario: 2.30 ore
Difficoltà: facile 

Delle quattro tappe della Linea Cadorna in Val d’Ossola suggeriamo quella che va da Ornavasso al Forte di Bara. Lasciata l’auto al parcheggio della Punta di Migiandone (210 metri), nel cui piazzale troneggia un cannone a testimonianza della storia di questa via, si percorre la strada militare che si snoda con pendenza regolare lungo la montagna, incontrando le prime trincee, le gallerie di accesso e le postazioni per mitragliatrici. Proseguendo si giunge al Forte di Bara (410 metri); una postazione fortificata che ospitava cannoni a lunga gittata per tutelare il sistema difensivo tra Ornavasso e Migiandone. Un luogo perfetto per monitorare e osservare il punto di transito tra l’Ossola meridionale, il Lago Maggiore e il Lago di Mergozzo.

Sul piazzale del Forte si notano ancora un cannone, delle postazioni per mortaio e l’area dell’alzabandiera. In un’area poco distante, durante gli ultimi mesi della Repubblica partigiana dell’Ossola, gli alpini e i partigiani combatterono contro i nazisti. Tra i feriti ci fu anche Fausto del Ponte (futuro senatore della Repubblica) che scrisse con il suo sangue “Viva l’Italia!”

Terminato il giro panoramico presso il Forte di Bara, si consiglia di proseguire verso il bivio della mulattiera A21 in direzione Monte Massone. Dopo aver attraversato due ponti, continuato sulla strada asfaltata per il Santuario del Boden e visitato la chiesa, non è affatto una brutta idea fermarsi alla “Trattoria del Boden” e assaporare le tradizioni gastronomiche locali.

Lungo la discesa verso Ornavasso, prendendo alcune scorciatoie, si incontrano la Torre e la Chiesa della Guardia, due testimonianze del notevole patrimonio storico locale. Arrivati al vecchio cimitero si continua a percorrere la strada che scende sotto la Chiesa, e dirigendosi verso il Laghetto delle Rose, costeggiando le pareti di arrampicata, si raggiunge il piazzale di partenza.

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