Alpinismo

Nanga, ancora nebbia: slitta il recupero

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FAIRY MEADOWS, Pakistan — E’ rimandato a domani il recupero di Walter Nones e Simon Kehrer, bloccati anche oggi dalla bufera ad una quota di 6.600 metri. I due alpinisti, questa mattina, non si sono mossi dal punto in cui hanno bivaccato perché la visibilità, in quota, era pari a zero a causa della nebbia. Al campo base, però, il tempo va migliorando e le previsioni atmosferiche, buone per domani, lasciano sperare in una soluzione della vicenda tra ventiquattr’ore.

“Ci basterebbero due ore per vedere dov’è la cresta bassa – ha detto Nones poco fa ad Agostino Da Polenza -. O anche solo 10 minuti di schiarita per riuscire a fare una foto al ghiacciaio e decidere la linea di discesa. Il problema è che oggi non abbiamo avuto nemmeno quelli. Comunque stiamo bene, non fa troppo freddo”.
 
Walter Nones e Simon Kehrer, oggi, non si sono mossi. Sono ancora nella tenda piantata ieri a 6.600 metri sulla via Bhul, a monte del Rakhiot Peak, bloccati dal maltempo.
 
“Qui al campo base – racconta Gallo – il tempo è sempre stato buono a parte un temporale poco fa. Vedevamo bene la cima del Nanga Parbat, ma loro sono rimasti per tutto il giorno in un nucleo di tormenta che non si è mai spostato”.
 
“Fanno bene a restare lì – commenta Gnaro Mondinelli – perché non vedono niente ed è la scelta più sicura. Purtroppo è una conca di ristagno dove si formano umidità e nebbia. Loro comunque sono stati bravi. Walter  ha ancora una bella voce, non ha perso la testa. Hanno tenda, sacco a pelo e gas e cibo per due giorni, dunque si sono gestiti bene. Ma adesso è importante che inizino ad abbassarsi perché dieci giorni lassù sono tanti”.
 
Purtroppo, le condizioni meteo così instabili hanno reso impossibile anche per oggi il volo degli elicotteri. “E’ tutto rimandato a domattina – spiega Agostino Da Polenza, che coordina l’operazione di soccorso da Bergamo -. All’alba gli elicotteri saliranno al campo base e resteranno in standby in attesa del momento buono per volare lassù a recuperarli”.
 
“Secondo i piloti – spiega Gallo – si potrebbe tentare di recuperarli anche a 6600 metri, se ci fosse visibilità e non troppo vento, con una corda agganciata sotto l’elicottero. Noi l’abbiamo già predisposta, in modo che domani mattina sia tutto pronto. Se riescono a scendere sotto i seimila metri, invece, l’elicottero potrebbe farli salire atterrando”.
 
 
Sara Sottocornola
 
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