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“Winter 8000”, con Bernadette McDonald alla scoperta dell’inverno

Il campo base del K2 è tornato al suo silenzio solitario. La stagione invernale ci ha regalato gioie e dolori, come spesso accaduto negli ultimi anni. Quello dell’inverno è un gioco affascinante e tragico, suggestivo. Prende gli appassionati come fosse un ritorno all’epoca pionieristica dell’Himalaya. In inverno i rapporti umani possono raggiungere l’esasperazione: freddo, cattive condizioni meteo e spazi di vita ristretti non sono mai un buon connubio. Ai campi base si creano rapporti, nascono sfide e si frantumano amicizie. Va sempre così, forse oggi più di ieri. Ma la storia rimane epica, l’inverno è una sfida ai limiti della sopportazione fisica e mentale. Significa determinazione, coraggio, intuito… Chissà dopo quanto i polacchi si sono decisi a iniziare questo assurdo gioco. Ce lo racconta Bernadette McDonald attraverso le pagine di “Winter 8000” (Mulatero editore, 2020).

La firma, che non necessita certo di presentazioni, è sinonimo di qualità. La McDonald ci accompagna in un viaggio sui 14 Ottomila, tira le somme (con spirito sempre inglese) sugli accadimenti alpinistici e umani. Permette di fare un quadro generale su quello che è il mondo delle prime invernali ad altissima quota, profila gli uomini che ci hanno provato, quelli che ci sono riusciti e quelli che sono scomparsi nel tentativo di riuscirci. Non è un caso che l’introduzione titoli “L’arte di soffrire”, una frase semplice che riassume il concetto di stagione fredda sugli Ottomila. “In inverno le temperature sugli ottomila sfidano l’umana comprensione. Fa così freddo che si ha la sensazione di avere i polmoni in fiamme. Le ciglia si cospargono di ghiaccio e si attaccano. La pelle esposta si congela in pochi minuti. Le estremità diventano terribilmente fragili; se stanno troppo ferme o costrette in una qualche posizione, si ghiacciano fino a diventare dure come legno […] è un freddo tale da non mostrare nessuna pietà. Ti avvolge il corpo è la mente e poi comincia, assai lentamente, a insinuarsi. È spaventoso”.

Uscito sul finire del 2020 manca alla narrazione la realizzazione dei 10 nepalesi sul K2, ma forse meglio così. È successo da troppo poco tempo perché sia possibile scriverne analizzando i fatti e gli accadimenti con mente lucida. “Winter 8000” merita di essere letto. È un libro importate per inquadrare come un fenomeno di riscatto sociale polacco sia presto diventato una nuova frontiera per l’himalaysmo.

Titolo: Winter 8000
Autore: Bernadette McDonald
Editore: Mulatero
Pagine: 325
Prezzo: 23 €

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