Turismo

Procida, Ischia, Campi Flegrei: la Capitale della Cultura e i suoi sentieri

Alla fine ha vinto la Campania. L’elenco delle finaliste per il titolo di Capitale italiana della Cultura 2022 comprendeva capoluoghi come Bari e Ancona, e piccoli centri come Cerveteri (Roma) e Pieve di Soligo (Treviso). C’erano città segnate da problemi drammatici come Taranto, con i veleni e la crisi dell’ILVA, e L’Aquila dove i segni del terremoto del 2009 sono ancora fin troppo evidenti. 

Invece è stata scelta Procida, la “sorella minore” di Ischia e Capri, la patria di marinai e ufficiali imbarcati sulle navi di tutto il mondo. Un luogo ricco di architetture tradizionali e di storia, ma dove l’alta densità della popolazione (10.000 abitanti in 4 chilometri quadrati), rende difficile pensare al turismo lento, che è legato soprattutto alla natura. Ma le cose non stanno così. Dopo l’annuncio di Dario Franceschini, Ministro dei Beni Ambientali e Culturali, il sindaco Dino Ambrosini ha definito Procida come una “metafora di tante comunità che hanno riscoperto entusiasmo e orgoglio per i propri territori e vogliono riscattare le proprie terre”. 

Tra i primi a esultare, in Campania e non solo, sono i rappresentanti dell’AIGAE, l’Associazione Italiana Guide Ambientali ed Escursionistiche, che nella regione conta circa 200 associati. La scelta di Procida consentirà di rivalutare il territorio attraverso le attività outdoor e la creazione di itinerari esperienziali, per muovere l’economia locale in chiave di sviluppo sostenibile. E’ la linfa vitale della nostra professione” spiega Davide Galli, presidente nazionale dell’AIGAE. Non vediamo l’ora di dare il nostro contributo. Procida spargerà una luce riflessa sui territori vicini, che offrono mare, montagne, vigneti, acque termali, enogastronomia, cultura e naturalmente sentieri” aggiunge Marianna Polverino, coordinatrice AIGAE in Campania. Le proposte dei soci sono sul profilo Instagram Campania_guideambientali.

Basta uno sguardo a una mappa, per capire che Procida fa parte di un territorio straordinario. L’isola, di origine vulcanica, dista pochi chilometri dal Capo Miseno e dai Campi Flegrei, con i suoi resti antichi e i suoi crateri formati da antichi vulcani. Dall’altra parte, vicinissima, è Ischia, l’isola verde, che sale ai 788 metri del Monte Epomeo. Completano il quadro Napoli e il Vesuvio, e poi le rocce calcaree della Penisola Sorrentina e di Capri, famose tra escursionisti e arrampicatori di tutta Europa. 

Sono nata a Ischia, ho viaggiato nel mondo, ho scelto di vivere e di lavorare qui. Quest’isola è un paradiso per chi ama camminare, soprattutto in primavera, in autunno e d’inverno” spiega ancora Polverino, che lavora con l’agenzia Ischia Hiking. “Qui il turismo escursionistico esiste da decenni. I tedeschi sono sempre stati numerosi, poi sono arrivati inglesi, francesi, americani, finlandesi e norvegesi. Noi guide escursionistiche siamo in nove, ma ci sarebbe spazio per altri”. 

Nel 2020, il Covid-19 ha quasi bloccato l’afflusso di camminatori stranieri, e ha drammaticamente ridotto quello delle scolaresche, una clientela fondamentale per i soci AIGAE. Però abbiamo lavorato lo stesso” prosegue Marianna Polverino. “Al posto dei forestieri abbiamo accolto “clienti di prossimità”, arrivati da Napoli e dalla Campania. Anche molti isolani sono venuti a camminare con noi, e questo ci ha fatto molto piacere”. 

Tra i luoghi più interessanti da scoprire a piedi, oltre alle guglie di roccia lavica dell’Epomeo, Marianna consiglia i meravigliosi vigneti di Piano Liguori, affacciati sul Golfo di Napoli, e la Via dell’Allume, un sale che in passato veniva estratto in molti siti. D’inverno ha un fascino particolare il Sentiero di Tifeo, con le sue fumarole. Sul fertile terreno di Ischia, la vegetazione nasconde rapidamente i sentieri. Per pulirli si danno da fare le guide ambientali, e i soci della sottosezione locale del CAI. “Un contributo importante lo danno anche le capre di due giovani pastori che sono tornati a lavorare sull’isola” conclude Marianna Polverino.

Al di là del mare, sui Campi Flegrei, le cose sono più complicate. Il territorio, come a Ischia, è ricchissimo di suggestioni. Oltre a crateri vulcanici come la Solfatara, gli Astroni, il Gauro (o Campiglione) e il Monte Nuovo, creato in una settimana, nel 1538, da un’eruzione, sono gli straordinari siti archeologici di Baia, di Pozzuoli e di Cuma. Il Parco regionale dei Campi Flegrei tutela 7.350 ettari del territorio. Ma la vicinanza di Napoli, con il suo sviluppo edilizio, è un problema estremamente serio anche oggi. “I sentieri ci sono, ma spesso hanno dei problemi” spiega Stefano Erbaggio, guida AIGAE, che lavora anche nel Museo le Nuvole Scienza, accanto alla ex-Italsider di Bagnoli. Sul Monte Nuovo si sale, ma gli alberi caduti impediscono di scendere verso il cratere. Gli Astroni sono un’Oasi del WWF, e si visitano solo a numero chiuso. Sul cratere del Gauro, i tagli dei boschi rendono difficile camminare” prosegue Erbaggio. “Resta magnifica la zona del Capo Miseno, dov’è possibile raggiungere il promontorio e il Faro camminando lungo la spiaggia”.

La speranza per i prossimi mesi, è che la “luce riflessa” di Procida, Capitale della Cultura per il 2022, attiri nuovi visitatori in tutta la zona. E che, proprio grazie a questo titolo, anche i sentieri di Ischia, dei Campi Flegrei e dell’intera Campania vengano più frequentati, e ricevano gli interventi necessari. 

TRE SENTIERI DI ISCHIA consigliati da Marianna Polverino

Il Sentiero dell’Allume, tra fumarole e vigneti 

(7,5 km, 400 metri di dislivello, E) 

Si parte da Lacco Ameno, tra i vigneti di Crateca e con vista sul Golfo, si prosegue per la fumarola del Pizzone poi ci si inoltra nel castagneto del Rarone tra case rupestri scavate nel tufo e “parracine” (muri a secco). Sul percorso sono le “caulare”, dei pentoloni di argilla e terracotta utilizzati per la lavorazione del minerale. Gli scarti della lavorazione tingono il sentiero di rosa. 

Il Sentiero dei Pizzi Bianchi 

(4,5 km, 420 metri di dislivello in discesa, T) 

Un percorso che scende da Serrara Fontana all’incantevole borgo marinaro di Sant’Angelo. Si attraversano i Pizzi Bianchi, dei calanchi colorati di bianco dall’acqua termale che alimentare le antiche terme di Cavascura, dove si può fare il bagno anche in inverno. La spiaggia delle Fumarole ci sorprenderà con la sua temperatura a 100°, adatta per cucinare. 

Il Sentiero della Sgarrupata 

(6,5 km, 300 metri di dislivello, E) 

Dal borgo di Campagnano si cammina tra i filari di vite Biancolella, il cui vino ha vinto il premio di “miglior bianco d’Italia” al Vinitaly 2019. Il sentiero si snoda lungo i terrazzamenti a picco sul mare, davanti a un panorama sul Golfo che include Procida, il Vesuvio, Capri e Punta Licosa. Oltreil borgo abbandonato di Piano Liguori, si scende nella macchia mediterranea fino alla Baia della Sgarrupata. In estate si può tornare a Sant’Angelo in barca.

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