Gente di montagna

Edurne Pasaban

I tuoi quattordici ottomila sono inconfondibili come te. Sono sì inutili, ma proprio per questo più belli.

Reinhold Messner

 

Ha fatto la storia dell’alpinismo: è la prima donna al mondo ad aver compiuto l’ascesa di tutti i quattordici ottomila della Terra, facendo ricorso in due casi all’ossigeno supplementare. Alpinista, filantropa, ingegnere industriale, professoressa, speaker motivazionale, avventuriera, imprenditrice (ha lanciato a Madrid una sua linea di abbigliamento interamente dedicata alle donne, ha aperto un hotel e un ristorante), Edurne Pasaban ha una personalità eclettica e un talento eccezionale. È tenace, entusiasta e coraggiosa. “Una testa dura”, come dice lei.

Vita privata

Edurne Pasaban nasce a Tolosa, Gipuzkoa, il primo agosto del 1973. Figlia di industriali meccanici, si laurea in ingegneria industriale presso l’Università dei Paesi Baschi e consegue un master in gestione delle risorse umane presso la ESADE Business School. È professore associato presso l’Instituto de Empresa. Il suo primo lavoro è stato come ingegnere nell’azienda di famiglia, che produce tagliacarte e avvolgitori, mentre in seguito ha fondato la sua attività, un piccolo hotel e un ristorante nei Paesi Baschi. Ha un compagno, Carlos Correia, con il quale nel 2017 ha avuto un figlio. Oggi Edurne Pasaban unisce alla carriera sportiva l’attività professionale come consulente e relatrice per aziende nazionali e internazionali e per organizzazioni sportive, culturali ed educative.

Principali salite in Spagna ed Europa

Pasaban si è avvicinata alla montagna insieme a suo padre, poi a quindici anni ha iniziato ad arrampicare sulla roccia dei Pirenei con il cugino Asier (futuro partner in diverse salite sugli ottomila). A sedici anni ha scalato molti quattromila delle Alpi, come il Monte Bianco (4.810m) e il Cervino (4.478m). Edurne ha spesso preso parte a diverse attività sportive in montagna, ma inizialmente non ha mai pensato che potessero diventare la sua professione. In seguito ha continuato a scalare sulle Ande, prima di affrontare la sua prima sfida himalayana.

Gli ottomila

L’alpinista basca ha raggiunto la vetta dello Shishapangma (8.027m) il 17 maggio del 2010, diventando la prima donna della storia a scalare tutte le quattordici montagne di oltre ottomila metri del Pianeta. Un progetto inseguito per dieci anni.

A 28 anni, nel 2001, Edurne Pasaban ha scalato il suo primo ottomila, l’Everest (8.848m), con l’ausilio dell’ossigeno, che utilizzerà solo in un’altra occasione, nel 2009, durante la discesa dal Kangchenjunga quando, esausta e stremata da una bronchite, rischierà molto. Aveva già tentato la salita sul tetto più alto del mondo altre due volte, nel 1999 e nel 2000, senza successo. In un unico anno, il 2003, l’alpinista ha raggiunto le vette di tre ottomila: il Lhotse (8.516m) e i due Gasherbrum (Gasherbrum I 8.068 m, Gasherbrum II 8.035m), un risultato riservato a pochi scalatori d’élite. Chiunque pensasse ancora che Edurne Pasaban fosse solo una ragazza fortunata in montagna doveva ricredersi. Da allora, il mondo dell’alpinismo ha guardato Edurne sotto una luce diversa: la sfida dei 14 ottomila stava iniziando a prendere forma. Nel 2004 la aspetta un’altra dura prova: il K2 (8.609m). La scalatrice basca non era completamente preparata mentalmente, inoltre era difficile non pensare al fatto che nessuna delle sei donne che avevano messo piede su quella vetta fosse ancora viva per raccontarlo. La spedizione sarà un successo, ma si concluderà con una lunga e dolorosa guarigione di Pasaban in ospedale e l’amputazione di due dita. Edurne è tornata in Pakistan nel 2005 raggiungendo il vertice del Nanga Parbat (8.126 metri) e nell’estate del 2007 quello del Broad Peak (8.047m). Sulla via del ritorno ha deciso che poteva e voleva completare la sfida per toccare la cresta di tutti i 14 ottomila e, se possibile, essere la prima donna a farlo. Nel 2008 ha scalato il Dhaulagiri (8.167m) e il Manaslu (8.163m), nel 2009 il Kangchenjunga (8.586m), e nel 2010 l’Annapurna (8.091m) e il Shishapangma (8.027m), vincendo la sua sfida. Tutte le spedizioni di Pasaban sono state supportate e seguite dalla Tve spagnola, che dedica all’alpinismo uno dei programmi principali del suo palinsesto: Al Filo de Lo Imposible: l’alpinista è diventata così un’eroina nazionale.

La Fondazione Non-Profit Edurne Pasaban Mountaineers for the Himalayas (MHF)

Edurne Pasaban Mountaineers for the Himalayas (MHF) è una fondazione senza fini di lucro senza alcun legame religioso o politico, che unisce alpinisti con il desiderio di aiutare le comunità locali delle montagne del Nepal, Pakistan, Tibet, India e Bhutan, finanziando progetti relativi all’istruzione elementare dei bambini, gestiti da partner di fiducia locali. L’alpinista basca si era attivata per aiutare la popolazione nepalese immediatamente dopo il terremoto del 2015, recandosi in Nepal e ricostruendo, insieme alla Fondazione che guida, il villaggio di Dhola e di Laprak, in Nepal, che erano stati completamente distrutti.

Onorificenze

Come risultato dei suoi successi, Edurne Pasaban ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui la medaglia d’oro al merito sportivo e, nel 2011, il premio Regina Sofia come miglior sportivo dell’anno. Edurne Pasaban ha anche vinto il premio del National Geographic “Adventurer of the Year: il riconoscimento le è stato assegnato, attraverso la votazione del pubblico, perché con il compimento delle scalate dei quattordici ottomila della Terra ha rappresentato meglio di tutti lo spirito d’avventura nell’anno 2010.

Curiosità

La coreana Oh Eun-Sun sembrava aver completato l’impresa di diventare la prima donna al mondo in vetta ai quattordici ottomila del Pianeta venti giorni prima di Edurne Pasaban, ma il primato le è stato tolto dalla sua stessa Federazione alpina coreana che ha constatato il falso operato da Eun-Sun sulle foto della cima del Kangchenjunga nel 2009.

Libri

Edurne Pasaban, Josep M. Pinto, Quattordici volte ottomila, Corbaccio, 2012.

Gli uomini ti guardano tutti. Se dico che sono salita a campo 1 in un’ora, io so che il giorno dopo salterà fuori uno che vuole salire in 50 minuti. Fanno il paragone. A molti uomini dà fastidio che alcune donne vadano più forte di loro. L’alpinismo è un mondo in cui il machismo è ancora molto forte, ma è solo una ragione culturale, non fisica

Edurne Pasaban

 

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Un commento

  1. GRANDE LA SPAGNOLA, MA , G R A N D I S S I M I, I CONIUGI BENET/MEROI, VANTO DELL’ITALIA E DELL’ALPINISMO MONDIALE, PER LE LORO SALITE ESTREME, SOLI, SENZA CAMPI FISSI, SENZA OSSIGENO, NEANCHE TANTO GIOVANI, MA GRANDISSIMI E FORTISSIMI!!!!!!!!!!!!! INSUPERABILI!!!!!!

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