Cronaca

Ecrines: scivola e trascina nel vuoto i compagni

immagine

TORINO — Una disattenzione, un piede in fallo, e il tragico volo nel vuoto. E’ successo tutto in una frazione di secondo, e non c’è stata via di scampo per i tre alpinisti italiani precipitati ieri sul massiccio dell’Ecrins, nelle Alpi Francesi, durante la scalata della Meije,  3.983 metri d’altezza. I tre erano legati in cordata e stavano procedendo in conserva lungo un canale: uno è scivolato e ha trascinato con sè i compagni.

I tre alpinisti, tutti trentenni e a quanto pare istruttori del Cai, stavano compiendo la traversata della Meije: erano partiti dal Refuge du Promontoire ed erano diretti al Refuge de l’Aigle. L’incidente è accaduto a circa 3.400 metri di quota, intorno a mezzogiorno, sul Couloir Duhamel: un tratto di roccia che dai soccorritori è stato definito "piuttosto facile".

Secondo le prime ricostruzioni, a scatenare la tragedia sarebbe stata una "banale" scivolata del primo di cordata che, perdendo l’equilibrio, ha trascinato nel vuoto i compagni. Sono precipitati per circa 400 metri e sono tutti morti sul colpo.

Una guida alpina francese di La Grave, che si trovava poco avanti a loro, ha udito le urla, il sibilo della caduta e lo schianto. Ha chiamato immediatamente i soccorsi, giunti sul posto pochi minuti dopo con l’elicottero dell’Alpe d’Huez. Purtroppo, non c’è stato nulla da fare.

"Ero davanti a loro – ha detto la guida alpina al quotidiano La Stampa – ogni tanto mi giravo per guardarli. Poi ho sentito quel sibilo, qualcosa che somigliava ad un urlo. Mi sono girato e non c’erano più: mi si è gelato il sangue. Sono rimasto immobile per un po’, sperando di vederli spuntare da un costone, poi c’è stato un tonfo ovattato. Erano loro, non c’erano più dubbi".

La Meije è una vetta difficile, una delle ultime delle Alpi ad essere state scalate. Poco conosciuta al grande pubblico, la traversata delle sue guglie è piuttosto nota tra gli scalatori desiderosi di cimentarsi su vie impegnative che presentano diversi tratti di arrampicata.

"La salita è dura – hanno detto sia i soccorritori che la guida alpina alla stampa . Ma con ogni probabilità si è trattato di una distrazione, dovuta proprio al fatto che il passaggio era piuttosto facile. Capita spesso di commettere errori quando calano attenzione e concentrazione".

Sara Sottocornola

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close