Alpinismo
Nives Meroi torna al Kangchenjunga
KATHMANDU, Nepal — Nuovo cambio di programma per Nives Meroi e Romano Benet. I due alpinisti tarvisiani lasciano la temibile sud dell’Annapurna e tornano al Kangchenjunga, prima meta designata dalla coppia e poi abbandonata per via di alcuni disordini che impedivano l’avvicinamento al campo base. La decisione è di ieri: le condizioni della parete sud dell’Annapurna si sono rivelate troppo pericolose.
La Meroi e compagni erano sbarcati a Kathmandu il 16 marzo con l’intensione di dirigersi al Kangchenjunga, ma il 24 dello stesso mese aveva deciso di cambiare meta. Un gruppo di rivoltosi infatti, aveva creato disordini nella zona, e bloccato i portatori della spedizione italiana che stavano salendo al campo base.
E così, la Meroi e Benet avevano deciso di cambiare immediatamente strada, per non perdere giorni preziosi. Nuova destinazione il versante sud dell’Annapurna, un altro ottomila che manca alla collezione di entrambi. All’inizio di aprile erano ai piedi della parete, su cui pensavano di salire, senza ossigeno e in stile leggero, lungo la via dei polacchi.
Ma le difficoltà non si sono fatte aspettare. Come si legge sul sito della Meroi, "le condizioni della parete sud dell’Annapurna si sono rivelate troppo pericolose. I continui crolli di seracchi e i crepacci che si stanno aprendo a vista d’occhio hanno messo in condizione i due forti alpinisti di darsela letteralmente a gambe: il 18 aprile hanno raggiunto il deposito di materiale a 5600 metri, trovandolo a stento in un paesaggio che nel giro di pochi giorni si era completamente trasformato. Non hanno neppure trascorso lì la notte, alto com’era il rischio di crolli, tornando immediatamente alla base della seraccata".
Nuovo cambio di meta quindi. Si torna al Kangchenjunga, dove terminati in fretta gli scioperi, la strada è di nuovo aperta già dall’inizio di aprile. Edurne Pasaban, in corsa, come la Meroi, per diventare la prima donna ad aver salito tutti i 14 ottomila, ha infatti concluso pochi giorni fa il trekking verso il campo base della stessa montagna. La spedizione spagnola inizierà a breve ad attrezzare la parete. La raggiungeranno in un paio di settimane gli alpinisti tarvisiani, partiti oggi dall’Annapurna.
Il Kangchenjunga, la terza montagna più alta della terra, è considerata una delle montagne più difficili da scalare. Fino ad oggi, soltanto due donne sono riuscite a toccarne la cima: l’inglese Ginette Harisson, purtroppo scomparsa sotto una valanga sul Dhaulagiri, e Gerlinde Kaltenbrunner, che questa primavera guarderà al Lhotse.
Valentina d’Angella
Foto courtesy of www.nives.alpinizem.net