Itinerari

La Lunga Marcia nelle Terre Mutate – di Stefano Ardito

Dodici tappe, un totale di 210 chilometri a piedi. Una trentina di trekker che hanno percorso l’intero itinerario, e altri che li hanno accompagnati per qualche ora o qualche giorno. 

Giornate di cammino tra paesaggi di armonia e di bellezza, dai Piani di Castelluccio fioriti alla conca di Amatrice sorvegliata dai Monti della Laga. 

Ma anche l’incontro con i luoghi feriti dai terremoti, da Camerino a Campotosto e da Amatrice a Pescara del Tronto, ancora chiusa e inaccessibile ai visitatori. E gli incontri, commoventi, con persone e intere comunità ai quali le scosse hanno cambiato (e spesso devastato) la vita. 

Accumoli, la zona rossa

Sono queste le cifre della Lunga Marcia nelle Terre Mutate, il trekking-evento che è partito il 27 giugno da Fabriano e che è arrivato l’8 luglio all’Aquila dopo aver traversato colli e montagne di Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo. Un viaggio di testimonianza e di emozioni, ma che ha lanciato una proposta concreta. 

Quella di trasformare l’itinerario seguito dal gruppo (e che era già stato percorso, con qualche differenza, nell’estate del 2017) in un “cammino”, un percorso di trekking ufficiale. Un itinerario dotato, oltre che di segnavia e cartelli, di posti-tappa accoglienti, in grado di portare vita e lavoro nei luoghi più colpiti dalle scosse. 

All’inizio del 2019 verrà pubblicata una guida. Già adesso, dal sito www.camminoterremutate.org, è possibile scaricare le descrizioni e le tracce gps delle tappe, e molte informazioni utili per chi vuole mettersi in cammino. 

L’edizione 2018 della Lunga Marcia nelle Terre Mutate, organizzata dal Movimento Tellurico e dall’associazione escursionistica APE Roma, ha avuto il supporto di Banca Etica e il patrocinio di FederTrek, del TCI, dei Parchi nazionali dei Monti Sibillini e del Gran Sasso e Monti della Laga, di facoltà universitarie e di buona parte dei Comuni toccati. Nel settore laziale del percorso, hanno dato una mano i soci della sezione di Amatrice del CAI. 

La Lunga Marcia ha radici in altri eventi simili. L’associazione Movimento Tellurico è nata nel 2012, tre anni dopo il terremoto che aveva devastato il capoluogo dell’Abruzzo. Lo scopo era di organizzare la Lunga Marcia per L’Aquila, una settimana di strade sterrate e sentieri da Roma ai piedi del Gran Sasso. 

Negli anni successivi, a seguito di altri eventi drammatici, sono arrivati dei trek diversi. In una occasione il gruppo ha prima pedalato e poi camminato dall’epicentro del terremoto dell’Emilia fino ai monti dell’Appennino centrale e all’Aquila. 

Un altro trekking-evento ha raggiunto il capoluogo abruzzese da San Giuliano di Puglia, in Molise, dove nel 2002 il crollo di una scuola a seguito di una scossa ha ucciso 27 bambini e una maestra. In quest’ultimo caso, ovviamente, il Movimento Tellurico voleva sottolineare l’importanza della prevenzione. 

Verso il Santuario della Filetta, nella conca di Amatrice

Tra il 2016 e il 2017, i terremoti che hanno colpito Amatrice, i borghi dei Sibillini e Campotosto hanno riportato l’attenzione sul cuore dell’Appennino. Per gli organizzatori della Lunga Marcia, in qualunque regione ci si trovi, è importante arrivare presto sui luoghi colpiti, prima che “insieme ai muri si sgretolino anche i rapporti umani”. 

Gli incontri realizzati tappa dopo tappa sul percorso, come la proposta di creare un “cammino” ufficiale, servono a ricucire questi rapporti, e ad aiutare la rinascita delle comunità colpite. 

Parlare di terre “mutate”, invece che terremotate, ricorda che il cambiamento è una sfida continua nella vita. E che i mutamenti causati dalle scosse, anche se dolorosi, non devono impedire di andare avanti. 

La Lunga Marcia ha toccato Camerino il 28 giugno, e il 30 ha raggiunto Ussita, una delle località più colpite. Il 2 luglio il gruppo è salito a Castelluccio di Norcia, il 3 è arrivato ad Arquata del Tronto e il 5 ad Amatrice. 

Le macerie di Cossito, frazione di Amatrice

L’indomani, il 6 luglio, l’arrivo dei camminatori a Campotosto, devastata da violente scosse nel gennaio 2017, ha ricordato un sisma quasi dimenticato, anche a causa della concomitanza, in Abruzzo, della tragedia di Rigopiano.  Domenica 8 luglio, la tappa che ha condotto la comitiva dal borgo di Collebrincioni all’Aquila è stata breve, e quasi tutta in discesa. 

All’arrivo nella Villa Comunale, di fronte al Palazzo dell’Emiciclo, sede della Regione Abruzzo, che è stato restaurato e riaperto da poco, i camminatori sono stati accolti da associazioni abruzzesi e romane, e da un concerto dei Solisti Aquilani. 

Hanno completato la giornata, in località Casematte, un brunch e un incontro nella sede dell’associazione 3.32, una delle più attive nei mesi che hanno seguito il terremoto dell’Aquila.   

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