Alpinismo

Ama Dablam: 2 morti per “falsa” corda fissa

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KATHMANDU, Nepal – Sarebbero due gli alpinisti morti sulle pendici dell’Ama Dablam durante la finestra di bel tempo di inizio novembre, scelta da diverse spedizioni commerciali per tentare la vetta. Due incidenti mortali, avvenuti a due giorni di distanza nello stesso punto della montagna, la cui dinamica sembra essere sconcertante: secondo il racconto di alcuni alpinisti, entrambi avrebbero scambiato lo spezzone di una fune per una corda doppia attrezzata. E sarebbero precipitati nel vuoto mentre credevano di scendere in sicurezza.

La notizia del doppio incidente mortale sull’Ama Dablam è arrivata solo oggi alle pagine dei giornali grazie ai racconti di alcuni alpinisti di rientro dalla spedizione e ad alcuni annunci del Ministero del Turismo Nepalese. Nei giorni scorsi, infatti, i report delle spedizioni commerciali dal campo base erano rimasti molto vaghi riguardo l’accaduto ed era trapelata soltanto la notizia di una fatale caduta a 6.300 metri di quota.
 
Ora si sa che l’alpinista deceduto in quel frangente era un francese, di cui è stato diffuso soltanto il nome di battesimo: Jean Marie. Sarebbe morto il 1 novembre, precipitando per diverse centinaia di metri lungo la parete dell’Ama Dablam. Il suo corpo, recuperato dai responsabili della spedizione, è stato recuperato e trasferito a Kathmandu.
 
In quei giorni, precisamente domenica 4 novembre, un altro alpinista sarebbe rimasto vittima di una tremenda caduta, avvenuta nello stesso punto. Si tratta di Wei Cui, un alpinista orientale membro della spedizione commerciale australiana. Ma come è possibile che entrambi siano caduti nello stesso luogo?
 
A questo proposito, è davvero sconcertante la testimonianza raccolta da Everestnews. "Hanno scambiato un pezzo si corda penzolante per una fissa – ha raccontato un alpinista che si trovava sulla montagna, ma che ha voluto restare anonimo -. Era in cima alla Grey Tower, sembrava l’inizio di una doppia attrezzata a cui loro si sarebbero agganciati per scendere. Ma in realtà era solo uno spezzone di 3 o 4 metri. A quanto pare, i due sono precipitati nel vuoto alla fine della corda".
 
I responsabili delle spedizioni commerciali per il momento, non forniscono spiegazioni sull’accaduto e si limitano a dire che accerteranno la dinamica degli incidenti. Intervistati da diverse fonti sul perchè non sia stata diffusa la notizia dei due incidenti, hanno di aver avuto alcuni problemi con i mezzi di comunicazione e di aver voluto prima sentire le famiglie dei due alpinisti scomparsi.
 
Sara Sottocornola
Foto courtesy Artur Hajzer and Explorersweb

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