Alpinismo

Ein plein sulle Alpi: 82 4000 in 60 giorni

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TRENTO — "Erano 3 anni che inseguivo questo progetto e finalmente il momento che tanto sognavo è arrivato. Sono felicissimo, per me questo grande concatenamento è come un punto di arrivo". Queste la parole di Franco Nicolini, che insieme al compagno Diego Giovannini ha portato a termine la scalata delle 82 cime di oltre 4000 metri delle Alpi in soli 60 giorni. Un primato assoluto e un grande successo realizzato in un tempo record.

Nicolini e Giovannini, in compagnia di Mirko Mezzanotte, erano partiti lo scorso 26 luglio con l’idea di compiere l’impresa che ancora non era riuscita a nessuno: salire gli 82 quattromila delle Alpi in 57 tappe, senza un limite di tempo preciso, seppure entro gli 82 giorni. Ma gli alpinisti trentini alla fine hanno fatto molto meglio: hanno toccato l’ultima vetta alle prime ore della mattinata di ieri, chiudendo la partita in soli 60 giorni.
 
L’ein plein dei 4000 delle Alpi è stato raggiunto da Nicolini e Giovannini, mentre Mirko Mezzanotte, terzo del gruppo è stato costretto a saltare una ventina di cime a causa di un problema a un piede. Dopo qualche giorno l’alpinista si è però ricongiunto agli altri 2 e con loro ha proseguito la marcia che si è conclusa in 60 giorni esatti.
 
Ventidue in meno di quanto aveva preventivato nel progetto originario Patrick Berhault che morì tragicamnete durante la traversata al Taschhorn, lasciando incompiuta la sua missione. E ben 42 giorni in meno dello sloveno Miha Valic che l’anno scorso salì tutti i quattromila in 102 giorni.
 
"Per me era un sogno che inseguivo da tempo – ha dichiarato Franco Nicolini -. Avevamo pensato 57 tappe, non un termine preciso, anche perchè il ritmo di marcia dipende molto dalle condizioni meteo. Non era una corsa contro il tempo, anche se quando si poteva tirare abbiamo tirato. Abbiamo ridotto le ore di permanenza sulle creste e sui punti più difficili, siamo stati veloci".
 
"Volevamo goderci il nostro viaggio – ha aggiunto Nicolini -, e l’abbiamo fatto, seppure mantenendo sempre la concentrazione e l’attenzione, due ingredienti fondamentali in montagna, dove basta poco per rischiare moltissimo. Siamo sempre stati legati, ma per la legge dei numeri, con così tante ore da trascorrere in quota temevo una perdita di concentrazione. Fortunatamente siamo stati bravi ed è andato tutto bene".
 
Parole di grande soddisfazione e felicità anche da parte di Giovannini: "E’ stata lunga, una bella avventura e un bel viaggio. A volte ci chiediamo anche noi come abbiamo fatto a fare così presto" – ha detto sorridendo l’alpinista.
 
Nicolini e Giovannini ricordano la traversata del Taschhorn come uno dei momenti più duri. "Sapere che qui è scomparso Patrick Berhault ci ha toccato – ha detto Giovannini – e anche fisicamente non è stato semplice visto che aveva nevicato e ci abbiamo messo diverse ore".
 
E se Mirko Mezzanotte non può parlare di en plein, l’alpinista trentino appare comunque contentissimo della sua grande avventura. "Io l’ho presa come un’occasione unica per esplorare le nostre belle Alpi, per scoprire le diverse valli e le montagne che le costituiscono. L’ho presa come un divertimento, anche se poi per andare avanti è necessario tanto impegno soprattutto a livello mentale".
 
"Abbiamo salito tante bellissime montagne – ha aggiunto Mezzanotte – ma forse quelle che mi sono piaciute di più sono state l’Aletschhorn e il Bernina, per l’incomparabile soddisfazione di sentirsi arrivati alla fine".
 
 
Valentina d’Angella
 
 
Foto courtesy of franznicolini.it
               
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