Incertezza al Nanga
[:it]ISLAMABAD, Pakistan – Alex Txicon è veramente un prolifico comunicatore d’alta quota, che invia immagini, anche molto belle e commenti, e dovendo noi, per passione e dovere, raccontare questa avvincente storia del Nanga d’inverno, lo ringraziamo.
Tutte le speculazioni attorno all’interpretazione delle foto di Alex può essere buona: guardando in direzione sud, si vedono spuntare fasci di nubi sopra il Mazeno, ma sappiamo, perché oltre a Txicom ci sono i satelliti, che il vento, con tutta la sua potenza e paura, arriverà da nord ovest.
Buona quindi è la seconda foto di Alex, che guarda verso ovest, e che ci fa vedere un cielo velato, preludio in ogni caso di un cambio di situazione atmosferica dopo la giornata splendida di ieri e quella buona di oggi.
Ogni ipotesi lascia, è il caso di dirlo, “il tempo che trova”. Certo, la realtà è molto più cruda delle nostre supposizioni fatte con i sederi piazzati su una sedia e al caldo.
Per quanto riguarda Elisabeth Revol e Tomek Mackiewicz, il loro/nostro informatore, Arslan Ahmed, che dal campo base ci avevano annunciato essere a sceso a fondo valle a Chilas, ci dice che hanno dormito 7200 metri la notte scorsa ed altre informazioni, sempre dal Nanga, ci dicono che alle 10 di stamane erano a 7400 metri. C’è una foto inviata dai Tomek da quella quota, oltre la quale certamente saranno saliti oltre per passare questa notte di vigilia. Di cosa, difficile dirlo, ma Moro informa che Revol e Tomek nel pomeriggio erano a 7300 m. Le quote sono sempre complesse da identificare con esattezza.
Tentare domattina la vetta per i due significherebbe aver dato retta alle previsioni meteo che il loro amico pakistano avrebbe dato via telefono, o comunque aver interpretato i segnali meteo non in senso decisamente negativo; nel caso invece rinunciassero questo significherebbe l’aver ricevuto direttamente informazioni meteo più raffinate, che indicano un drammatico aumento del vento già in queste ore.
La cordata sulla Kinshofer è invece a campo 2, a 6100 mt, e Txicon ci dice con “corda sufficiente per attrezzare fino a campo 3 a 6700m“. L’alpinista informa anche che il tempo “è destinato a non essere stabile come previsto”, ma la loro intenzione di procedere è al momento mantenuta.
Complicato decidere dopo 7 giorni sulla montagna ed ancor di più farlo con la necessaria lucidità, anche se, dai messaggi che invano, questa non sembra mancare.
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Dopo la eventuale vetta, la discesa di altre cordate sulla via attrezzata da Alex Txikon, Nardi & Sapdara, sarebbe dichiarata etica? Se Nardi & Co. Non avessero attrezzato la loro via di fuga, le altre cordate attualmente impegnate in parete /Recol & co. e Nanga Dream) avrebbero osato tanto? Con quali criteri si può valutare la loro eventuale riuscita della scalata? …cosa ne pensa Simone Moro? Intanto buona fortuna a tutti
Dario Alaimo