Broad Peak: Moro fermato dal ghiaccio
Updated ISLAMABAD, Pakistan — Sembrava fosse arrivata l’ora di guardare la vetta da vicino. Invece, la salita di Simone Moro sul Broad Peak si è arrestata a circa 7000 metri, dopo un difficile tratto di ghiaccio che la squadra ha dovuto attrezzare per intero. Ma l’alpinista è soddisfatto del risultato: "abbiamo fatto un passo importante" scrive nel report, giunto in redazione proprio in questi minuti insieme al video della salita.
"Il nostro campo 2 era solo un deposito – prosegue l’alpinista -. Abbiamo speso la giornata ad allestire la tenda, preparando la piazzuola sulla superficie ghiacciata. La notte è stata veramente gelida: 35 gradi sottozero. Abbiamo dormito poche ore. Ma il giorno dopo, come previsto, la giornata era fantastica".
La tregua delle raffiche di quelle ore ha consentito a Moro e ai suoi due compagni pakistani di proseguire verso il campo più alto, ma, purtroppo, non di raggiungerlo.
"Salendo non abbiamo trovato vecchie corde fisse come speravamo – racconta Moro -. Abbiamo dovuto fissare con parsimonia i 200 metri di cordino che avevamo nelle parti più ghiacciate e ripide. Diversamente da come osservato con il binocolo, anche sopra campo 2 ci sono molte sezioni di ghiaccio verde, infido e traditore".
"Purtroppo – prosegue l’alpinista – a circa tre ore i marcia da campo 3 le nostre corde erano finite. Il punto raggiunto però coincide con l’inizio del calo delle pendenze e pensiamo che con 50 o 100 metri di corde dovremmo arrivare sulla superficie camminabile. Abbiamo deciso di scendere direttamente al campo base, perché le previsioni davano forte intensificazione del vento oltre i 7000 metri".
Il corteggiamento di Moro al Broad Peak dura ormai da un mese. Senza contare le settimane passate in bassa quota a risolvere i problemi logistici dei materiali e del trasporto al campo base.
"Il tempo è stato maledettamente brutto – spiega Moro -. Abbiamo avuto notti difficili, ventose e fredde. Dal Nepal mi hanno scritto segnalandomi che questo è l’inverno più freddo degli ultimi 30 anni. Non so se è vero, ma dopo 9 spedizioni invernali, posso garantire che questa è davvero duretta…"
Ma l’alpinista bergamasco non perde la concentrazione e attende paziente al campo base, in attesa dell’occasione giusta per tentare il tutto per tutto.