Alpinismo

La Terra sfida il Nanga Parbat d’inverno

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CASTIGLIONE DELLE STIVIERE, Mantova — Il Nanga Parbat, 8.125 metri, da salire in invernale sul versante Diamir. Forse, addirittura lungo una via nuova, da aprire in stile alpino sull’insidioso sperone Mummery. E’ questo il temerario progetto del giovane alpinista mantovano Simone La Terra.

La Terra è un nome nuovo dell’alpinismo. Ma ha in cantiere progetti tutt’altro che modesti. Quest’estate voleva salire  quattro ottomila nel giro di una stagione: Broad Peak, K2 e i due Gasherbrum. Ma il meteo gli ha consentito di salire solo il Broad Peak (nella foto).
 
Ora, La Terra è già pronto a ripartire. E ha scelto come obiettivo nientemeno che una prima invernale su un ottomila. Le sue mire sono andate a posarsi sul massiccio del Nanga Parbat, precisamente sul suo versante occidentale.
 
La via di salita ancora non è stata decisa, ma le opzioni sono parecchio ambiziose: una via nuova, in stile alpino, lungo lo sperone Mummery. Oppure la salita lungo la via Kinshofer in stile veloce, ma non "alpino" perchè l’esposizione della linea renderebbe necessarie alcune corde fisse per proteggere la discesa.
 
La Terra avrà con sè solo un compagno di cordata pakistano, Mheraban Karim. In più ci sarà lo staff, sempre pakistano, del campo base. Un progetto che ricalca quello che l’anno scorso Simone Moro propose nell’invernale al Broad Peak (e che probabilmente riproporrà nella prossima spedizione, prevista per gennaio 2008).
 
La Terra partirà per il Pakistan molto prima di Natale. "Durante la seconda metà di novembre – racconta La Terra sul sito del suo sponsor – ci alleneremo assieme sui seimila e i settemila della regione di Shimshal, per poi spostarci con l’inizio dell’inverno (21 dicembre) ai piedi del Nanga Parbat".
 
La Terra aveva già tentato la salita al Nanga Parbat l’anno scorso, nel periodo estivo. Ma aveva dovuto rinunciare a 7.500 metri per la neve alta e l’arrivo di una bufera. Nel suo curriculum Himalayano vi sono poi la salita dello Shisha Pangma, l’autunno scorso, del Broad Peak, quest’estate, e di diverse cime di 5000 e 6000 metri in Nepal, oltre a due tentetivi falliti sul Cho Oyu e il Nanga Parbat.
 
Sara Sottocornola

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