Alpinismo

Compagnoni: la difficile rinuncia sul GII

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BORMIO, Sondrio — La prima salita alla Nord del GII: un’impresa storica. Ma per Michele Compagnoni segnata da una difficile rinuncia, quando mancavano solo 150 metri alla vetta. Tutta colpa di un improvvido malessere che lo ha rallentato e costretto a cercarsi, da solo, ad oltre 7500 metri, una via d’uscita alternativa a quell’infernale parete. Ecco i dettagli nella videointervista di Montagna.tv, con immagini inedite della scalata.

L’impresa più importante degli ultimi dieci anni vista da un’altra ottica. Quella di Michele Compagnoni, che ha partecipato all’avventura e, passo dopo passo, ne ha costruito il suo successo insieme a Karl Unterkircher e Daniele Bernasconi. Senza però poter poi condividere con loro la gioia della vetta, mancata per un soffio a causa dell’insistente malessere.
 
Un malessere che però non gli ha impedito di raggiungere quota 7.850, tra pendii ripidi e seracchi pensili, nè di sperare fino all’ultimo nella vetta. Alla quale ha rinunciato solo per sicurezza, per l’ora tarda, per l’arrivo di una bufera annunciata nel giro di poche ore.
 
Una scelta difficile e obbligata, che nulla toglie ai meriti del fortissimo alpinista valtellinese e che anzi, si è guadagnata le lodi di un veterano come Kurt Diemeberger, che ne ha apprezzato la lucidità e la consapevolezza. Doti che salvano la vita, e che, come insegnano le cronache, non è facile mantenere a quelle quote.
 
Ed ecco il racconto, inedito ed esclusivo, di quel lato, ancora sconosciuto, della prima salita alla Nord del GII.
 
 
Sara Sottocornola

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