AlpinismoAlta quota

Un’altra spedizione al Nanga Parbat, Nardi tenta da solo dal versante Diamir

Daniele Nardi in tenda durante la spedizione dell'inverno scorso al Nanga Parbat (Photo Daniele Nardi)
Daniele Nardi in tenda durante la spedizione dell’inverno scorso al Nanga Parbat (Photo Daniele Nardi)

SEZZE, Latina — “Sarò solo quest’inverno al Nanga Parbat, voglio capire cosa si prova ad affrontare una sfida cosi entusiasmante in piena solitudine. Per prima cosa sarà la scoperta di me stesso in questo ambiente maestoso e poi verrà la scalata”. Con queste parole Daniele Nardi annuncia sul suo sito l’imminente nuova spedizione invernale all’ottomila himalayano. L’idea è quella di tornare sullo Sperone Mummery che l’anno scorso aveva salito con Elisabeth Revol fino a quota 6450 metri.

L’annuncio della spedizione è arrivato dopo tutti gli altri, e del resto Nardi ha intenzione di partire più tardi delle altre 3 spedizioni che questo inverno sono impegnate al Nanga Parbat. Ricordiamo infatti che i team che proveranno la prima salita invernale dell’ottomila sono ora 4. Al versante Rupal tentano Simone Moro, David Goettler ed Emilio Previtali, e poi il gruppo polacco di Tomasz Mackiewicz, Marek Klonowski, Jacek Teler e Paweł Dunaj. Sul Diamir c’è invece il tedesco Ralf Dujmovits, al campo base insieme al polacco Darek Zaluski, e quindi anche l’alpinista laziale, che partirà da solo.

“Può sembrare retorico ma mi ha sempre affascinato l’idea di avvicinarmi sempre di più alla pura solitudine per vedere come sarò in grado di reagire alla deprivazione sensoriale – scrive Nardi sul suo sito -. Certo non sarà una solitudine totale, avrò cuoco ed un aiutante al campo base ma sarò completamente solo sulla montagna, no sherpa, no corde fisse no ossigeno durante la scalata. Sento che ci saranno momenti molto impegnativi. Sarà una lotta contro me stesso prima che con la montagna. In questi ultimi 5 mesi mi sono allenato molto duramente sia fisicamente che tecnicamente per prepararmi nuovamente a questa sfida. Indubbiamente se Elisabeth Revol avesse deciso di accompagnarmi nuovamente, come accaduto durante la spedizione 2013, ne sarei stato felicissimo ma purtroppo non può. Spero comunque che all’ultimo momento cambi idea e che magari mi raggiunga al campo base…Inshallah”.

Secondo quanto scrive l’alpinista italiano, l’dea è quella di salire la via che aveva tentato l’anno scorso lungo lo spigolo Mummery, non quindi la via Messner o la Kinshofer che pure salgono sul versante Diamir e che potrebbero essere l’obiettivo di Dujmovits. Nell’inverno scorso Nardi e la Revol avevano raggiunto quota 6450 metri.

Quanto alla decisione di partire ormai a inverno inoltrato, Nardi spiega: “Non mi piace la competizione in montagna, soprattutto su cose cosi delicate e difficili. L’anno scorso al Broad Peak c’è stata una tragedia che non va dimenticata e non va dimenticato quanto siamo sul filo del rasoio li su. Tutto deve essere perfetto. Non posso partire con l’idea di fare le corse per chi arriva primo, lo stile è più importante per me in questo momento. Ho deciso di partire un mese più tardi dell’apertura dell’inverno soprattutto per questo motivo, volevo scrollarmi di dosso la pressione del dover essere il primo, io voglio essere il mio alpinismo e voglio capire se sarò in grado di mantenere questa idea fino in fondo o almeno finché la montagna me lo concederà, quando dirà no tornerò a casa“.

 

Info www.danielenardi.org

 

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