Sicurezza in montagna

Euforia, testosterone ed effetto gregge: ecco le trappole che attirano in valanga

Sulla neve (Photo courtesy Rivista del Cai - montagnasicura.it)
Sulla neve (Photo courtesy Rivista del Cai – montagnasicura.it)

BERGAMO — Com’è che una persona, magari preparata e abituata ad andare in montagna, finisce vittima di una valanga? Ieri abbiamo posto la domanda, oggi diamo spazio a un’interessante articolo scritto da due esperti di nivologia e soccorso, Anselmo Cagnati e Igor Chiambretti, che hanno cercato di classificare i profili psicologici di scialpinisti e freerider e le trappole “euristiche” che inducono anche i più esperti ad esporsi ad un eccessivo rischio di essere travolti da una valanga.

“Euristico” si riferisce al procedimento per il quale le decisioni su eventi incerti vengono affidate a scorciatoie logiche basate su poche regole e/o sulle esperienze precedenti, che evitano al soggetto lo sforzo di analizzare l’intera massa di informazioni sulla quale dovrebbe riflettere. In questi casi contano il fattore umano, del singolo, ma anche fattori esterni come il gruppo,l’organizzazione, i clienti o gli aspetti sociali e politici.

Quali sono le trappole? la troppa familiarità con un luogo, l’eccesso di determinazione nel raggiungere il proprio obiettivo che porta a filtrare solo informazioni positive, la ricerca del consenso sociale (in alcuni casi tradotta dagli scienziati come “testosterone challenge” che scatta fra gli uomini quando nel gruppo c’è una presenza femminile), l’affidamento ad un leader e l’effetto gregge, la competitività sociale, l’euforia per la neve polverosa e la voglia di tracciare per primi l’itinerario (“sindrome del lupo”) e infine l’apprendimento negativo, quando va sempre tutto bene anche se si esce in condizioni di alto rischio.

I due autori descrivono nel dettaglio queste trappole, identificando la tipologia di soggetto più incline al tipo di trappola, dando curiosi esempi di esperienze sul campo, e suggerendo comportamenti da tenere. Descrivono inoltre le tipologie di escursionisti, dall’incompetente al più esperto, identificando dei profili interessanti per un’autovalutazione e una ricerca nel proprio gruppo.

“Qualsiasi attività praticata in ambiente montano innevato è esposta al pericolo di distacco valanghe e conseguentemente al rischio di travolgimento – scrivono gli autori nell’introduzione -. Le statistiche a livello mondiale mostrano una differenza significativa sul rateo di incidenti tra coloro che praticano attività ricreativa sulla neve ed i professionisti.E’ stato accertato che la maggior parte degli incidenti in valanga accadono per errori umani, ma non è ancora stata adeguatamente compresa la dinamica decisionale ed i fattori che la influenzano”. Ecco, quindi, un tentativo di farlo.

L’articolo, intitolato “Il rischio valanghe : fattore umano e trappole euristiche”, è stato pubblicato un paio di anni fa sulla Rivista del Cai, nel numero di aprile del 2010. Ma è reperibile anche online, ai link indicati in calce.

 

Scarica l’articolo completo da: http://montagnasicura.it 

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3 Commenti

  1. Interessante articolo… Sindrome del lupo ed euforia sono dei concetti psicologici per esprimere forse anche la ragione per la quale si cerca nello scialpinismo una fonte di divertimento (ma non solo) di fine settimana. Senza questi la sfacchinata per raggiungere i pendii sarebbe sicuramente piu’ pesante!

  2. E semplicemente aggiungere la sindrome “A me non succede, io sono esperto”? O la presupponenza dell’uomo di controllare tutto e di essere meglio e più forte della Natura?

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