Sempre più interventi del Soccorso Alpino. Ma chi paga?
Nel 2022 il Soccorso Alpino ha effettuato 10.367 interventi di cui solo una piccola parte a carico dell’utente. Ecco quali sono i costi in base alle varie delibere regionali e provinciali.
Il CNSAS, il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, è una struttura del Club Alpino Italiano che effettua i servizi di soccorso in ambiente montano o impervio. Nel 2022 è dovuto intervenire 10.367 volte, con un incremento del 9,8% rispetto al 2021. Da tali numeri è esclusa la Regione autonoma Valle d’Aosta dove il soccorso viene fornito dal Soccorso Alpino Valdostano e i numeri non sono stati pubblicati.
Di questi interventi una buona parte è avvenuta con elicotteri (il 43% ossia 4.439 interventi) dati in dotazione al CNSAS dal Servizio Sanitario Nazionale o altri Enti di Stato. Alcuni interventi sono stati svolti con l’ausilio di unità cinofile. L’impegno ha coinvolto 41.057 tecnici volontari di soccorso.
Le cause degli interventi sono dovute fondamentalmente a cadute, ma operazioni di soccorso sono state effettuate anche a causa di malori, incapacità nelle attività svolte o maltempo. L’aumento dei soccorsi è determinato anche dal maggior numero di persone che utilizzano e-bike o che praticano la corsa in montagna.
Sono 10.125 le persone soccorse, e tra loro si contano 5.823 feriti e 504 persone decedute (+13,5%). La maggior parte sono uomini tra i 50 e i 60 anni. Quindi rimangono quasi 3700 interventi a persone illese, che, come vedremo meglio, non avevano una vera motivazione per richiedere un intervento.
Il soccorso si attiva chiamando il numero di emergenza nazionale 118 a cui risponde il Servizio Sanitario di Urgenza Emergenza Medica (SSUEM), che ha il compito di coordinare tutta la trafila del soccorso sanitario d’urgenza in sede extraospedaliera. È anche possibile utilizzare l’app GeoResQ, sviluppata dal CAI e che dall’inizio di luglio si avvale di un contributo dello Stato.
Chi paga i costi del soccorso
Ogni Regione determina in maniera differente il contributo che deve pagare l’utente per l’attività di soccorso. La regola generale è che le prestazioni di soccorso sono gratuite e totalmente a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Questa regola vale per tutta Italia, a eccezione di Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino, Alto Adige e Veneto.
Nelle regioni dell’arco alpino “bisognerebbe” pagare l’intervento, ma solo nel caso in cui dal soccorso non nasca l’obbligo di ricovero del paziente. Tutte le persone che sono, invece, in pericolo di vita, o con ferite tali da giustificare un intervento d’urgenza potrebbero dover pagare il solo il “ticket”. Il condizionale è d’obbligo perché nella realtà il pagamento non avviene sempre.
La legge Italiana ha disciplinato con l’articolo 11 del DPR 27 marzo 1992 “Onere del trasporto di Emergenza” la fattispecie: “Gli oneri delle prestazioni di trasporto e soccorso sono a carico del Servizio Sanitario Nazionale solo se il trasporto è disposto dalla centrale operativa e comporta il ricovero del paziente. Detti oneri sono altresì a carico del Servizio Sanitario Nazionale anche in mancanza di ricovero determinata da accertamenti effettuati al pronto soccorso. Fanno carico al Servizio sanitario nazionale, altresì, i trasferimenti tra sedi ospedaliere disposti dall’ospedale”.
In virtù di tale disposizione normativa molte Regioni del Nord Italia hanno disciplinato che sono a carico del Servizio Sanitario Nazionale solo le prestazioni di emergenza che comportano il ricovero del paziente presso una struttura ospedaliera.
In questo modo la chiamata del 118, con l’attivazione del Servizio di Soccorso per ragioni immotivate, quali la mancanza di situazione di pericolo o la mancanza di giustificazioni sanitarie, comporta a carico dell’utente gli oneri dell’attività di soccorso.
Tra le chiamate inappropriate potrebbe rientrare (come in Piemonte e Veneto) anche l’utilizzo di dotazione tecnica non adeguata, mancato rispetto di indicazioni, divieti o limitazioni, nonché la scelta di percorsi non adeguati alle capacità della persona soccorsa. Nel caso di trasporto contemporaneo di più persone, i costi dell’intervento sono ugualmente ripartiti tra gli utenti.
Ma quanto costa esattamente il Soccorso? Vediamo da Regione a Regione.
Valle d’Aosta, deliberazione n. 1054 in data 4 agosto 2016
La Giunta Regionale ha regolamentato i trasporti sanitari programmati e definito il sistema tariffario dei trasporti sanitari di soccorso e di elisoccorso. In sintesi, in caso di chiamata immotivata o inappropriata (la valutazione è dell’equipaggio di Soccorso) si applica una tariffa forfettaria di 225 € a intervento a carico dell’utente. Se viene usato l’elisoccorso di 120 € a minuto. Nel caso di ricovero nessun costo per la persona soccorsa.
Piemonte, deliberazione della Giunta Regionale 2 novembre 2015, n. 27-2363
Indica come sono a carico della persona soccorsa i costi per chiamata immotivata e inappropriata nella misura di: 120 € per il costo di chiamata; 120 € al minuto per operazioni con elisoccorso; 50 € all’ora nel caso di intervento via terra (costo per ogni ora aggiuntiva di operazioni oltre la prima per ciascuna squadra).
A prescindere se ci sia stato un ricovero ospedaliero, rientrano tra gli interventi a carico dell’utente anche le chiamate inappropriate per l’utilizzo di dotazione tecnica non adeguata, mancato rispetto di indicazioni, divieti o limitazioni nonché scelta di percorsi non adeguati a livello della persona soccorsa.
Quindi anche nel caso di ricovero potrebbero esserci dei costi per l’utente. A oggi, però, pare che tali costi non siano stati mai applicati, anche perché gli interventi inappropriati sono stati pochi. I proventi di eventuali costi di partecipazione alle spese vanno al Servizio Sanitario Nazionale.
Lombardia, Delibera Giunta Regionale 20 novembre 2015 n. X/4340
Sempre nei casi in cui non sussista la necessità di accertamento diagnostico o di prestazioni sanitarie presso un Pronto Soccorso, i costi sono a carico dell’utente in questa misura: prestazione di elisoccorso 1500 €/ora; intervento via terra 95 €/ora. Ci sono riduzioni del 30% a favore dei residenti in Lombardia e incrementi del 30% in caso di comportamento imprudente.
Provincia autonoma di Trento, delibera n. 644 del 5 aprile 2012
In caso di chiamata senza ricovero il costo di un elisoccorso è di 750 € in situazione di grave pericolo ambientale (alpinista bloccato in parete) e per il quale il medico intervenuto non abbia disposto l’invio immediato in un Pronto Soccorso ospedaliero.
In caso di chiamata totalmente immotivata senza ricovero (procurato allarme) il costo dell’elisoccorso varia tra 98 e 140 €/minuto (in base all’elicottero utilizzato). Il pagamento avviene tramite ticket. Inoltre c’è una contribuzione in caso di ricovero con un ticket di 36,15 €.
Provincia Autonoma di Bolzano, Delibera n. 1862 del 27 maggio 2002
Se le operazioni di elisoccorso sono giustificate da esigenze mediche, è a carico dell’utente un ticket pari a 100 € più eventuali costi di pronto soccorso. In caso contrario, se l’intervento non è giustificato da esigenze mediche sono a carico dell’utente i costi totali dell’intervento fino a un massimo di 1.000 €.
Veneto, delibera n. 1411 del 6 settembre 2011
In Veneto, un po’ come in Piemonte, la situazione è articolata: anche chi compie attività che comportano ricovero in Pronto Soccorso (se l’attività svolta è “ad alto rischio di soccorso”) è soggetto al pagamento di una parte dei costi. Rientrano in questa categoria alpinismo su roccia o ghiacciai, arrampicata libera, scialpinismo, speleologia, parapendio o deltaplano anche a motor, salti dal trampolino con sci o idrosci, sci acrobatico, rafting, mountain-bike in ambiente impervio, utilizzo a scopo ricreativo di veicoli a motore e fuoristrada in ambiente impervio. In questo caso il costo è di 200 € per squadra di terra più 50 € l’ora. In caso di elisoccorso 25 €/minuto fino a un massimo di 500 €.
Per chiamata immotivata o mancato ricovero il costo per l’elisoccorso è di 90 €/minuto per un massimo di 7.500 €. Se utilizzate solo squadre di terra il costo è di 200 € + 50€/ora fino a un massimo di 1.500 €.
Abruzzo, L.R. 27 dicembre 2016, n. 42 art. 11
Anche l’Abruzzo ha provato a ribaltare sull’utente i costi del Servizio. La legge di Istituzione Rete Escursionistica Alpinistica Speleologica Torrentistica Abruzzo (REASTA) indica che gli interventi dell’elisoccorso privi di carattere sanitario saranno soggetti alla compartecipazione della spesa da parte dell’utente trasportato, che sarà aggravata se si ravviserà un comportamento imprudente da parte della persona soccorsa. Tale legge ha subito una modifica l’anno scorso, ma che non risulta ancora applicata per quanto riguarda i costi del soccorso.
Aggiornatevi, il numero unico di soccorso è il 112!