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Denis Urubko: una via nuova sull’Everest in stile alpino. In primavera con Alexey Bolotov

Urubko (Photo courtesy desnivel.com)
Denis Urubko (Photo courtesy desnivel.com)

BERGAMO — Una via nuova sulla montagna più alta del mondo, in puro stile alpino, insieme all’alpinista russo Alexey Bolotov. Ecco lo straordinario progetto di Denis Urubko per la prossima primavera sulla vertiginosa parete Sud Ovest dell’Everest: “Lassù, la vera sfida sarà sopravvivere”, dice l’alpinista. L’eccezionale cordata partirà a metà marzo per la spedizione, che si profila senza alcun dubbio essere la più ambiziosa ed emozionante della prossima stagione alpinistica, e forse anche degli ultimi anni.

Urubko, per ora, non vuole “show”, ma semplicemente dedicarsi alla preparazione. “E’ solo un progetto – dice – un tentativo di realizzare un sogno. Forse senza successo… lo vedremo a giugno”. Ma la storia dimostra che per alpinisti come lui, progetti come questo diventano spesso realtà.

Gli abbiamo chiesto come mai l’Everest in stile alpino. “Da molto tempo io e Alexey facciamo alpinismo a livello sportivo – spiega Urubko -. E per noi la sfida più grande è tentare l’Everest da una nuova via in stile alpino. Perchè può essere una salita interessante. Limiti di potenza, massimo dell’altitudine, stile estremo… molte persone sognano una possibilità così fantastica. Noi possiamo provarci, umilmente”.

Lo stile alpino, quindi senza portatori, senza campi preinstallati e senza ossigeno, è notoriamente lo stile preferito da Urubko, che ha concluso la sua collezione dei 14 ottomila proprio con una via nuova in stile alpino sul versante nepalese del Cho Oyu.
Purtroppo, su montagne come l’Everest – dove la presenza massiccia di spedizioni commerciali impone corde fisse e campi preinstallati – è diventato quasi impossibile praticarlo. L’unica strada è quindi aprire una nuova via.

“Quella che vogliamo aprire è una linea molto logica sulla parete Sud-Ovest – spiega l’alpinista kazako -. Pensiamo di salire verticalmente tra il Bonnington couloir e il bastione dei Polacchi. Questa via diretta attrae la mia attenzione da molti anni, su quella parete la spedizione russa all’Everest del 1982 ha fatto la storia. In quell’anno una forte squadra dell’unione sovietica ha conquistato il bastione sudovest, e per tutti gli alpinisti sovietici è stato un simbolo di libertà e di alpinismo vero. Alexey e io proveniamo da quella scuola. Per prepararci contiamo di sfruttare la nostra conoscenza delle valli del Khumbu e di Gokio, da percorrere in trekking. Il campo base sarà quello di tutte le altre spedizioni, anche se l’avvicinamento sarà particolare dal punto di vista tecnico e logistico”.

Alexey Bolotov è un fortissimo alpinista russo. Vincitore del Piolet d’or come Urubko, ha all’attivo una via nuova sul K2: fece parte del team che aprì la linea sulla parete Ovest nel 2007.

“Sono orgoglioso di dire che io e Alexey siamo amici – racconta Urubko -. La prima volta ci siamo incontrati molti anni fa in una corsa al Khan-Tengry. Poi ci siamo incontrati in diverse spedizioni che ci è capitato di affrontare parallelamente all’Everest o ancora al Khan-Tengry, durante i disordini politici a Kathmandu, abbiamo condiviso il soccorso a Inaki Ochoa sull’Annapurna… abbiamo vissuto forti momenti insieme. A mio modesto parere Alexey ha uno spirito di ferro, e può riuscire in questo sogno”.

Sarà più dura della via che hai aperto al Cho Oyu? “L’Everest è molto più alto delle altre montagne – risponde l’alpinista -. In questo caso la difficoltà è davvero quella di sopravvivere. Senza ossigeno, freddo intenso, vento. Pareti di roccia e ghiaccio sconosciute, poche possibilità di ritornare sui propri passi. E’ pura adrenalina. E amiamo questo tipo di sfida. Ma il primo passo è la preparazione, per essere pronti la prossima prossima primavera”.

La partenza è fissata per marzo. “Speriamo di essere pronti a parire a metà marzo 2013 – conclude l’alpinista -. Ci sono molte cose da fare, allenarsi, organizzarsi con i materiali e gli sponsor che ci supporteranno (Camp, The nort face, la banca Financially-Indastry Capital, Acerbis), chiudere molte cose anche nella vita privata. E’ questione di avere abbastanza tempo! E poi, ovviamente, di una buona acclimatazione prima di salire. Augurateci buona fortuna!”.

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6 Commenti

  1. Questo è il vero alpinismo e queste, se si realizzano, sono le grandi imprese che fanno la storia dell’alpinismo.
    Esposizione e difficoltà senza vie d’uscita e compromessi.
    Complimenti e auguri di buona riuscita.

    1. per quanto io possa apprezzare Moro, penso che sia Simone che va con Denis, e non il contrario.

      Urubko è veramente un colosso di alpinista, ce ne sono pochissimi con le sue doti, a mio modestissimo parere.

      😉

      1. se avessi le capacità, i soldi e l’occasione lo farei anche io…….poi si può dire tutto e niente, ma se uno fa alpinismo, non è invidioso e conserva un pò di umiltà un Buona Fortuna non dovrebbe costargli troppo……

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