AlpinismoAlta quota

Arwa Spire, Schäli e Gietl liberano Fior di Vite e lasciano in vetta un ricordo dell’amico scomparso

Schaeli e Gietl in cima all'Arwa Spire (Photo Frank Kretschmann www.funst-projects.de)
Schaeli e Gietl in cima all’Arwa Spire (Photo Frank Kretschmann www.funst-projects.de)

DEHRADUN, India – Lo svizzero Roger Schäli e l’altoatesino Simon Gietl hanno compiuto la prima salita in libera di “Fior di Vite”, la via aperta nel 2002 dallo stesso Schäli e dai connazionali Bruno Hasler e Stephan Harvey sulla parete nord dell’Arwa Spire, la montagna di oltre 6000 metri situata nel Garhwal Himalaya, in India. I due alpinisti hanno portato a termine così l’obiettivo già tentato nella spedizione dell’anno scorso, interrotta a seguito della morte del videoperatore Daniel Ahnen.

“Fior di Vite” è un percorso lungo circa 800 metri, valutato di difficoltà fino a 90° M5 e 7a. Sale in vetta ai 6193 metri dell’Arwa Spire, la cima che insieme all’Arwa Crest e all’Arwa Tower (la più alta del gruppo) costituisce il massiccio dell’Arwa Spire, situato nella parte occidentale del Garhwal Himalaya, nel nord dell’India. Era stato aperto nel 2002 in artificiale da Roger Schäli, Bruno Hasler e Stephan Harvey sull’allora inviolata parete nord, ma già l’anno scorso il forte alpinista svizzero era tornato sulla montagna per cercare di risalire la via per la prima volta in libera. Con lui c’erano il compagno di cordata Simon Gietl, della Val Pusteria, e il videoperatore tedesco Daniel Ahnen.

Arwa Spire (Photo Frank Kretschmann - www.funst-projects.de)
Arwa Spire (Photo Frank Kretschmann – www.funst-projects.de)

Nei primi giorni di maggio 2011 a poca distanza dal campo base, il videoperatore cadde in un crepaccio. Schäli e Gietl lo cercarono per 5 giorni, calandosi personalmente per diversi metri nella fessura, ma senza risultati. Poi dichiararono chiusa la spedizione e tornarono a casa.

Nel settembre 2012 i due alpinisti sono tornati all’Arwa Spire, questa volta in compagnia del fotografo Frank Kretschmann e della guida alpina Andrea Di Donato. Il 28 del mese hanno compiuto in giornata la libera: una volta raggiunta la cima hanno depositato un medaglione consegnato loro da Kretschmann da lasciare in ricordo di Ahnen: secondo quanto raccontato sul blog di Schäli, sul medaglione era inciso Om Mani Padme Hum, un mantra buddista che era stato cantato ad Amburgo durante le celebrazioni in memoria del videoperatore tedesco. In questo modo per Schäli si è chiuso il cerchio della sua esperienza su quella montagna.

Guarda la videointervista a Roger Schäli e Simon Gietl

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