Alpinismo

Glowacz, prima sulla Nord dell’Acopan T.

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CARACAS, Venezuela — Il nome suona di mistico: "Purgatory". Ma l’impresa di Kurt Albert, Holger Heuber, Ivan Calderon e Stefan Glowacz è vera e dura la parete che hanno scalato: l’inviolata Nord dell’Acopan Tepui, 2.200 metri, nella foresta pluviale venezuelana.

Il dream team tedesco-venezuelano ha aperto la via – ad alta difficoltà: VI, 7c – un paio di mesi fa. 
 
L’Acopan Tepui, uno scoglio di roccia arancione che si erge nel mezzo della foresta. E’ ritenuto dagli indigeni la residenza degli dei: da qui l’idea del Purgatorio come nome di battesimo per la via, che ha condotto gli alpinisti sulla vetta non senza tribolare.
 
All’apparenza compatta, durante la salita si svelava tanto fragile da sgretolarsi sotto le dita. Tanto da essere definita "crazy wall" (pazza) dallo stesso Albert, da oltre quarant’anni sulla cresta dell’onda in campo alpinistico.
 
"Solo dopo la prima metà della via – racconta Glowacz nel suo report -, è possibile rinunciare alle corde fisse. Qui l’arrampicata diventa "da sogno". Il tracciato segue una linea naturale di 700 metri (20 tiri in tutto), ma per due terzi è strapiombante.
 
Affascinante l’avvicinamento, fatto con fuori strada, canoa e poi a piedi aprendosi il tracciato nella foresta con tanto di macete.
 
 

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