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Invernali sugli 8000, alpinisti in azione anche al Gasherbrum I

Artur Hajzer al GI (Photo Agna Bielecka - polishwinterhimalaism.pl)
Artur Hajzer al GI (Photo Agna Bielecka - polishwinterhimalaism.pl)

ISLAMABAD, Pakistan — E’ cominciata la sfida alla prima invernale al Gasherbrum I. Entrambi i team, quello polacco capitanato da Artur Hajzer e quello internazionale di cui fanno parte tra gli altri Gerfried Göschl, Alex Txikon, Carlos Suarez e Darek Zaluski, sono arrivati sabato scorso al campo base della montagna, posto a circa 5000 metri di quota. Dopo alcuni giorni spesi a riposare e a sistemare il campo, gli alpinisti hanno sono saliti per qualche centinaia di metri sulla montagna, iniziando così l’acclimatamento.

La squadra polacca è guidata dal capospedizione Artur Hajzer, veterano del gruppo sia per età sia per esperienza, con all’attivo sei ottomila e cinque spedizioni invernali, tra cui la prima assoluta dell’Annapurna. Con lui ci sono Janusz Golab, Adam Bielecki e Agnieszka Bielecka, l’unica donna del team. Gli alpinisti tenteranno di salire in vetta al Gasherbrum I, per la prima volta in inverno, percorrendo la via normale che sale lungo il versante ovest passando dal “Japanese Couloir” posto nella parte alta della parete nord-ovest.

Secondo quanto dichiarato nei giorni scorsi, la spedizione polacca aveva in programma di fermarsi al campo base fino a lunedì, in modo tale da organizzare bene i materiali e accamparsi al meglio. Poi avrebbero cominciato la salita per acclimatarsi. Piani simili anche per il gruppo internazionale di cui fanno parte l’austriaco Gerfried Göschl, gli spagnoli Alex Txikon e Carlos Suarez, il pakistano Nisar Hussein, lo svizzero Hählen Cederic e i polacco Darek Zalusski e Tamara Stys, unica donna del team.

Secondo quanto scriveva ieri Göschl sul suo sito, la squadra è arrivata sabato al base con due giorni di anticipo rispetto alla tabella di marcia. Già domenica però gli alpinisti sarebbero saliti a quota 5600 metri, dove hanno depositato materiali e corde fisse che utilizzeranno poi nella salita.

Più avanti invece le altre spedizioni impegnate sugli ottomila nella stagione invernale. Al K2 ieri un gruppo guidato da Nickolay Totmjanin ha raggiunto un tratto sopra il campo prima di ridiscendere al base, dove nel frattempo sempre martedì è arrivato l’elicottero che ha evacuato Vladimir Belous, a causa dei congelamenti alle dita delle mani.

Al Nanga Parbat Simone Moro e Denis Urubko hanno ricominciato a salire dopo uno stop di alcuni giorni dovuto per prima cosa al lutto per la morte dell’amico Mario Merelli, e poi per un’indisposizione di stomaco di cui ha sofferto l’alpinista bergamasco tra domenica e lunedì. Ieri infine i due alpinisti hanno raggiunto campo 1 a quota 5300 metri, oggi sono arrivati a campo 2 e infine domani vorrebbero arrivare a campo 3.

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