Itinerari

Tra arte e natura della Val Calanca, nel più piccolo Parco della Svizzera

Facile escursione nella vallata italofona dei Grigioni alla scoperta di intatti borghi d’alta quota e notevoli opere di architettura contemporanea

Se desiderate un assaggio di wilderness nei Grigioni svizzeri una buona idea è recarsi nella remota Val Calanca. Si tratta di una laterale della Mesolcina, percorsa dal torrente Calancasca che sfocia nel fiume Moesa, proveniente dal Passo del San Bernardino.

Dal punto di vista orografico la valle è compresa nelle Alpi dell’Adula e dopo il nefasto abbandono del progetto di un parco nazionale nella zona in seguito ai risultati di un referendum popolare, gli abitanti dell’area non soddisfatti da questo risultato hanno iniziato il percorso burocratico per la creazione di un più piccolo parco regionale che tuteli e valorizzi questa splendida valle, all’insegna dello slogan “Bella e selvaggia!” e ci sono riusciti. Il Parco Val Calanca, il più piccolo della Svizzera, è anche il meno densamente popolato e rappresenta il primo parco naturale regionale della Svizzera italofona. La valle è facilmente raggiungibile da Milano in poco più di due ore percorrendo le autostrade svizzere A2 e A13 in direzione Passo del San Bernardino.

Dall’ingresso della valle a Grono sin ai suoi più remoti villaggi come quello di Rossa, è tutto un susseguirsi di testimonianze storico-artistiche e naturalistiche, tanto che il botanico Steiger ha potuto classificare decine di specie autoctone appartenenti alla flora locale. Naturalmente d’inverno non potremo ammirare le splendide fioriture alpine, ma non è difficile che un cervo possa comparire lungo la strada o che un’aquila volteggi tra le vette che ci circondano. Ad Arvigo, uno dei primi paesi della parte alta della valle, l’occhio è catturato dal ponte in pietra sul fiume Calancasca che collega il borgo alla cappella di San Giovanni Nepomuceno.

Dopo soli 4 chilometri nel villaggio di Bodio-Cauco rapiscono lo sguardo le pitture di Johann Jakob Riegg (pittore ticinese e grigionese del 18° secolo) sulla facciata sud di una casa che è situata di fronte alla splendida cappella affrescata della Madonna di Loreto; ma forse le testimonianze artistiche che più incuriosiscono sono nel piccolo borgo di Rossa, il più alto villaggio (tra i 1040 e 1194 metri) della Val Calanca abitato tutto l’anno. Qui la fondazione RossArte con l’intenzione di riportare a nuova vita tre cappelle seicentesche semi-abbandonate ha chiesto all’artista anglo-svizzero David Tremlett di modificarne le pareti esterne con motivi astratti.

Non meno sbalorditivo è il progetto della Swiss House, inconfondibile al centro dell’abitato con i suoi colori rosa e verde, ideata nel 2017 dall’architetto Davide Macullo e dall’artista Daniel Buren con la collaborazione del gallerista Mario Cristiani. Tutto ciò accanto a baite in legno e pietra tradizionali che ancor meglio si possono ammirare inoltrandosi verso il borgo alpino di Valbella a quota 1334 m, raggiungibile d’inverno solo con le racchette da neve, se i bollettini meteo-nivali lo consentono.

Il percorso con le racchette da neve

In Val Calanca oltre alla classica ciaspolata lungo il fiume Calancasca, da Rossa fino al piccolo villaggio di Santa Domenica e da qui il rientro al punto di partenza seguendo il percorso che attraversa il paesino di Augio (166 m di dislivello, 2,35 ore il percorso ad anello), se le condizioni meteo della neve lo consentono, è spettacolare inoltrarsi sempre da Rossa verso il borgo alpino di Valbella costeggiando le gole scavate dal fiume, immergendosi così nei selvaggi silenzi della valle, tra cascate ghiacciate e fitti boschi innevati.

Partenza: villaggio di Rossa (1040 m)
Arrivo: Borgo alpino di Valbella (1334 m)
Dislivello positivo: 294 m
Tempo di percorrenza: circa 2,15 ore a/r
Difficoltà: facile

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