I fratelli Pou danno spettacolo sulle cascate della Norvegia
Due ripetizioni sulla mitica Hydneffosen e tante altre vie di ghiaccio e misto. I due alpinisti iberici stanno vivendo a modo loro l’inverno norvegese
All’inizio di marzo i fratelli Pou sono volati in Norvegia con tanta voglia di inverno e di scalata su ghiaccio e misto. E visto il livello dei due iberici, fin da subito le salite importanti non sono mancate.
L’8 marzo i Pou hanno cominciato la “vacanza” nel Grande Nord ripetendo Storesvullen, una via di 150 m gradata 5+: “Bella cascata, in ottime condizioni, se scali sulla destra come noi abbiamo fatto è un bel 5+. Consigliatissima” hanno scritto sui social.
I due hanno poi salito Seltum, una via di 500 metri, insieme a Pedro e a Bittor Esparta. “Gran giorno di scalata in Norvegia. Abbiamo scalato Seltum in buone condizioni. Abbiamo anche avuto tempo di visitare un’antica chiesa vichinga a Laerdal”.
La Cascata di Hydneffosen
Inarrestabili, e ancora insieme gli Esparta, si sono poi cimentati su una delle cascate di ghiaccio più famose del mondo, Hydneffosen. “Come digerire un labirinto di cavolfiori, colate e muri verticali?” Gli alpinisti ci sono riusciti al terzo tentativo, sulla via Midtinja (WI5/160 m). “Alla fine ce l’abbiamo fatta a salire Hydneffosen, una delle pareti di ghiaccio più imponenti che abbiamo mai visto. 200 metri di muro molto verticale che fa rizzare i capelli…”
I Pou sono poi tornati alla cascata per scalare la via Hoyrelinja (WI6/160 m). “Se due giorni fa ci è sembrata una parete molto difficile, oggi molto di più. Parliamo degli oggetti smarriti, quasi tutti da me” racconta Eneko Pou.
“Appena arrivato al parcheggio mi rendo conto di aver dimenticato il casco, menomale che l’appartamento è a soli 5 minuti in macchina…Iniziamo a camminare e mi colpisce un blocco di ghiaccio sulla testa, rischiando di spaccarmela. Nella caduta rompo uno dei bastoncini. Poi, mentre facevo sicura a mio fratello sul primo tiro, si sono incastrate le corde e per liberarle ho urtato lo zaino con il piede, facendolo precipitare per 200 metri. È una delle giornate più disastrose che ricordo? Certamente sì. Ero molto stanco dopo tanti giorni di attività e non ero concentrato, ma è comunque valsa la pena. A vedere i primi segnali saremmo dovuti scendere, ma abbiamo tenuto duro fino alla fine e, oltre ad aver passato una bella giornata (dipende sempre dai punti di vista) ci siamo anche portati a casa Hydneffosen per il secondo giorno consecutivo”, conclude Eneko.