Gente di montagna

Wolfgang Güllich

“Se la scalata è un’arte, la creatività è la sua componente principale”

Wolfgang Güllich

Uno dei migliori arrampicatori al mondo. Punto. I numeri lo confermano: primo 8B nel 1984 con “Kanal im rucken”, primo 8B+, primo 8C… e primo 9A! Ma Güllich è molto più di qualche cifra e la sua eredità al mondo della scalata è inestimabile, seppur scritta in una breve vita.

Nato in Germania, a Ludwigshafen sul Reno, il 24 ottobre 1960 inizia a scalare a 13 anni dando subito un taglio sportivo all’arrampicata, comprendendo che allenare il gesto specifico è la chiave del successo. La sua muscolatura è così perfetta e completa da essere modello di anatomia in un celebre video in cui, appeso a braccio a 90°, un professore ne indica ogni muscolo con un bastone. Una forza delle dita fuori dal normale gli permette di fare trazioni monobraccio su un dito solo e percorrere con naturalezza il Campus Board, attrezzo da lui inventato e noto in Italia come Pan Güllich, proprio in suo onore.

E’ sua l’intuizione dell’importanza dell’utilizzo di tutto il corpo in arrampicata che è ora alla base di ogni atleta moderno. Ne è un esempio il giovane Alexander Megos che ha preso il testimone da Güllich partendo proprio dalla severa falesia di Frankenjura e da milioni di esercizi al Pan.

I suoi anni di studi ed esperimenti metodici hanno preso forma nel libro “Arrampicata sportiva. Tecnica, tattica e allenamento”.

Dita, esplosività, cuore e coordinazione sono il mix per chiudere i conti con “Action Direct” nel 1991, cinque giorni dopo il suo matrimonio. Una prua strapiombante a 45° nei boschi di Frankenjura con radi buchi per uno o due dita e tacche come rasoi. Una linea impressa nella mente di generazioni di scalatori. Questo è il primo 9A della storia e ha qualcosa di così mistico e sacro che anche i migliori lo approcciano con riverenza e rispetto aspettando il momento giusto per provarlo.

Nel 2023 Stefano Ghisolfi, con alle spalle numerose vie oltre questo grado, ha salito Action directe commentando subito dopo: “incredibile pensare che è stata salita nel ‘91!”, ben due anni prima che lo scalatore torinese nascesse.

Sicuramente la forza fisica è il suo cartellino da visita ma non solo! Per lui il cervello è il muscolo più importante.

Güllich è tenacia, resistenza e desiderio di sfide ed avventure sempre nuove. La sua capacità di controllo psico-fisico è espressa nella celebre foto di Heinz Zak che lo coglie nella prima free solo di “Separate reality” nel 1986, a 26 anni. Pensare di salire slegati una fessura che incide un tetto a 200 metri dal fondovalle è incredibile.

Non solo Alpi e non solo falesia, ma anche Yosemite, Patagonia e Karakorum. Proprio qui, sulla Nameless Tower, più nota come Torre di Trango, vetta di 6251 m, libera la via “Jugoslava” nel 1988 portando in alta quota il concetto di alta difficoltà.

Nel 1989, sulla medesima parete, con Kurt Albert, Christof Stiegler e Milan Sykora, traccia l’epica “Eternal Flame”. La prima libera di questa via è del 2008, ben 20 anni dopo, ad opera dei fratelli Huber che dichiararono: “Chapeau al successo e all’istinto per l’arrampicata libera dei primi salitori. Questa via ha rappresentato un vero arricchimento per l’alpinismo. Con “Eternal Flame” hanno creato la migliore e la più bella via in libera del pianeta. Siamo contentissimi di aver potuto giocare un piccolo ruolo nello sviluppo di questo itinerario”.

In Patagonia, lungo i 1300 metri di granito della Torre Centrale di Trango, Güllich apre “Riders on the storms” in sei settimane di lotta tra il 1990 e il 1991. La libera di questo capolavoro risale all’inizio del 2024, 33 anni dopo! Ad opera di un team di scalatori belgi composto da Siebe Vanhee, Sean Villanueva O’Driscoll, Nicolas Favresse e dall’arrampicatore e fotografo americano Drew Smith, che hanno trascorso 18 giorni in parete toccando difficoltà fino al 7C+ lungo alcune varianti.

Nell’apertura della via, ispirata al celebre brano dei The Doors, il tedesco dai lisci capelli neri è stato accompagnato dai fuoriclasse Bernd Arnold, Norbert Batz, Peter Dittrich e Kurt Albert.

Proprio con quest’ultimo visse 11 anni a Frankenjura, un fatto che dimostra quanto Güllich non fosse incentrato solo su se stesso ma vivesse con il desiderio di condividere ogni esperienza di arrampicata e non. Una grande umanità che sicuramente fu la chiave per la sua crescita personale e lo sviluppo in generale della scalata.

Grazie ai suoi viaggi si confronta con gli altri astri dell’arrampicata sportiva degli anni ‘80 e ‘90 tra i quali Jerry Moffat, Ben Moon, Ron Fawcett, Patrick Edlinger e Francois Legrand. A Güllich si devono tutte le prime salite dal 8B al 9A tranne l’8C+ proprio perché questo grado fu guadagnato da Ben Moon nel 1990 salendo “Hubble”, a Raven Tor, Inghilterra.

Sempre desideroso di sperimentare, non si tira indietro alla proposta di fare da controfigura a Sylvester Stallone in “Cliffhanger- Ultima sfida”, film da oltre 250 milioni di dollari del 1993. Durante le riprese diviene amico di Sylvester, ma ha anche l’occasione di conoscere Ron Kauk, il celebre scalatore statunitense noto per l’apertura di Astroman, in Yosemite.

Chissà quanto altro avrebbe potuto dare al mondo se, quel 31 agosto 1992 a Ingolstadt, a pochi mesi da “Action Direct”, un incidente stradale non lo avesse portato via.

Wolfgang Güllich è e sarà per sempre un grande uomo e scrittore di pagine e pagine del mondo verticale.

Libri

  • Wolfgang Güllich – Action Direct, Tilmann Hepp, edito da Versante Sud, 2019
  • Arrampicata sportiva. Tecnica, tattica, allenamento, Wolfgang Güllich e Andreas Kubin, edito da Hoepli, 1989
  • High life: Sportklettern weltweit, Wolfgang Güllich e Heinz Zak, edito da Bergverlag Rother, 1993

Nell’arrampicata ti trovi sempre di fronte a nuovi problemi che devi superare usando movimenti intuitivi, e poi analizzarli per capire perché funzionano e poi imparano da loro

Wolfgang Güllich

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