Gente di montagna

Jim Bridwell, un autografo e la tolleranza

Il ricordo di un incontro con il leggendario The Bird, la leggenda di Yosemite. Eccessivo, piantagrane, maniaco della precisione e… intollerante

Parlare di Jim Bridwell, “The Bird”, nel mondo del verticale è come parlare di un evangelista nel mondo della religione cristiana. Motore e faro dell’arrampicata “sessantottina” nella Yosemite Valley, Bridwell ha firmato una quantità impressionante di prime ascensioni, prime ripetizioni e ripetizioni in giornata di vie fino ad allora salite in almeno tre o quattro giorni di duro lavoro in parete. Oltre a ciò, ha dato l’avvio al soccorso alpino della Yosemite e, da ultimo, ha inventato una gran quantità di dispositivi e attrezzi per l’assicurazione e soprattutto per la progressione in artificiale.

Noto per la sua loquacità ai limiti della logorrea, dotato di una simpatia travolgente e sapientemente condita di autoironia, soleva firmarsi spesso sulle mail “Old Fart Jim”, ovvero “Jim vecchia scorreggia”. Il suo approccio ottimista e allegro nei confronti della vita era già venuto un po’ meno con il peggiorare del suo stato di salute (epatite C contratta per tatuaggio) seguito da ristrettezze economiche tali da far sì che un gruppo di amici lanciasse un crowdfunding per aiutarlo ad uscire dall’impasse.

Tutto ciò mi era già noto e non vedevo l’ora di entrare in contatto con questo mostro sacro descritto come un gran simpaticone e allo stesso tempo un possibile piantagrane. Per la mia esperienza, due giudizi di segno contrario sono un indicatore di personalità propria e soprattutto della presenza di qualcosa da dire.

Immerso in queste considerazioni arrivo a Sirtori, dove sta per iniziare la serata con Jim e dove Fabio Palma e Giuseppe Zamboni, organizzatori per conto di Sergio Longoni, mi accolgono con un sorrisino di difficile interpretazione. Fabio mi guarda dritto negli occhi:

Luca, lo so che sarà difficile, ma cerca di non prendertela per quello che dice quando parla di politica”.

Annuisco, ma non riesco a capire cosa ci possa essere di così problematico. Sono abituato da sempre a dialogare anche con chi la pensa in modo anche diametralmente opposto al mio, so che  proprio da quel tipo di incontri nascono i frutti migliori.

Non riesco a finire il pensiero che vedo di fronte a me Sua Maestà Yosemitica Jim Bridwell. Gli tendo direttamente la mano e gli rivolgo il mio saluto come chiunque, almeno della mia generazione, avrebbe sempre desiderato fare:

Hi Old Fart Jim!”

Una risata mi rivela una bocca cui mancano un paio di denti ma chiaramente abituata a risate ed allegria sincere.

Iniziamo a chiacchierare. Come al solito cerco di carpire fin da subito il suo modo di esprimersi, in vista della traduzione da fare sul palco. Mi rendo presto conto che è una scheggia impazzita, senza uno straccio di copione per la serata.

Ne approfitto, intanto, per fargli firmare il libro.

Si parla di Jim come di un amante del caos, dell’anarchia di pensiero, dell’assenza di costrizioni, ma nella scrittura come anche nell’esposizione dei concetti di fondo del suo pensiero e della sua passione è metodico e preciso, oserei dire certosino. Non tollera i barocchismi inutili e le ridondanze, anche visive. Ogni cosa deve avere il suo posto e il suo spazio.

Mi piace scrivere con la penna. E mi piace vedere le parole stare assieme in un modo esteticamente armonioso e utile. Come quando vado ad arrampicare. Sai, chiunque abbia scalato con me mi ha sempre detto che sono un maniaco pignolo e rompiscatole. E’ vero. Prima di partire, però, devo avere il materiale ben sistemato all’imbrago. Ogni attrezzo, ogni protezione, tutto va posizionato secondo il preciso ordine di utilizzo durante la salita. Anche i movimenti con cui recupero il materiale devono essere armoniosi, in linea con ciò che sto facendo”.

In quel lasso di tempo, con il mio libro e la penna in mano, è riuscito a scrivere “To Luca”.
Continuiamo a parlare. Vedo che inizia a scrivere “From” ovvero “da parte di”.

Inizia a lamentarsi della sua situazione medica. Mi racconta delle sue traversie e dei suoi eccessi.

Sai, in Yosemite ne abbiamo fatte di cotte e di crude. Veramente di tutto. Beh, non proprio tutto. Però davvero tanto, soprattutto fumo!

E giù una risata. Mi racconta allora l’aneddoto a metà tra la leggenda e la realtà, raccontato anche in Valley Uprising, dell’aereo di narcotrafficanti caduto sopra la Yosemite e di alcuni scalatori locali arrivati sul posto prima di tutti per scoprire che l’aereo era pieno di…roba da fumare in quantità.

La continuazione del racconto vede quegli stessi scalatori passare dall’indigenza totale all’avere una gran quantità di soldi per mangiare e bere prima di fumarsi tutto l’invenduto.

Nel frattempo è riuscito ad apporre la firma, con una precisione spaventosa, chirurgica.
Vedo che vuole scrivere ancora qualcosa, ma anche continuare a chiacchierare.

Ecco, adesso, però, con la politica degli USA, guarda, non mi posso permettere i denti nuovi…

Jim, come molti americani, ha digerito male la carenza di assistenza sanitaria. Mi dà invece da pensare il prosieguo:

Lo sai di chi è la colpa? Di quelli che parlano in un modo che è simile al vostro”.

Prego?”,  rispondo con aria interrogativa.

Ma, sì, degli ispanici. I latinos. Quelli arrivano in massa, non ci sono più soldi e assistenza per noi, tra poco ci faranno parlare spagnolo”.

Ma Jim, dove le culture si incontrano lo scambio porta arricchimento e bellezza

Ma quale bellezza? Quella è America”.

Gli ricordo che Los Angeles è un nome spagnolo e che parte della California era stata fino quasi al XIX secolo un possedimento russo. Mi guarda dritto negli occhi, sorridente.

Sei un uomo di cultura, ma te lo devo dire: io non li sopporto. Io, Jim vecchia scorreggia, sono diventato intollerante. E’ per colpa loro che mi sono mangiato anche la casa”.

Scusa Jim, ma solo con i brevetti di tutte le diavolerie che ti sei inventato per la montagna, e l’arrampicata, avresti di che vivere da nababbo

Ma sei pazzo? Vanno condivise con chi scala! Non bisogna essere gretti, ma generosi!

Ma come riesci a conciliare la tua intolleranza verso chi arriva da voi in cerca di vita migliore e questo tuo altruismo estremo verso gli scalatori?

Mi guarda con occhi quasi lucidi ma sorridenti e intanto mi consegna, finalmente, il libro firmato.

Lo apro, leggo la dedica:

To Luca, from Jim Bridwell. Tollerance of intollerance is implicit”.

“A Luca da Jim Bridwell. La tolleranza dell’intolleranza è implicita”.

Con un sorriso ed un abbraccio, senza altre parole al riguardo, terminiamo poi la serata con una sana bevuta e chiacchiere in allegria.

Jim Bridwell se ne è andato nel 2018, ma mi piace pensarlo in qualche altra dimensione a discutere di Yosemite, Cerro Torre e chissà quante altre montagne, libero ormai anche dall’intolleranza.

Di Jim Bridwell v. The Bird, Milano,Versante Sud, 2008.

Il resto dell’incontro e della discussione è raccontato invece in L. Calvi, Lost in Translation, Roma, Edizioni del Gran Sasso, 2023.

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