Libri

Cinque libri da mettere sotto l’albero di Natale

La storia, le immagini, i racconti, gli approfondimenti, le domande. In libreria la montagna è sempre protagonista. Ecco qualche idea per un regalo. Intramontabile ma, speriamo, gradito

Immagine creata con Intelligenza Artificiale @Adobe Firefly
Immagine creata con Intelligenza Artificiale @Adobe Firefly

Il momento delle strenne è arrivato. Mai come in questi giorni le librerie sono affollate, di persone e di titoli. Tanti, forse troppi, comunque abbastanza per perdersi. Noi ne abbiamo scelti cinque, appositamente molto diversi tra loro, tra quelli usciti di recente e di cui montagna.tv non aveva ancora parlato. E che, secondo noi, sarebbe bello trovare (o far trovare) sotto l’albero.

The climbers – Jim Herrington (Antiga edizioni)

The Climbers
The Climbers

Sessanta fotografie originali di grande formato, in bianco e nero, tutte scattate su pellicola, di ritratti di icone dell’alpinismo: da Beckey, Cassin e Diemberger a Messner, Robbins e Wickwire, che dagli anni ’30 agli anni ’70 hanno utilizzato attrezzature primitive insieme al loro notevole ingegno, talento e forza d’animo per affrontare salite impegnative in tutto il mondo.
Alex Honnold, autore della prefazione, fornisce il contesto per guardare indietro ai successi passati sulla roccia, mentre il saggio personale e informativo dello scrittore Greg Child esplora la storia e i risultati di scalatori famosi e meno conosciuti di questa “età dell’oro” dell’arrampicata del XX secolo.
Herrington, che ha iniziato ad arrampicare in Sierra Nevada negli anni ’70, ora divide il suo tempo tra la Owens Valley, New York City e l’Europa meridionale. Le sue fotografie sono apparse sulle copertine di album, in campagne pubblicitarie internazionali e su riviste come Vanity Fair, Rolling Stone, Esquire e GQ, e sono state esposte in mostre personali e collettive in gallerie a New York, Los Angeles, Washington, DC, e altrove.

Il Miracolo delle dighe – Luca Rota (Fusta editore)

Il miracolo delle dighe
Il miracolo delle dighe

Può affascinare un muraglione di calcestruzzo in mezzo alle montagne, che in qualunque altro caso avremmo guardato con raccapriccio? Nel caso delle dighe molto spesso la risposta è positiva. Luca Rota, scrittore molto attento alle tematiche ambientali e dunque non sospetto cementificatore, è tra questi. E in questo libro si pone delle domande.

Come è stato possibile che le dighe, pur in tutta la loro brutalità materica, siano riuscite in qualche modo a farsi accettare dal paesaggio montano, attirando frotte di visitatori, diventando sfondi per selfie e alimentando un folto pubblico di appassionati? Dove nasce questo sorprendente “miracolo”? Prendendo spunto da tali domande in fondo semplici ma che potrebbero sorgere spontanee in chiunque frequenti le montagne, sulle quali solo in Italia dimorano più di cinquecento “grandi dighe”, questo libro racconta un lungo e affascinante viaggio – poco tecnico, molto emozionale e sovente autobiografico – per le vallate alpine, alla scoperta dei paesaggi idroelettrici creati dalla presenza delle dighe, della particolare relazione culturale che hanno saputo intessere con i territori montani persino evocando suggestioni artistiche e filosofiche, di come abbiano contribuito a un’umanizzazione tutto sommato positiva delle alte quote e di come oggi la loro presenza ci interroghi inesorabilmente sul futuro delle montagne e del nostro rapporto con l’ambiente naturale.

Croméyeuï. Le Regine – Gioachino Gobbi (iMontBlanc Edizioni)

Croméyeui
Croméyeui

Il secondo volume della trilogia Croméyeuï, che Gioachino Gobbi ha dedicato alla sua amatissima Courmayeur. In questo libro Gobbi si concentra sull’altra metà del cielo, quello delle donne: “le Reine” (le Regine in patois) perché non esiste un tempo, né un mondo, fatto di sole senza luna, di maschile senza femminile, di uomini senza donne. Proprio le donne hanno rappresentato una grande parte nella cultura della montagna. Si inizia con le Regine del cielo, poi con quelle della terra, Regine vere che hanno lasciato la loro impronta a Courmayeur. Da Notre Dame de la Guérison a Margherita prima regina d’Italia. “Sebben che siamo donne, paura non abbiamo” le prime alpiniste. Poi si parla di acqua e della medicina tradizionale, i rimedi e i guaritori “Non lo fo per piacer mio ma per dare figli a Dio“: il sesso. Poi “Buongiorno Signora maestra“: la scuola. La luna, la Regina della notte. La socializzazione femminile: la veillà e le paure storiche. E ancora ecco le statue dedicate a Maria poste sulla vetta del Dente del Gigante e del Mont Chetif e un prezioso capitolo su Isabella Straton, la prima donna a scalare, nel 1876 la vetta del Bianco in inverno.

Goethe Viaggi nelle Alpi (Grossi editore)

Goethe Viaggi nelle Alpi
Goethe Viaggi nelle Alpi

Con saggi introduttivi di Luigi Zanzi e Enrico Rizzi, il volume raccoglie i quattro viaggi del poeta tedesco nelle Alpi. Nel 1775, 1779 e 1797 (oltre al celebre passaggio del Brennero nel 1786), Goethe visitò e descrisse le Alpi dal Monte Bianco al San Gottardo, lasciando pagine di alta letteratura. Il viaggio del 1779 in particolare è interamente inedito in lingua italiana, mentre solo parti degli altri sono state tradotte frammentariamente in edizioni non più reperibili. Il volume è illustrato con 21 preziose immagini a colori e b/n tratte da disegni di Goethe, ritratti e documenti.

Lo decide il Cervandone – Antonio Biganzoli (Monte Rosa Edizioni)

Lo decide il Cervandone!
Lo decide il Cervandone!

Per la sua figura imponente e per il rispetto che gli riservano gli alpinisti, la montagna che caratterizza il paesaggio nella zona l’Alpe Devero ha tutte le carte in regola per essere considerata un punto di riferimento non solo alpinistico per le genti dell’Ossola. E così fa Antonio Biganzioli che elegge il Cervandone a testimone e arbitro della vita delle comunità rurali ossolane prima dell’industrializzazione, invitando a riscoprire il valore di una civiltà  che, per molto tempo, ha rappresentato un modello di vita non solo capace di garantire la sopravvivenza ma anche di produrre bellezza, cultura e sapere.
Le incisioni rupestri, i paesi, gli alpeggi, gli edifici, i segni della spiritualità e della cristianità, l’organizzazione politica e economica delle terre alte: “Lo decide il Cervandone” racconta il mondo della montagna prima che l’industrializzazione più o meno forzata portasse al suo spopolamento. Oggi, guardare a quel mondo può fornirci gli strumenti utili per affrontare le sfide del futuro ripensando il rapporto con il territorio superando la logica dello sfruttamento.

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