Itinerari

Nella Valle del Lys tra villaggi walser e i ghiacciai del Monte Rosa

Due itinerari, non difficili, nella vallata valdostana da percorrere con le ciaspole. Per riempirsi gli occhi di bellezza

La Valle del Lys, o Valle di Gressoney, si può definire come una sorta di portale della Valle d’Aosta, essendo, con la Valle di Champorcher, la prima che si incontra entrando in Regione. Indissolubile il connubio con l’incombente presenza del Monte Rosa che ne delimita la testata con la sua massa di roccia e ghiaccio.

La valle è inoltre una culla della cultura Walser. Questa popolazione di origini alemanne, nel XII secolo, giunse in Val d’Ayas, per poi proseguire, valicando il Colle di Bettaforca, sino alla Valle del Lys, dove colonizzò le zone più alte. L’influenza dei Walser è ancora ben visibile nelle caratteristiche architettoniche di moltissime case e fienili e nei nomi di molte località, derivati da varie forme dialettali germaniche.

Entrambi i percorsi consentono di vivere grandiosi panorami sul Monte Rosa. Il primo, la salita alle Falde del Lys, permette di avvicinarsi alle pareti della testata della valle, mentre il secondo ha carattere etnografico, tra la pietra e il legno dell’antico villaggio Walser di Alpenzu. In entrambi i casi, è necessario informarsi sulle condizioni del manto nevoso.

Itinerario 1: Le falde del Lys

Partenza: Stafal (1823 m)
Arrivo: Quota 2.200
Durata: 2 ore
Difficoltà: Semplice il primo tratto, medio il secondo. Prestare attenzione se si decide di salire lungo il cordone morenico.
Dislivello: + 377 m

La salita alle Falde del Lys è un itinerario prettamente panoramico, con il Monte Rosa come leitmotiv. Lo scenario è grandioso, sia per l’imponenza delle cime del massiccio, sia per la presenza delle scintillanti colate glaciali che degradano verso valle, tra le quali spicca il Ghiacciaio del Lys, tra i più estesi dell’intero arco alpino, anche ora che è in forte stato di regresso. L’escursione è semplice nel primo tratto, mentre richiede un minimo d’esperienza, soprattutto nella parte finale, poco prima del pianoro d’arrivo. Da Stafal (1823 m), ultimo paese della valle, nei pressi del ponte della strada principale, si cammina verso monte, lungo il versante orografico sinistro.

Si costeggia una pista da sci, fiancheggiando il Lys. A tratti è anche possibile, sulle rocce che spuntano dalla neve, scorgere il segnavia (n. 7, 7 c). Il percorso ricalca, infatti, il tracciato estivo, anche se, a seconda delle condizioni della neve, può essere necessaria qualche variazione. Dopo aver superato una baita in pietra, il sentiero prosegue nel bosco di larici, ove si possono ammirare alcuni esemplari particolarmente interessanti. Alle nostre spalle, verso valle, spicca la mole rocciosa della Testa Grigia, mentre, verso monte, la vista sul Rosa è occlusa dalla fitta vegetazione e dal cordone morenico del ghiacciaio del Lys.

Si sale ora lungo un tratto di spazio aperto, puntando verso le baite dell’Alpe Cortlys (1990 m) che si raggiungono senza difficoltà. Si passa dietro le abitazioni e, dopo alcuni metri in piano, si rientra nel bosco (n. 7, 7 c), salendo sino ad un traverso ripido e scosceso che, in caso di neve dura, richiede una certa attenzione e va attraversato sempre puntando verso monte, sino a giungere alla splendida piana (2220 m), tra il cordone morenico che discende dal ghiacciaio del Lys, a sinistra, e il Vallone di Salza, delimitato dalla Punta Telcio e dall’Alta Luce, a destra. Volendo avere una visuale maggiore sul massiccio del Rosa, è possibile risalire il ripido pendio della morena, individuando la via migliore, a seconda della neve.

Una volta sulla cresta, semplice e ampia, si continua in salita, avvicinandosi progressivamente al ghiacciaio e fermandosi ove si preferisce. E’ consigliabile non proseguire oltre i 2400 m; il punto e la quota sono facilmente individuabili perché coincidono con un piccolo altipiano, o meglio un tratto di cresta pianeggiante (2400 m; + 577 m; 3 ore da Stafal; alcuni tratti ripidi). La vista sul Rosa è impagabile: sopra il ghiacciaio del Lys troneggiano i Lyskamm e, sulla sinistra orografica, sotto la cima della Piramide Vincent si scorge la sagoma scura della Capanna Gnifetti (3647 m), punto di partenza per molte scalate ai quattromila del Rosa.

Itinerario 2: Il villaggio di Alpenzu

Partenza: Parcheggio, sulla sinistra (cartelli), dopo Gressoney Saint Jean (1406 m)
Arrivo: Rifugio Alpenzu (1779 m)
Durata: 1.15 ore
Difficoltà: semplice
Dislivello: + 373 m

L’escursione ad Alpenzu, villaggio Walser trai meglio conservati delle Alpi, consente di ammirare sia la loro architettura, sia lo spettacolare panorama sul Monte Rosa e, in particolare, sulla catena dei Lyskamm (4527 m), massa di roccia scura e candido ghiaccio che origina il ghiacciaio del Lys che discende sino a formare l’omonimo fiume che conferisce il nome alla stessa valle.

Dopo Gressoney Saint Jean e dopo il villaggio di Chamonal si parcheggia, sulla sinistra, in vista di una cascata. Un cartello in legno e frecce gialle metalliche indicano la direzione (Segnavia: n. 6 e alta via n. 1). Si cammina verso monte, puntando la cascata e, lasciandola sulla sinistra, si sale sull’ampia ma ripida mulattiera che si addentra con tornanti nel fitto bosco. Un paio di soste sono d’obbligo, per poter ammirare alcuni esemplari di giganteschi larici secolari. Ogni tanto si gode della vista su Gressoney Saint Jean, ormai a valle, visto che i numerosi zig zag consentono di guadagnare quota abbastanza velocemente.

Trascurando un bivio sulla sinistra, si continua dritto sull’ampio sentiero principale, costeggiato da un muretto a secco, sino ai ruderi di una baita e, poco dopo, già in vista della chiesetta del villaggio, si affrontano gli ultimi tratti di sentiero nel bosco, per poi sbucare sugli ampi prati imbiancati.

Ancora un breve tratto in lieve pendenza e si arriva al villaggio Walser di Alpenzu. Tra le case tradizionali, oltre alla chiesetta, è situato anche il Rifugio Alpenzu, in genere chiuso in stagione invernale. Le vette imbiancate del Rosa sono ben visibili da Alpenzu. Volendo ammirare una visuale più ampia è, però, possibile salire ancora di quota (con neve stabile). Senza meta obbligata si seguono le indicazioni per il Colle di Pinter e per l’Alta Via 1. Comunque, per motivi di sicurezza, non conviene salire oltre le strutture dell’Alpe Ondermontel (2007 m).

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