Auguri Triglav! La Slovenia festeggia i 100 anni del Parco
Il meraviglioso Parco nazionale che tutela il versante sloveno delle Alpi Giulie è stato istituito nel 1924. L’autunno è la stagione perfetta per esplorare le sue valli, i suoi laghi e i suoi boschi
Una sola bandiera, nel mondo, reca l’immagine stilizzata di una vetta. Trent’anni fa, al momento dell’indipendenza della Slovenia, la scelta di fare del Triglav l’emblema della Repubblica spiega l’importanza della montagna in un Paese dove un decimo della popolazione pratica l’escursionismo o l’alpinismo, dove si parla di montagna anche a scuola, dove anche lo sci alpino vanta una tradizione importante.
Con i suoi 2864 metri di quota, il Triglav – il Tricorno delle vecchie mappe italiane – è la vetta più elevata delle Alpi Giulie, un’imponente catena calcarea che si affaccia a sud verso la pianura friulana e a nord verso i boschi delle Caravanche e delle Alpi Carniche, oltre le quali si apre la Carinzia austriaca.
Intorno alla grande montagna si distende il Parco nazionale del Triglav, una delle aree protette più belle e selvagge delle Alpi. Al suo interno, una delle più importanti popolazioni europee di orsi si affianca allo stambecco, all’aquila, al cervo, al gallo cedrone e al camoscio. Il lupo è tornato da poco, la lince è stata reintrodotta da qualche anno. Tra i simboli di queste montagne sono anche 19 specie endemiche di piante. Una di loro, la Potentilla nitida, un piccolo fiore di colore rosso pallido, è nota come “rosa del Triglav”.
Montagne rese famose da Julius Kugy
A rendere le Alpi Giulie famose in Europa è stato Julius Kugy, un alpinista e scrittore nato a Gorizia ma di lingua tedesca, che tra l’Otto e il Novecento compì importanti ascensioni sulle Giulie, le descrisse con passione nei suoi libri, ed è oggi ricordato sia in Slovenia sia in Italia.
A ideare il Parco è stato invece Albin Belar, un sismologo e naturalista appassionato di montagna, che costruì uno chalet nelle gole di Vintgar. La gente della zona lo chiamava “il re del Triglav”. Nel 1907, Belar propose di tutelare la Valle dei Laghi del Triglav. Se la proposta fosse stata accettata, la Slovenia (in quegli anni parte dell’Impero d’Austria-Ungheria) avrebbe avuto il primo Parco nazionale d’Europa.
Dopo la Grande Guerra la Slovenia divenne parte della Jugoslavia indipendente, ma la valle dell’Isonzo (con Bovec/Plezzo, Tolmin/Tolmino e Kobarid/Caporetto) passò al Regno d’Italia. Il 4 aprile del 1924, il Ministero delle Foreste e delle Miniere di Belgrado, decise la tutela di 1.400 ettari della Valle dei Laghi.
Il primo Parco nazionale d’Europa, quello dell’Engadina, in Svizzera, era nato otto anni prima, nel 1916, mentre il resto del continente era travolto dalla guerra. I primi Parchi italiani, Abruzzo e Gran Paradiso, avevano visto la luce tra il 1922 e il 1923. Il nome Triglavski Narodni Park, cioè Parco Nazionale del Triglav, fu usato per la prima volta nel 1926 dal botanico Fran Jesenko.
Seguirono decenni difficili, e nella Seconda Guerra Mondiale le Alpi Giulie videro gli scontri tra i partigiani sloveni (spesso alpinisti, e ottimi conoscitori del massiccio) e le truppe della Wehrmacht tedesca. Il monumento alla Resistenza, ai piedi della severa parete Nord del Triglav, ha la forma di un enorme chiodo da roccia con moschettone.
Il Parco Nazionale del Triglav è ufficialmente rinato nel 1961, e vent’anni dopo ha assunto la sua struttura attuale, per diventare nel 1995 uno dei simboli della nuova Slovenia indipendente. Quindici anni dopo, con l’inserimento della zona di Kneške Ravne, presso Tolmino, l’area protetta è cresciuta: oggi si estende per 88.000 ettari, il 4% della superficie della Slovenia.
In estate il Parco è frequentato da escursionisti e alpinisti che hanno a disposizione decine di magnifiche e impegnative vette, dal frequentatissimo Triglav fino al Mangart, allo Jalovec, alla Skrlatica e allo Špik. Ai loro piedi strade e sentieri raggiungono una ventina di rifugi. Tra i percorsi più frequentati e accessibili sono quelli che raggiungono le cascate della Peričnika e di Martuljek, e i Laghi del Triglav tutelati già un secolo fa.
In estate, appassionati di canoa provenienti da ogni parte d’Europa percorrono le rapide della Soča, l’Isonzo, mentre chi preferisce la bici affronta i tornanti della strada che sale da Kranjiska Gora al Passo Vršič. La Slovenia è sempre stata un paese di sportivi, e negli ultimi anni le vittorie di Tadej Pogačar e Primož Roglič hanno reso le due ruote ancora più popolari.
Tanti musei da visitare tutto l’anno
A Mojstrana, il Museo dell’Alpinismo Sloveno racconta la storia delle Alpi Giulie dalle prime esplorazioni fino agli anni del sacerdote e musicista Jakob Aljaž, e alle straordinarie ascensioni compiute sulle Alpi e in Himalaya dai migliori alpinisti sloveni di oggi.
In auto, da Mojstrana, si raggiunge la storica fattoria Pocar (Pocarjeva Domačija), trasformata dal Parco in un museo dedicato all’agricoltura di montagna e alla Resistenza. Il centro-visita del Parco Nazionale del Triglav è accanto alle poche case di Trenta. In auto o a piedi, da lì, si raggiungono il giardino botanico Juliana e una grande statua di Julius Kugy.
D’inverno Kranjiska Gora, sul confine settentrionale del Parco, e Bovec ai piedi del massiccio del Canin, sono i centri di sport invernali più importanti della Slovenia. Nell’area protetta si praticano anche lo scialpinismo, le escursioni con le ciaspole e l’arrampicata sulle cascate di ghiaccio.
In queste settimane, mentre l’estate lascia il posto all’autunno, i rifugi chiudono uno dopo l’altro e la neve torna a imbiancare le cime, restano affascinanti e accessibili i sentieri di bassa e media quota, che s’inoltrano nei boschi di abete, e in quelli di latifoglie che la stagione colora di rosso e d’oro. Le iniziative per i 100 anni del Parco Nazionale del Triglav (mostre, conferenze, escursioni guidate) proseguono fino alla fine di ottobre.