Itinerari

Traversata panoramica da Passo Giau a Passo Falzarego, con vista su alcune delle cime più belle delle Dolomiti

Itinerario sopra Cortina d’Ampezzo poco impegnativo ma di grande soddisfazione. Tra rifugi storici e memorie della Grande Guerra

Traversata da Passo a Passo, con un panorama spettacolare e sempre diverso, tra i più vasti del Veneto e delle Dolomiti. Il Passo Giau (2236 m) è il valico tra Selva di Cadore (1135 m), in Val Fiorentina, e Cortina, nell’Ampezzano, e si raggiunge grazie alla via che, nei pressi di Pocòl, si stacca da quella per il Passo Falzarego. Il Passo Falzarego (2117 m) collega l’Ampezzano alla Val Badia. Il Falzarego è un punto nodale, importante, tanto da essere conteso durante la Grande Guerra, come testimoniato dalla presenza di gallerie, trincee e resti delle fortificazioni, una sorta di monumento a cielo aperto a ricordo di battaglie combattute in condizioni ambientali difficilissime, dove il freddo e le valanghe mieterono tante vittime quanto le pallottole. Vista la vicinanza, non è da trascurare il Passo di Valparola (2168 m), limitrofo al Passo Falzarego, in direzione Val Badia; offre, per esempio, l’interessante possibilità di salire sulla cima del Sass de Stria (2477 m). Al valico è presente il Forte Tre Sassi, oggi adibito a museo della Prima Guerra Mondiale, con più di 2000 reperti di materiali bellici.   

L’itinerario

Partenza: Passo Giau (2236 m)
Arrivo: Passo Falzarego (2117m)
Dislivello: + 367 m, -494 m
Tempo: 4 ore
Difficoltà: E
Periodo consigliato: da giugno a settembre

Dal Passo Giau, precisamente dall’omonimo albergo – ristorante (2233 m), inizia il percorso. Si parcheggia, in ampio spazio, davanti alla chiesetta. Il panorama è già grandioso con vista, tra gli altri, su Sella, Marmolada, Tofane, Croda da Lago e Cristallo. Si cammina in direzione della Ra Gusela (2595 m), caratteristica ed evidente piramide rocciosa, lungo l’ampia mulattiera. Un rapido sguardo verso l’alto, sulla cima del Nuvolau, e si scorge l’omonimo rifugio, abbarbicato sulle rocce sommitali. Si devia a sinistra (n. 452), lasciando a destra il sentiero per la via ferrata “Ra Gusela” e si costeggiano, con alcuni saliscendi, le rocce del Monte Nuvolau, ignorando, sulla destra, una ripida deviazione, in genere su terreno poco stabile. Si continua, invece, dritto sino ad incrociare la mulattiera n. 464, proveniente dal sottostante Rifugio Fedare (2000 m). Si prosegue in salita, con comodi tornanti, sino al Rifugio Averau (2413 m), sito all’omonima forcella, fulcro di sentieri e ai piedi della cima dell’Averau, elegante e quasi piramidale. Un ultimo tratto di salita, ripido ma breve, conduce al Rifugio Nuvolau (2575 m; 2,15 ore da Passo Giau), sull’omonima cima, straordinaria la vista a 360 gradi: Tofane, Croda da Lago, Cinque Torri, Marmolada, Lagazuoi, Fanes, Pelmo, Civetta, Sorapis e Cristallo, un bel novero tra alcune delle più famose cime delle Dolomiti. Si scende ora lungo i propri passi sino alla Forcella Averau da dove si continua in discesa in direzione del Passo Falzarego (n. 441 b; cartelli). Si scende costeggiando, sulla sinistra, le rocce della Cresta Gallina, puntando verso la barriera rocciosa delle Tofane e del Lagazuoi, sempre ben visibili. Si cammina, tra rocce e pini mughi che caratterizzano l’estetica del tracciato. Il sentiero è privo di difficoltà e, nei pressi del Passo Falzarego, si snoda su prati ondulati, sempre con vista superba, sino alle strutture del valico, da dove spicca la cuspide del Sass da Stria.   

La Galleria del Piccolo Lagazuoi

Marmolada, Tre Cime di Lavaredo, Tofane, ma non solo: quelle che oggi sono tra le montagne più famose del mondo, sono state teatro di scontri e battaglie durante la guerra del ‘15-‘18. Ancora ben visibili sono, infatti, i resti delle fortificazioni, le trincee, i camminatoi, le postazioni d’artiglieria e i rifugi scavati nella roccia, vere e proprie gallerie e cunicoli, attrezzati per sopravvivere, non solo agli attacchi dei nemici, ma anche alle intemperie ed alle avversità del gelido inverno. Alla fine della guerra molte vie militari, che collegavano le varie postazioni, sono state riadattate e adibite a vie ferrate e vengono oggi percorse da numerosi escursionisti. Proprio dal Passo Falzarego diparte il percorso, quasi totalmente in galleria, che consente di raggiungere il Piccolo Lagazuoi, stazione a monte della funivia. La galleria, lunga 1100 m, fu scavata dagli Alpini, nel 1917, in soli 6 mesi. Pur non presentando nessuna difficoltà tecnica, la galleria può creare qualche problema a causa della notevole pendenza e della scivolosità della roccia, perennemente bagnata e umida. La torcia è indispensabile e molto utili sono i guanti, visto che le corde metalliche sono spesso bagnate e scivolose (2 ore; 670 m di dislivello; sconsigliato ai claustrofobici).   

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