Alpinismo

Il corpo di Nadezhda Oleneva rimarrà sul Dhaulagiri

Le abbondanti precipitazioni dei giorni successivi all’incidente che è costato la vita all’alpinista russa rendono impossibile il recupero. Operazioni dichiarate ufficialmente concluse

Niente da fare. Nadezhda (Nadya) Oleneva rimarrà sul Dhaulagiri. Lo scorso 14 ottobre la trentottenne alpinista russa – che aveva ricevuto per due volte la nomination ai Piolet d’Or – era caduta in un crepaccio dopo una scivolata di circa 500 metri a circa 6.800 di quota mentre con due compagni stava cercando di raggiungere i campi alti della via (senza ossigeno supplementare e assistenza di Sherpa). Il corpo è stato presto individuato grazie al GPS e sono state presto avviate le operazioni di recupero anche con l’ausilio degli elicotteri. Purtroppo il meteo ha reso impossibile l’operazione, come conferma il comunicato emesso nelle scorse ore dalla Federazione russa di Alpinismo: “Un elicottero si è alzato in volo il 17 ottobre per evacuare la Oleneva dal Dhaulagiri. C’era una forte copertura nuvolosa su tutta l’area. Tuttavia, il pilota è riuscito prima a far salire a bordo Roman Abildaev (compagno di ascensione della scalatrice, n.d.r.) e poi a volare attraverso le nuvole fino al luogo in cui era stata individuata Nadezhda Oleneva durante il precedente volo di ricerca. Purtroppo, le nevicate del giorno prima, le valanghe e le grandi masse nevose scese dall’alto avevano già coperto la zona, tanto da cambiare l’orografia del terreno, e non è più stato possibile trovarla. Per l’intera comunità alpinistica russa questa perdita è una grande tragedia. Negli ultimi tre giorni molti amici, colleghi, partner e allievi di Nadia hanno seguito gli eventi sul Dhaulagiri. Ora è impossibile esprimere a parole la gravità di quanto è accaduto”.

Difficoltà insormontabili confermate anche da Iswari Paudel, amministratore delegato di Himalayan Guides: “La squadra di cui faceva parte anche uno specialista di soccorso con la tecnica long line non è riuscita a recuperare il corpo perché era coperto da una fitta neve fresca”.

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