Itinerari

Santa Croce di Lazfons, la meta di pellegrinaggio più alta d’Europa

Si trova in Alto Adige e si raggiunge con una camminata di tre ore. Accanto alla chiesa un rifugio accoglie da quasi tre secoli escursionisti e pellegrini

(724 m di dislivello positivo, 5.30 ore a/r, E)

Poco distante dalla cima San Cassiano (2.581 m), nelle Alpi Orientali della Val Sarentino, si trova una chiesa singolare:  il Santuario di Santa Croce di Lazfons. Collocato a quota 2.305 metri è il sito di culto più alto dell’Alto Adige e la meta di pellegrinaggio più elevata d’Europa. Dalla sua posizione si può godere una panoramica unica su molte catene e vette dolomitiche. Ma prima bisogna raggiungerlo. A piedi.

Un sentiero lungo ma senza difficoltà

Il punto di partenza per la salita al Santuario è il parcheggio “Kühhof” a quota 1.587 m. Vi si arriva dall’uscita di Chiusa sull’autostrada del Brennero da dove si sale in direzione Velturno e successivamente di Lazfons. Da qui si seguono le indicazioni per il parcheggio che si raggiunge dopo altri quattro chilometri.

Ci si incammina lungo la strada forestale (segnavia n. 1) in direzione nord ovest che sale dolcemente tra i pascoli del Kühberg (Kühbergalm) e sulla soleggiata Alpe di Velturno. Si sale in un rado bosco di larici e pini, che di tanto in tanto si apre su alpeggi dove pascolano mandrie di bovini. Ai margini della forestale  sorgono alcune maestà di pregevole fattura che non mancano di catturare l’attenzione dell’escursionista.
Il percorso procede tra baite e piccole abitazioni immerse nel verde, fino al limitare del bosco che preannuncia l’arrivo al rifugio Chiusa al Campaccio (Klausner Hütte)  situato a 1.923 metri alla base del versante sud di Cima San Lorenzo. L’edificio nasce originariamente come malga. Nel corso del tempo è stato più volte rimaneggiato e appartiene dal 1924 alla sezione del CAI di Bolzano che lo ha ulteriormente restaurato negli anni 50. Attualmente dispone di 22 posti letto.

Oltre il rifugio si sale su stradina sterrata (segnavia n. 1) fino alle baite Rungger (Rungger Hütten), a 2.007 metri, dove piccole mandrie di cavalli pascolano nei prati a fianco del tracciato. Da qui si nota chiaramente il profilo della cima San Cassiano verso le cui pendici conduce il nostro sentiero.
Si avanza fino a superare il torrente Plankenbach su terreno che diventa sempre più sassoso arrivando alla base del monte San Cassiano. Lo scenario cambia decisamente, alberi e boschi hanno lasciato il passo ad arbusti, muschi e fiori. La montagna è sempre più spoglia e le pendenze aumentano. Questo tratto oltre il torrente coincide con il percorso della Via Crucis. Il sentiero su fondo sassoso risale da qui  con una serie di tornanti fino al Santuario della Santa Croce di Lazfons e all’omonimo rifugio posto proprio accanto a quota 2.311 m (tre ore dalla partenza).
Il rifugio Santa Croce di Lazfons (Schutzhaus Latzfonserkreuz) è aperto fino a ottobre inoltrato e oggi dispone di 43 posti letto. Nasce in realtà alcuni secoli fa come riparo per i pastori che portavano il bestiame in alpeggio, ed è stato ampliato dopo la costruzione della prima cappella nel 1743 per dare riparo anche ai pellegrini. La struttura attuale è stata inaugurata nel 1952 e per molti anni è stata gestita dalla famiglia Lunger. La forte alpinista Tamara è la figlia dei proprietari e non è raro trovarla lassù.
Dalla Croce di Lazfons lo sguardo spazia fino a Sassolungo, Punta Grohmann, Catinaccio d’Antermoia e Catinaccio: uno spettacolo da godere con calma, prima di tornare a valle.

Chi volesse proseguire può raggiungere la Cima di San Cassiano in circa un’ora. Dal Rifugio si segue il sentiero n. 9 fino alla conca del Gampmaul.  Il percorso continua ben evidente tra rocce e detriti, oltrepassa il laghetto Kassiansee (2.469 m) e arriva ad una sella. Prendendo verso destra si giunge sulla Cima di San Cassiano (Kassianspitze) a 2.581 metri di quota.

La lunga storia del Santuario

I primi rituali, nel luogo in cui nel 1743 sorse l’originaria chiesetta, risalgono a epoche ben precedenti ma non ci sono date certe in tal senso.
Certamente nel 1700 c’era una croce, che riproduceva il crocefisso del Cristo Nero, proveniente da una tomba a Lazfons. Circa 40 anni dopo, anche grazie a donazioni di pellegrini, fu possibile costruire una piccola cappella votiva.
Secondo la tradizione all’inizio del XVIII  secolo il “Dio nero” avrebbe scelto con un cenno del capo il luogo in cui collocare il crocefisso. Ed è qui che si prega (in particolare per invocare la protezione dal maltempo) alla fine del pellegrinaggio.

Un secolo dopo si ampliò l’edificio, costituendo il santuario in forme neogotiche come lo si ammira ancora oggi. Il pellegrinaggio più importante che vi ha luogo è quello in cui il Signore Nero è portato alla Chiesa della Croce. Questa cosiddetta “giusta azione” ha luogo il penultimo sabato di giugno. Da quel giorno l’immagine sacra trascorre l’estate a Kreuzkirchlein, prima di tornare a Lazfons a metà ottobre.

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