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In bici lungo l’Alta Via del Sale: storia, natura e tanto divertimento

Ieri carovane di muli ed eserciti, oggi biker scatenati. Sull’antica strada d’alta quota che collega Liguria e Piemonte c’è sempre movimento

Certamente i suoi costruttori non immaginavano che quel tracciato che stavano approntando per scopi essenzialmente commerciali sarebbe, dopo qualche secolo, diventato uno dei campi da gioco prediletti dai ciclisti. Su quella linea che collega le Alpi piemontesi e francesi al Mar Ligure e che oggi chiamiamo l’Alta via del Sale sono passate infinite carovane di muli carichi di merci da scambiare: sale, certo, ma anche olio, formaggi, grano. E ancora tessuti, utensili e oggetti inconfessabili che era meglio non mostrare a guardie e doganieri. In parallelo era utilizzata dalle greggi (perché inerpicarsi per sentieri se è disponibile una via più comoda?) e successivamente dagli eserciti. Ingombranti e bisognosi di più spazio, furono proprio i militari ad allargare e stabilizzare progressivamente la strada, fino a renderla ampia come la vediamo oggi.

Trenta chilometri tra 1.800 e 2.100 metri di quota

Il tracciato, interamente sterrato, si snoda sul confine italo-francese e rappresenta il collegamento in quota (tra i 1.800 e i 2.100 m) tra Limone Piemonte (CN) e Monesi di Triora (IM). L’Alta Via del Sale attraversa il Parco del Marguareis e il Parco delle Alpi Liguri, in ambienti selvaggi caratterizzati da una grande biodiversità floristica determinata dalla variabilità delle condizioni ambientali in base all’esposizione dei versanti. Questa zona è di grande interesse anche per quanto riguarda la geologia, infatti queste montagne sono costituite prevalentemente da calcare, in cui l’acqua nel corso del tempo ha scavato doline, campi solcati (karren), inghiottitoi e complessi carsici che comprendono chilometri di gallerie sotterranee.

La lunghezza dell’Alta Via del Sale è di circa 30 km, ed è possibile percorrerla a piedi, in mountain-bike ed e-bike. La strada è aperta anche al transito dei mezzi a motore, ad eccezione di alcuni giorni della settimana (martedì e giovedì) in cui è riservata a ciclisti e pedoni.

Esistono vari itinerari percorribili, più o meno lunghi ed impegnativi. L’Alta Via del Sale propriamente detta parte dai Forti del Colle di Tenda, imponenti fortificazioni di inizio Ottocento che si raggiungono da Limone tramite strada asfaltata a tornanti. Il percorso valica poi il Colletto Campanin con i suoi tornanti murati, e prosegue nella regione delle Carsene fino al Rifugio Don Barbera, per poi attraversare il Bosco delle Navette e scendere verso Monesi. Complessivamente, il tracciato è lungo circa 56 km con 890 m D+.

Un percorso di 112 chilometri per i più allenati

Chi volesse integrare l’Alta Via del Sale in un percorso dalle Alpi al mare, aggiungendo però molti chilometri al giro precedente (112 km e 2744 m D+), può affrontare l’itinerario che parte da Limone Piemonte e giunge a Ventimiglia. Il tracciato attraversa ambienti naturali di pregio e borghi risalenti all’epoca romana, come l’abitato di Pigna, e a quella medievale, come Dolceacqua.

“Questo itinerario può essere percorso in 3 giorni, fermandosi a dormire ai rifugi Don Barbera e Allavena, oppure in 2 giorni, sostando solo una notte. C’è anche chi lo fa in giornata, avendo una gamba ben allenata e partendo presto la mattina.  Molti, direi i due terzi dei frequentatori del percorso, scelgono di affrontarlo con l’e-bike, ma c’è ancora qualcuno che percorre la Via del Sale con una mountain bike muscolare”, afferma Matteo Eula, gestore del Rifugio Don Barbera al Colle dei Signori, ai piedi della Punta Marguareis.

Un terzo itinerario è rappresentato dalla Via del Duca, che si immette sull’Alta Via del Sale arrivando dal basso cuneese, seguendo una antica rotabile militare nel Parco del Marguareis. Partendo da Chiusa di Pesio, la Via del Duca sale verso il Colle del Pret per raggiungere il Gias delle Ortiche: da qui fino alla Capanna Morgantini, il tracciato attraversa regione delle Carsene, estremamente interessante dal punto di vista carsico. Qui, infatti, il terreno è attraversato da doline, pozzi, inghiottitoi e karren, mentre nel sottosuolo si trova uno dei complessi carsici più estesi dell’area, l’Abisso Cappa. Ricollegandosi all’Alta Via del Sale, si raggiunge il Rifugio Don Barbera e si prosegue verso Limone, per un totale di 40 km e 1760 m D+.

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