Monte Velino, 3 itinerari per salire al gigante d’Abruzzo
Il Monte Velino offre itinerari sfidanti ma affascinanti, con paesaggi mozzafiato e una flora e fauna protette. Escursionisti avventurosi possono affrontare la salita attraverso diverse vie, godendo di una vista spettacolare
La croce più famosa delle montagne d’Abruzzo si alza a 2486 metri di quota, si affaccia sulla piana del Fucino ed è amata anche dagli escursionisti laici. Lo stesso vale per la vicina statua della Madonna, portata fin lassù a spalla nel 1966 dagli alpini. Per il cinquantenario, nel 2016, la statua è stata portata a valle, restaurata, e riportata in cima con lo stesso sistema. Elicotteri, no grazie.
È la fatica necessaria per salire alla cima a rendere speciale il Monte Velino, che d’inverno si lascia vedere dal Gianicolo di Roma, che scende in direzione del Fucino con un versante ripido e roccioso, e che digrada a nord, verso l’Altopiano delle Rocche e L’Aquila, con boschi, dorsali secondarie e pianori. Dalla cima ci si affaccia sui selvaggi valloni circostanti.
La salita, riservata a camminatori allenati, richiede parecchie ore di fatica. Da Massa d’Albe, dal rifugio Casale da Monte o da Rosciolo si affrontano circa 1500 metri di dislivello. Dai Piani di Pezza la salita è resa impegnativa dai saliscendi, in particolare tra il Colle del Bicchero e la Punta Trento. Si può salire alla cima anche per la Valle Majelama, per la Val di Teve o per la cresta Sud del Velino, un itinerario EE con tratti di arrampicata di I e II grado.
Il massiccio del Velino, da decenni, è tutelato da due aree protette. Il Parco Regionale Sirente-Velino comprende anche l’Altopiano delle Rocche, la Valle Subequana e il Sirente. La Riserva Naturale Monte Velino, gestita dai Carabinieri Forestali, tutela solo il massiccio più alto, ha imposto vari divieti bizzarri, ma ha riportato sul massiccio il cervo, l’avvoltoio grifone e il corvo imperiale, che accompagnano spesso gli escursionisti.
Il Velino, a causa della posizione e della quota, è una montagna di estremi climatici. D’inverno sono necessari la piccozza e i ramponi. In estate, per chi sale da sud, l’esposizione al sole consiglia di partire molto presto al mattino. Si può passare la notte nei due rifugi d’alta quota (il Sebastiani del CAI e la Capanna di Sevice del GEV). Utile anche il rifugio Casale da Monte, ai piedi del versante meridionale.
Negli ultimi anni, nelle pubblicazioni delle aree protette e del CAI, e in varie guide in commercio sono comparse imprecisioni nei nomi, confondendo per esempio il Pizzo con il Monte Cafornia. Ma questo non toglie nulla alla bellezza dei luoghi, e non espone al rischio di smarrirsi.
Da Santa Maria in Valle alla Capanna di Sevice e al Velino
(1570 m di dislivello, 7.30 ore a/r, E)
Questo lungo itinerario è la “via normale” da sud del Velino grazie alla facilità del sentiero e alla Capanna di Sevice (380.5431004, www.montevelinogev.it), aperta e gestita ad agosto e nei weekend, e dotata di un locale sempre aperto. Da Rosciolo si raggiunge il posteggio (1010 m) della chiesa di Santa Maria in Valle. A piedi si segue la strada sterrata che sale al Passo Le Forche (1221 m, 0.30 ore), raggiungibile con auto 4×4.
Il sentiero (segnavia 3) sale verso destra, traversa (1370 m) il Vallone di Sevice, e prosegue a tornanti in una ripida faggeta. Si esce dal bosco, si tocca un ripiano (1775 m, 1.30 ore), e ci si alza fino alla Fontana di Sevice (1975 m), da cui si continua in diagonale fino alla Capanna di Sevice (2119 m, 0.45 ore).
Si riparte per il “sentiero panoramico” che si affaccia sulla Val di Teve, aggira la vetta orientale del Monte Sevice e raggiunge il “sentiero diretto” a una sella (2320 m) da cui appare il Velino. Si continua a saliscendi, lasciando a destra la vetta principale del Sevice e il Costognillo. Da un bivio (2375 m), un ripido sentiero sulle ghiaie porta alla cima (2486 m, 1.30 ore), dove sono la statua della Madonna e la croce. In discesa occorrono 3.15 ore.
L’anello del Velino e del Cafornia, dal rifugio Casale da Monte
(1460 m di dislivello, 7.30 ore a/r, EE)
La cresta Sud-Sud Ovest del Velino offre un percorso tra torrioni rocciosi, con elementari passi di arrampicata. La discesa è monotona e diretta. Da Forme si raggiunge in auto il rifugio Casale da Monte (1150 m, 345.1626570). A piedi, per una strada sterrata, si raggiunge la sella di Fonte Canale e si continua per una carrareccia (segnavia 5) fino a Colle Pelato (1359 m, 0.45 ore).
Il sentiero sale a un bivio (1550 m, 0.30 ore) ai piedi del Canalino, va a sinistra, lascia a sinistra la Grotta di San Benedetto e supera delle ghiaie e poi un breve gradino roccioso (I grado). Un tracciato più comodo obliqua verso la cresta, e la risale a tornanti fino a delle placche di roccia compatta (1900 m, 1.15 ore).
Si affronta un tratto ghiaioso, si torna a destra per una rampa (passo di I grado) e si sale a un’anticima (2201 m, 0.45 ore). Si scende a una sella rocciosa verticale, poi si risale per un canalino che si scopre all’ultimo momento. Tratti di sentiero e facili rocce portano a una seconda anticima e alla vetta (2486 m, 0.45 ore).
In discesa si segue un sentiero ghiaioso verso nord. A un bivio (2375 m) si va a destra, sulla cresta (segnavia 1) verso la Cima Avezzano (2378 m), il Monte Cafornia (2405 m) e il Pizzo Cafornia (2424 m, 1 ora). Si riparte sul sentiero (segnavia 7) che scende per una panoramica cresta e prosegue per prati e ghiaie sulla Costa Cafornia. Si raggiunge (1680 m, 1.15 ore) un sentiero a mezza costa, lo si segue verso destra su terreno scomodo, poi si torna al percorso di salita e al Casale da Monte (1.15 ore).
Dal Piano di Pezza al rifugio Sebastiani e al Velino
(1150 m di dislivello, da 7 a 8 ore a/r, E)
La storica “via degli Aquilani” sale da Piano di Pezza al Velino. Consigliato il pernottamento al rifugio Vincenzo Sebastiani (368.279463, www.rifugiovincenzosebastiani.it), della sezione di Roma del CAI, completamente rinnovato nel 2022 e gestito per tutta l’estate.
Da Rocca di Mezzo si sale in auto al Vado di Pezza, si scende (per la sterrata di sinistra!) sul Piano di Pezza, e lo si traversa fino al posteggio di Capo Pezza (1535 m, 5,5 km dal Vado). Si continua a piedi sul sentiero (segnavia 1 e 1C) che sale nella faggeta fino a un bivio (1793 m, 0.45 ore) dove il percorso diretto va a sinistra e consente di risparmiare 0.30 ore. Per raggiungere il rifugio si sale a destra (segnavia 1C), e si risale un severo vallone fino al Sebastiani (2102 m, 0.45 ore).
Si riparte per un tracciato a mezza costa che traversa ai piedi del Costone, esce in cresta in vista del Velino e ritrova il tracciato diretto. Si scavalca il Colle dell’Orso, si raggiunge un bivio (2210 m) ai piedi della Punta Trento, e si scende per pascoli fino al Colle del Bicchero (2075 m, 1.15 ore), tra la Val di Teve (a destra) e la Val Majelama.
Il tracciato risale, sfiora il Monte il Bicchero e continua a saliscendi per prati. Una cresta rocciosa conduce al Monte Cafornia (2405 m, 1 ora), da cui si può raggiungere a sinistra l’omonimo Pizzo (2424 m, 0.15 ore a/r). Si continua accanto al crinale, si tocca o si lascia a destra la Cima Avezzano (2378 m) e si raggiunge un bivio (2375 m) ai piedi della cresta Nord est del Velino. Un tratto faticoso porta in cima (2486 m, 0.45 ore).
Al ritorno occorrono 3 ore se si scende dal Colle dell’Orso, e 3.30 se si ripassa per il Sebastiani.