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Spedizioni in stile alpino in Pakistan: le sfide della stagione estiva

La stagione estiva si fa interessante in Pakistan, gli alpinisti abbracciano lo stile alpino per scalare alcune delle montagne più imponenti

In Pakistan la stagione estiva si sta facendo interessante, soprattutto per le spedizioni con pochi componenti e in stile alpino. Vediamo quali cordate si stanno acclimatando o sono già in azione sulle grandi montagne dell’Himalaya (al quale appartiene il Nanga Parbat), del Karakorum e dell’Hindu Kush, che da qualche anno è stata riscoperta dagli alpinisti.

Kazuya Hiraide e Kenro Nakajima sul Tirich Mir

La cordata giapponese, già premiata diverse volte con il Piolet d’Or, tenterà la salita del Tirich Mir (7708 metri) per l’inesplorata parete Nord. Si tratta della vetta più alta dell’Hindu Kush, la catena montuosa dove s’incontrano il Pakistan e l’Afghanistan. La prima salita della montagna è stata effettuata nel 1950, per il versante Sud, da una spedizione norvegese diretta da Arne Naess. Nessuno ha mai scalato la parete Nord, di cui non esistono neanche fotografie.

Kazuya Hiraide ha questa parete come obiettivo dal 2019, quando non riuscì a ottenere i permessi di scalata: adesso è finalmente arrivato il momento di confrontarsi con l’impresa. I due giapponesi intendono tentare la salita in stile alpino, senza l’utilizzo di ossigeno supplementare e corde fisse, né l’impiego di portatori d’alta quota. Il piano prevede di installare il campo base a 4000 m di altitudine, e cercare una linea di salita sulla parete che dovrebbe innalzarsi per 2000 metri di dislivello verso la vetta del Tirich Mir.

Un team spagnolo sul Saraghrar

Una squadra spagnola si sta dirigendo verso il Saraghrar (7338 metri), uno dei massicci più alti dell’Hindu Kush, la cui prima salita, nel lontano 1959, è stata effettuata da una spedizione romana diretta dal fiorentino Fosco Maraini. Il team è composto da Bru Busom, Marc Toralles, Oriol Baro e Guillem Sancho, tutti alpinisti di buon livello, che dovrebbero aver raggiunto il campo base. Non si sa ancora quale via di salita intendano seguire, ma vista l’esperienza del team non c’è dubbio che il progetto sarà ambizioso.

Una spedizione ungherese sull’Istor-O-Nal

Troviamo ancora una spedizione nell’Hindu Kush: David Klein e Bence Kerekes stanno tentando la salita dell’Istor-O-Nal (7403 metri), la terza vetta della catena montuosa. Gli ungheresi hanno già iniziato la scalata. La montagna è ancora carica di neve, ma i due sono riusciti a farsi strada fino a 6.210 m, dove hanno montato il loro campo II.

Muchu Chhish, Nanga Parbat, Hidden Peak

La spedizione ceca diretta al Muchu Chhish (7453 metri), nella catena del Batura, la seconda cima non ancora scalata della Terra, sta completando l’acclimatamento.

Secondo quando affermato da Tomas Petrecek in un post, il primo obiettivo del team, composto anche da Pavel Korinek, Radoslav Groh e Pavel Bem, è lo Spantik (7027 metri), che stanno tentando di salire lungo la via normale da Sud.

Sono impegnati nel Karakorum anche Pipi Cardell e Denis Urubko. I due alpinisti, il cui obiettivo è aprire una nuova via in stile alpino sull’Hidden Peak (o Gasherbrum I, 8080 metri), stanno continuando l’acclimatamento sul Khosar Gang (6040 m).

Non si hanno invece ancora notizie di David Goettler e Benjamin Védrines, che stanno tentando l’ascesa della parete Rupal del Nanga Parbat in stile alpino.

La nuova sfida di Anna Tybor

Sul Broad Peak (8051 metri), uno dei progetti più interessanti è quello di Anna Tybor. Lo citiamo benché non si tratti di una spedizione in stile alpino. La polacca intende essere la prima donna a realizzare la discesa con gli sci dalla vetta, dopo aver salito la montagna senza ossigeno supplementare. Con lei sono Tom Lafaille e il fotografo Piotrek Drzastwa. Tybor è diventata nel 2021 la prima donna a scendere con gli sci dal Manaslu, e la prima donna polacca a sciare dalla vetta di un Ottomila: questa spedizione potrebbe farle guadagnare un terzo record.

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