AlpinismoAlta quota

“Che esperienza incredibile” Anna Tybor e Marco Majori raccontano il loro Manaslu

Anna Tybor, Marco Majori e federico Secchi sono i tre alpinisti che lo scorso 30 settembre hanno sciato le nevi del Manaslu, dalla cima fino al campo base. Per tutti si è trattata della prima esperienza a quota ottomila coronata da un’adrenalinica discesa su neve perfetta, per Anna ha significato molto di più. A lei va infatti la prima discesa integrale Manaslu con gli sci. “Sono soddisfatta e contenta, anche se non ho ancora maturato quanto fatto. Tutto il duro lavoro di preparazione è stato ripagato dal successo della spedizione” commenta Anna.

“Abbiamo cercato un Ottomila basso, gestibile” spiega Majori. “Il Manaslu è molto nevoso, così abbiamo abbinato alla salita l’ambizione di scendere con gli sci, sia per essere più veloci che per dare un taglio più moderno alla spedizione, per differenziarci”.

La spedizione è partita subito con il piede giusto?

“Non esattamente. Nei primi giorni abbiamo avuto un alternarsi di pioggia e neve continuo. Subito abbiamo pensato che non fosse finito il monsone, poi ci siamo resi conto della particolarità di questa stagione. In generale abbiamo incontrato condizioni molto brutte fino a campo 1, sopra la meteo era più variabile e si avevano più giorni di bel tempo anche se durante la notte le nevicate sono state quasi una costante.”

Quante giornate di sole avete avuto?

“Si contano sulle dita delle mani. Nonostante questo siamo stati bravi, grazie a un minimo di supporto meteo dall’Italia, a trovare due finestre utili per l’acclimatazione e per portare avanti il tentativo di vetta.”

Tentativo che è andato a buon fine regalandovi l’ebrezza della discesa con gli sci. Anna, come ci si sente a essere la prima donna a sciare integralmente il Manaslu?

“Sono sicuramente contenta, anche se devo ancora smaltire la stanchezza. Devo dire che non sono ancora riuscita a realizzare bene quanto portato a termine. Soddisfazione e felicità, sono le prime parole che mi vengono in mente. Il lavoro che ha portato a questo risultato è stato tanto e molto impegnativo, tutto è stato ripagato.”

Ti aspettavi un battesimo così sugli Ottomila?

“No, anche perché tutta la spedizione è stata veramente complessa.  Prima della partenza abbiamo dovuto fare un grande lavoro per trovare gli sponsor con cui, forse più difficile che poi scalare e sciare. Sapevo del fatto che ancora nessuna donna era scesa senza ossigeno dalla cima calzando gli sci, ma non era quello il mio obiettivo primario. Volevo fare bene e godermi l’esperienza. Divertirmi cercando di comprendere cosa potesse significare sciare sulle più alte montagne della Terra.”

Marco, ci racconti qualcosa in più su questa discesa?

“È stata bellissima. Incredibile sciare a ottomila metri. Sei molto più veloce, anche se fai molta più fatica a causa della mancanza di ossigeno. Ma se sei un buon sciatore non puoi che divertirti. Ovviamente sei molto esposto a rischio perché a quelle quote difficilmente riesci a reagire con prontezza, ma fortunatamente tutto è andato per il meglio.”

Dove si trovano i rischi maggiori?

“Quando durante la discesa devi lasciare la traccia di salita per andare a prendere pendii che potrebbero essere soggetti a valanghe. Se capita è quasi impossibile fare autosoccorso, per questo bisogna prestare molta attenzione. Io, personalmente, mi sono sentito esposto.”

Che condizioni avete incontrato?

“Tutte le sfumature della neve. Dalla polvere a quella crostosa, dalla neve primaverile a quella dura. È stato incredibile. Anche ricercare linee di discesa diverse per bypassare i crepacci dove sarebbe stato necessario attaccarsi alla corda. Siamo riusciti a sciare tutto, tranne che per un paio di calate, con gli sci ai piedi, tra campo 2 e campo 1,  dove si trova la seraccata.”

La vostra spedizione non ha utilizzato portatori d’alta quota e non ha lasciato tracce del proprio passaggio sulla montagna, giusto?

“Siamo stati tra i pochissimi senza portatori. Abbiamo portato tutto sulle nostre spalle, ci siamo allestiti i campi da soli e, chiaramente, alla fine abbiamo riportato tutto a valle. Un lavoro duro, che ci ha tolto molte energie, ma che andava fatto. La soddisfazione per aver rimosso ogni nostra traccia è stata molto grande.”

Anna, dopo questo primato stai già immaginando la prossima spedizione?

“Ho tanti progetti in mente. Non so ancora se il prossimo sarà a ottomila metri, oppure su qualche montagna più bassa ma di maggior impegno tecnico sugli sci. Per ora il mio obiettivo è tornare ad allenarmi per le gare. A metà dicembre abbiamo la Coppa del Mondo di scialpinismo.”

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3 Commenti

  1. …” Abbiamo portato tutto sulle nostre spalle, ci siamo allestiti i campi da soli e, chiaramente, alla fine abbiamo riportato tutto a valle.”…
    Quanti ?
    Come ?
    Quando ?
    Tende, cibo, fornelli, ricambi, sacchi a peli, materassi ,,, negli zaini (nelle foto sempre piccoli) mentre scendevano sciando ?
    Comunque sia, bella sciata !!!

    1. Sempre polemico, ho notato che non commenti mai positivamente nessuna notizia. Perché non sali tu un 8mila in solitaria e, scendendo in slittino, riporti in Italia anche le carte delle caramelle?

      1. Non è polemica, è solo uso del cervello e quello che mi proponi mi sembra una sciocchezza.
        Di sicuro non ci capiamo.
        Eccoti una cosa positiva, almeno per me e ai giovani dico di fare cose simili a questa, non fare i turisti in montagna, perché è pericolosa e tanto vale fare roba difficile così si sta attenti e ci si impegna a fondo.

        https://www.youtube.com/watch?v=ViSXePkt7t8

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