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Jacopo Larcher ripete Meltdown, l’iconica fessura di Beth Rodden a Yosemite

“Ricordo di aver visto il video dell’incredibile prima salita di Beth Rodden, nel 2008; la via mi sembrava così bella, eppure completamente fuori dalla mia portata. Poterla salire in quel momento, mi sembrava impensabile”. Sono passati 14 anni e Jacopo Larcher ce l’ha fatta a salire Meltdown a Cascade Creek, nella Yosemite Valley.

Meltdown ha un qualcosa di iconico. È una fessura nel granito di Yosemite liberata nel 2008 Beth Rodden, che ne propose il grado 8c+ trad. Un grado che la faceva diventare una delle linee trad più difficile degli Stati Uniti e la più dura mai liberata da una donna. 15 metri di fessura leggermente strapiombante dove poter incastrare solo le dita, che hanno reso Meltdown irripetibile per esattamente 10 anni. Poi, nel 2018, arrivò lo statunitense Carlo Traversi.

L’avventura di Larcher su Meltdown è iniziata prima, nel 2016, quando assieme alla compagna Barbara Zangerl aveva dedicato un paio di giorni a studiarne i movimenti. Una prima conoscenza, i due climber erano infatti in Yosemite per arrampicare su El Cap. Ma sono bastati per farla entrare nella mente di Jacopo. “Siamo rimasti entrambi sorpresi dalla bellezza della linea, oltre che dalla sua difficoltà. Non si trattava assolutamente di sottili incastri delle dita, ma di una arrampicata in opposizione molto potente su appigli estremamente cattivi e vetrosi. Dopo quei due giorni sono rimasto ancora più impressionato dalla salita di Beth Rodden” spiega il climber.

“Ci sono molte salite trad difficili in tutto il mondo, ma poche sono diventate iconiche. Per me Meltdown è sicuramente una di queste. Non so perché, ma in qualche modo aveva un’aura misteriosa. Ricordo di aver visto il filmato dell’incredibile prima salita di Beth Rodden; all’epoca non sapevo molto di arrampicata trad e non riuscivo a capire il significato della via e della sua impresa. La via mi sembrava così bella e allo stesso tempo completamente disperata. Qualcosa di impensabile per me, all’epoca, da prendere in considerazione per l’arrampicata – racconta Larcher -. Alcuni anni dopo, ho iniziato ad approfondire questo stile di arrampicata e ho cominciato a capire che la sua impresa era in anticipo sui tempi. Dopo la sua salita, non si era sentito parlare molto della via, cosa non così comune per una salita molto conosciuta situata proprio nel mezzo della Yosemite Valley. Si diceva che alcuni dei migliori arrampicatori trad del mondo avessero provato la via nel corso degli anni, ma nessuno aveva avuto successo. Si è persino creato il mito che la via avesse un inceppamento così sottile da risultare impossibile per gli arrampicatori con le dita più grandi. Tutto ciò ha aggiunto un po’ di mistero alla via, finché Carlo Traversi, nel 2018, ha finalmente realizzato la seconda salita di Meltdown, confermando l’incredibile impresa di Beth e dimostrando che tutte le “scuse” erano sbagliate”.

Il momento propizio per provare a incastrare le dita nella fessura è arrivato quest’anno, quando Larcher è tornato in Yosemite senza alcun progetto di scalata sulle famose big wall, ma per la lavorazione di un documentario sull’arrampicata trad. “Questa volta ho avuto subito delle sensazioni più positive. Gli appigli erano ancora terribili e la via difficile, ma in qualche modo mi sentivo un arrampicatore (trad) più maturo. Sono rimasto molto sorpreso, ma allo stesso tempo motivato, quando sono riuscito a salire con la corda dall’alto senza cadere al mio terzo giorno di tentativi quest’anno. Dopo di che, ho pensato ingenuamente che sarebbe stata veloce farlo da primo, ma posizionare l’attrezzatura aggiunge un po’ di pepe in più e rende la via decisamente più difficile”. C’è riuscito al quarto giorno di tentativi, non senza lottare fino all’ultimo. Quella di Jacopo Larcher è la seconda ripetizione della via.  

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