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“Artico” di Omar Di Felice, il racconto di un viaggio tra i ghiacci e dentro se stesso

A fine gennaio 2022 l’ultra-cyclist Omar Di Felice lasciava l’Italia alla volta della Kamchatka, nell’estremo est della Russia, per dare il via a un ambizioso progetto: realizzare il primo Giro del mondo artico (Arctic World Tour), in bicicletta, in solitaria e in modalità “unsupported”. 4200 i chilometri da affrontare su due ruote, dalla Russia all’Alaska con l’obiettivo di raccontare “cosa accade lassù giorno dopo giorno, anno dopo anno”. Una sfida nella sfida, che allo sforzo fisico ha visto associare un forte impegno di divulgazione scientifica, con la realizzazione di una serie di dirette dall’Artico in compagnia di climatologi, scienziati, esperti di sostenibilità e green economy, volte a rendere partecipe il pubblico dell’avventura estrema in corso di svolgimento ma anche più consapevole della fragilità di quel mondo attraversato in sella a un mezzo, simbolo di un modo di vivere e spostarsi rispettoso dell’ambiente. Avventura che è possibile rivivere attraverso gli occhi di Omar nel libro di recente pubblicazione “Artico. Guardate con me il mondo che cambia” (Baldini + Castoldi, 2022), che si presenta come un diario di viaggio, senza filtri né censure.

Un viaggio tra i ghiacci e dentro se stesso

Il libro prende il via da una data precisa: il 18 dicembre 2021, giorno in cui l’idea dell’Arctic World Tour è balenata nella mente dell’ultra-cyclist romano, in un momento di relax nelle acque termali del lago Myvatn, in Islanda, al termine di un anno ricco di avventure, iniziato con la lunga traversata in bici fino al campo base dell’Everest, proseguito con la vittoria alla Race Across France e conclusosi con un viaggio di oltre 2000 km da Milano a Glasgow per raggiungere in bici la COP26, il meeting delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Una idea di non facile maturazione quella del Giro del mondo artico, con la mente già proiettata al dopo, all’avventura che lo vedrà a breve tentare di realizzare la prima traversata dell’Antartide in bicicletta in solitaria attraverso il Polo Sud (un pensiero quest’ultimo, che permea le pagine di “Artico”, rendendo l’esperienza nell’estremo nord del Pianeta preludio a quel “sogno che cullo sin da quando, poco più che bambino, passavo le mie serate leggendo i libri sulle più grandi traversate della storia dell’esplorazione moderna”).

E di non facile pianificazione, considerando i tempi stretti. Ma a distanza di poco più di un mese da quella ispirazione giunta nella terra del ghiaccio e del fuoco, tutto è pronto a livello logistico per volare in Russia e dare il via al secondo capitolo del progetto “Bike to 1.5°C”, avviato con il viaggio alla COP26. Obiettivo: partire dalla Kamchatka, proseguire attraverso la Lapponia (Russia, Svezia, Finlandia e Norvegia), toccare le isole Svalbard prima di “balzare” in Groenlandia per percorrere l’Arctic Circle Trail, in Islanda per esplorare la regione di Snæfellsnes e infine in Nord America, per affrontare in un ultimo sforzo, una lunga pedalata nelle regioni artiche di Yukon e Alaska, spingendosi fin oltre la linea di demarcazione del Circolo Polare Artico.

A non essere totalmente pronto alla partenza è il suo protagonista, avvolto da un’aura di malinconia. Una sensazione che, seppur attenuandosi allo scorrere dei chilometri, si presenta come sottofondo sfumato dell’intero viaggio, accanto alle note dei Sigur Rós. A dare energie al viaggiatore solitario sono le luci dell’aurora boreale e, in particolare nel complicato avvio in terra russa, gli incontri con una umanità perduta, sconosciuti pronti ad aprire la porta di casa, a servire brodi indecifrabili e scambiare sguardi parlanti, comunicando preoccupazione, stupore, ammirazione con gli occhi, là dove la lingua rappresenta un ostacolo.

L’Omar Di Felice che affronta l’Artico non è un supereroe, è un essere umano che non nasconde insicurezze, timori, errori causati da un istinto che talvolta prende il sopravvento. Nel suo avanzare in una natura silenziosa, si ritrova ad affrontare più cadute emotive che fisiche, sferzato da folate di emozioni che spirano come un vento contrario, sfuggendo a cassetti del passato improvvisamente riaperti, carichi di ricordi e qualche rimpianto. “Benché stia cercando di annotare e raccontare tutto ciò che trovo lungo il cammino, credo che il percorso più difficile è quello che sto vivendo dentro di me.”

Nonostante tutto, tra bufere di neve e pensieri, Omar avanza, pedala anche con la febbre alta, fisso sul suo obiettivo ma attento ai segnali della natura. “In fondo è la natura a decidere quando passare e quando, invece, fermarsi”. E senza mai mollare raggiunge il punto finale della sua traversata, laddove il Circolo Polare Artico interseca la Dalton Highway, in Alaska, con il silenzio come “unico tifoso a bordo strada” e “la natura unica spettatrice intorno a me”.

Titolo: Artico. Guardate con me il mondo che cambia
Autore: Omar Di Felice
Editore: Baldini + Castoldi
Pagine: 192
Prezzo: 18 €

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