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Rocce, boschi, artigiani e limoni. Le bellezze della Costiera Amalfitana secondo Natalino Russo

L’autore e fotografo nato ai piedi del Matese pubblica la guida ai “111 luoghi della Costiera Amalfitana che devi proprio scoprire”. Un libro affascinante con tanti suggerimenti preziosi

Il giovane pastore Antonio Milo, a sentire lui, vive e lavora “in un carcere a porte aperte”. Il suo ovile è in territorio di Agerola, in vista del mare e di Capri. Le sue capre brucano sui ripidi (o ripidissimi) pendii erbosi traversati dal Sentiero degli Dei, che da qualche anno, soprattutto a primavera, viene preso d’assalto da camminatori arrivati da ogni parte del mondo. 

C’è anche un dettaglio sorprendente, perché il mulo che accompagna Antonio nei suoi andirivieni dall’ovile, e che trasporta il latte e il formaggi, si chiama Limone. Un nome – e naturalmente un frutto – che sono da secoli simboli della Costiera Amalfitana, la strettissima striscia di terra che comprende Amalfi, Positano e altri centri famosi. E che si allunga da Vietri sul Mare fino a Punta Campanella, proprio di fronte ai Faraglioni. 

Natalino Russo, fotografo, scrittore e giornalista nato a Caserta, e che dedica gran parte del suo lavoro alla Campania, racconta la storia del pastore Antonio Milo in “111 luoghi della Costiera Amalfitana che devi proprio scoprire” (236 pagine, 16,95 euro), una elegante guida appena pubblicata dalla Emons. La formula, e la collana, sono le stesse usate per le Dolomiti, per Roma, per New York e per decine di altre mete. 

Nel mestiere del recensore la pignoleria è necessaria, ed è bene precisare subito che la guida di Russo non comprende solo la Costiera Amalfitana in senso stretto, ma anche la costa di Sorrento e Vico Equense, dall’altro lato della Penisola Sorrentina, e perfino Gragnano, cittadina dell’entroterra celebre per i suoi pastifici. Non è una critica ma un complimento, però, perché la scelta di spunti e di mete, in questo modo, diventa ancora più vasta. 

Amalfi, Ravello, Positano, Sorrento e i centri che li circondano sono dei luoghi straordinari, ricchi di storia, di monumenti e di sapori. L’autore, nello scegliere i suoi “111 luoghi”, è andato in cerca di chiese e di palazzi storici, di monumenti archeologici e musei, di mosaici, di santuari e di giardini gioiello. 

Com’era ovvio in questa splendida parte del mondo, Natalino è andato anche in cerca di sapori. Oltre ai formaggi di capra di Antonio Milo e agli onnipresenti limoni, l’elenco comprende produttori di pomodorini e cioccolata, e una scelta di pasticcerie e ristoranti da far venire l’acquolina in bocca. A Gragnano, l’autore ha raccontato e fotografato il panuozzo, “una specie di grande panino allungato” farcito nella versione soft con pomodoro e mozzarella, e in quella più tosta con friarielli e salsiccia. 

Testimoniano di una civiltà ancora viva e vitale i molti artigiani della Costiera che lavorano metalli preziosi o corallo, che rimettono a posto antichi strumenti musicali, o che producono ceramiche, corde o carta. Se i maestri d’ascia di Piano di Sorrento testimoniano del rapporto di questa terra e della sua gente con il mare, la bottega della famiglia Paolini, maniscalchi in Gragnano, racconta che anche oggi, da queste parti, i muli conservano un ruolo importante.

Non c’è niente da fare, la Costiera Amalfitana è ripida. Chi la frequenta lo sa, e la apprezza proprio per questo spiega con un sorriso Natalino Russo. Gli escursionisti e i climber che arrivano dall’Italia e dal resto del mondo vengono qui per le vette e la roccia, e poi scendono verso il mare, i monumenti e i sapori. Agli altri, dai clienti degli hotel cinque stelle ai turisti dei viaggi organizzati, basta alzare gli occhi dal Duomo di Amalfi, dai giardini di Ravello e dalle spiaggette di Positano e Sorrento per vedere rocce, boschi e ancora rocce.  

Natalino Russo, oltre a essere autore e fotografo, ha un passato da speleologo ed è un esperto di cammini e sentieri. Due passioni che lo hanno aiutato a inserire, tra i suoi “111 luoghi”, monumenti naturali come la Grotta dello Smeraldo di Conca dei Marini e l’arco naturale del Montepertuso. Non mancano modi veloci di apprezzare il dislivello, come la funivia del Faito e la zipline di Furore. Poi ci sono santuari naturali come il Vallone del Porto di Positano, e l’invito ad ammirare la Costiera da un kayak. 

Sentieri con vista

Ma c’è anche un vero (e a volte rude) escursionismo. Al celebre Sentiero degli Dei, che collega il “piccolo Tibet” di Agerola con il borgo di Positano, si affianca la facile ma impressionante salita al Molare di Sant’Angelo a Tre Pizzi, la vetta più alta della zona, che si affaccia sull’azzurro del mare da 1400 metri di quota. La salita da Maiori al Santuario dell’Avvocata, in buona parte a gradini, ha 825 metri di dislivello.  

All’opposta estremità della Costiera Amalfitana, di fronte al Tirreno aperto e a Capri, sono Punta Campanella, un belvedere che si raggiunge con una comoda passeggiata in discesa, e la splendida Marina di Ieranto salvata dalla speculazione grazie a un intervento del FAI. Nel Vallone delle Ferriere, che scende al mare di Amalfi, cascate e grandi felci tropicali (la più bella è la Woodwardia radicans) confermano che la Costiera è un luogo unico, e sa evocare molte altre parti del mondo.     

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