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Omar Di Felice al campo base dell’Everest: “Un sogno che si avvera”

1294 chilometri e 33630 metri di dislivello, sono questi i numeri della nuova avventura di Omar Di Felice, l’ultraciclista romano che ha completato la sua traversata invernale dell’Himalaya in bici raggiungendo il campo base dell’Everest. Non è il primo ad arrivarci in bici, in passato ci sono stati diversi appassionati che da Lukla hanno compiuto sulle due ruote il percorso che raggiunge le pendici della più alta montagna della Terra, ma si tratta di esperienze diverse. Di Felice, prima di raggiungere l’Everest si è cimentato in una lunga traversata della catena himalayana che l’ha portato prima alla scoperta della regione del Mustang attraverso passi di 4 e 5mila metri poi, dopo essere rientrato nella capitale nepalese ed essersi concesso una giornata di riposo ha ripreso a pedalare verso Lukla e da lì in direzione del campo base.

Un’avventura che ha messo a dura prova il cliclista, soprattutto per la quota e per le temperature sotto lo zero termico, ma che gli ha permesso di vivere un’esperienza unica sotto molti punti di vista. Dalla possibilità di attraversare territori ancora selvaggi, agli incontri con gli abitanti. Un vero e proprio scambio culturale che vede da un lato la fatica della bici e dall’altra parte una vita semplice condotta ai piedi delle grandi montagne. Poi su verso l’Everest, per Di Felice un vero e proprio sogno che si avvera poter osservare il tetto del mondo con i suoi occhi. Un momento che ha vissuto carico di emozione in un mix di stanchezza e pura gioia.

Omar, quanto tempo hai impiegato per pedalare da Kathmandu al campo base dell’Everest?

“Come avete giustamente detto io ho pedalato dalla capitale nepalese fino al campo base. Tolti i primi chilometri nei dintorni della capitale il percorso diventa una mulattiera su cui corrono le auto, qui ho compreso la ragione per cui i trekking partono da Lukla e non dalla capitale: sarebbe difficile e poco piacevole camminare su queste strade.

Venendo alla domanda ho impiegato 7 giorni per andare da Kathmandu a campo base, dai 1300 metri agli oltre 5000 del campo base.”

Quanto di questo percorso è stato pedalabile?

“I primi due giorni sono stati pedalabili al 100%, sono arrivato quasi alle porte di Lukla completamente pedalando. Da qui in avanti è stato un 60% di portage, come lo chiamano in gergo gravel, e un 40% di pedalato.”

I post pubblicati mostrano una grande emozione alla vista dell’Everest…

“Io ho sempre vissuto con questo mito dell’Everest e quando l’ho visto mi sono emozionato. Non perché sia la montagna più bella al mondo o perché non ho mai visto una montagna prima. Sicuramente sulle Alpi ci sono montagne più suggestive, ma anche qui in Himalaya. L’Annapurna mi ha fatto molto più effetto da un punto di vista scenografico. L’Everest era il punto di arrivo della mia avventura e quando ho raggiunto il campo base trovandomelo davanti è stato un momento unico.

Quando poi ho avuto modo di osservare il famoso ghiacciaio del Khumbu ho provato a immaginare cosa possa voler dire salirlo. Un alpinista deve passare quella roba lì per poter raggiungere la vetta della montagna, questo mi ha colpito forse più della vista dell’Everest.”

Complimenti Omar, hai già in mente una nuova avventura?

“A luglio compio 40 anni e volevo regalarmi un’avventura particolare. Non dico più o meno estrema, non amo misurarmi su questo concetto. Volevo vivere un’esperienza da ricordare in modo profondo. So che mi sto godendo il risultato raggiunto, mi sto godendo la bellezza di questi territori e la grande soddisfazione di aver raccontato la mia esperienza coinvolgendo le persone attraverso la narrazione. La cosa più bella di questa avventura è stata quella di portare gli appassionati dentro il mio stesso sogno.

Nel futuro prossimo ci sono alcuni progetti in Italia, tra cui uno dedicato alla sicurezza in strada, tema a me molto caro.”

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5 Commenti

    1. Almeno riduci un po’ il peso, visto che te lo dovrai portare in spalla… Altro che 40% di ‘portage’, chi ha fatto il trekking sa che la bici te la devi tenere in spalla quasi sempre. Mi sembra un’idiozia questa impresa anche se ammiro tenacia e spirito di avventura del protagonista

        1. È veramente interessante sapere che per le regole del parco Nazionale del Sagarmatha (Everest) sarebbe vietato portare o usare le mountain bike (o altre bici) come visitatore nel interno dell’area protetta del parco nazionale. Purtroppo il governo nepalese non ha i mezzi sempre per implementare le proprie leggi e regole e quindi cetra gente ignora le leggi del paese per dubbiosi tentativi di marketing.

  1. Certo molto sportivo.
    Al CB Nord avrebbe fatto tutto in sella,
    volendo poi fino a 6ooo (con permesso).
    NB: La è Pass.

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