Meridiani Montagne

Appennino e spopolamento, i marroni di Marradi ci salveranno?

In cordata

Come promesso, parliamo di castagne, anzi di marroni. Quelli di Marradi, comune dell’Alto Mugello che fa parte della città metropolitana di Firenze (anche se geograficamente si trova già sul versante romagnolo dell’Appennino). A Marradi si coltiva il Marron buono di Marradi, che si è guadagnato il marchio IGP ed è celebrato in una classica sagra delle castagne. A Marradi giustamente c’è anche uno stabilimento di trasformazione del marrone, l’Ortofrutticola Mugello, che impiega dieci dipendenti fissi e oltre sessanta stagionali, e lavora in media 50 tonnellate di marroni l’anno. Una piccola azienda, ma significativa, per un comune di 3000 abitanti che nel paragrafo Industria e servizi della voce Wikipedia enumera zero industrie e zero servizi.

Marradi è il classico borgo d’Appennino, che ha perso due terzi della popolazione nell’ultimo secolo e vive di pendolarismo o emigrazione: per arrivare a Faenza, la città più vicina, ci vogliono tre quarti d’ora d’auto, per Bologna un’ora e mezza. Molti marradesi ci vanno per lavoro tutti i giorni, ma c’è di che scoraggiarsi.

Il destino delle aree interne

Alla fine di gennaio 2022 una tegola cade sul paese dei marroni: il nuovo proprietario della fabbrica, il gruppo bergamasco Italcanditi, preannuncia la chiusura e il trasferimento delle lavorazioni al nord. Sindacati in agitazione, manifestazioni pubbliche, tavoli con assessori e amministratori regionali: tutto per dieci posti di lavoro? Non solo. È chiaro a tutti che in gioco, un pezzo per volta, è il destino delle aree interne.

Dopo un mese di trattative, l’Italcanditi rilancia con un piano industriale di segno opposto: ci saranno investimenti per l’ammodernamento, pare, e si salvaguarderanno tutti i posti di lavoro, fissi e stagionali. Obiettivo, una produzione di 700 tonnellate entro il 2026. C’è qualcosa che non quadra, tra un annuncio di chiusura e la promessa di decuplicare la produzione (e con quali castagne poi? Di prodotto autoctono, dati di Confagricoltura alla mano, se ne vede sempre di meno). Ma per ora i marradesi respirano.

100 milioni per contrastare lo spopolamento

Un respiro di sollievo potrebbero tirarlo anche tutte le aree interne a rischio spopolamento. Notizia del 10 marzo è che il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge recante “Disposizioni per lo sviluppo e la valorizzazione delle zone montane”. Il ddl si pone l’obiettivo di “contrastare lo spopolamento della montagna italiana” attraverso “la crescita e lo sviluppo economico e sociale, l’accessibilità dei servizi essenziali e delle infrastrutture digitali, il godimento effettivo dei diritti fondamentali della persona nei territori montani”. Stanziamento previsto di 100 milioni di euro per il 2022 e 200 a partire dal 2023. Sembrano tanti soldi? Vi assicuro che non lo sono, almeno per gli obiettivi individuati: sanità di montagna; scuole di montagna; servizi di telefonia mobile e accesso a internet; incentivi agli imprenditori agricoli e forestali; misure fiscali di favore per le imprese montane “giovani”. Se consideriamo che questi interventi strutturali dovrebbero spalmarsi su mille chilometri di Appennino, oltre alle aree alpine depresse (tutte quelle che non si chiamano Cortina o Courmayeur), è anzi una goccia nell’oceano. Ma la direzione è quella giusta, a patto che il ddl si trasformi in legge ordinaria e i finanziamenti arrivino davvero. Staremo a vedere.

Noi intanto facciamo la nostra parte. Cosa potremmo fare? Ordinare online i marroni di Marradi, per esempio. O meglio andare a Marradi a trascorrere un weekend o una vacanza breve. Il comune offre 120 chilometri di sentieri, dai castagneti fino alla cima del Monte Lavane, 1241 metri, e perfino cinque rifugi. Possiede castelli, chiese e abbazie romaniche, memorie antifasciste, ristoranti e agriturismi con i sapori della “Romagna fiorentina”, funghi, cacciagione, tagliolini di farina di castagne. Portare soldi, anche pochi, sul territorio è un modo concreto per farlo vivere. E un po’ d’aria fresca ci farà bene.

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