BERGAMO — Roberto Piantoni ha solo 28 anni. Ma il suo talento lo ha già portato nella ristretta cerchia degli alpinisti italiani che sono riusciti a raggiungere il tetto del mondo (8.848 metri) senza l’utilizzo di ossigeno. Un ottimo risultato, su cui aleggia, però, l’ombra dell’accusa di omissione di soccorso ricevuta dalla guida americana Dan Mazur. Ascoltate l’esclusiva videointervista in cui Piantoni racconta la sua esperienza ai microfoni di Montagna.tv.
Roby Piantoni ha raggiunto la vetta dell’Everest il 26 maggio scorso con il compagno Marco Astori lungo la via del Colle Nord, sul versante tibetano della montagna. Senza mai utilizzare l’ossigeno.
"Quando torni a casa ti sembra di aver vissuto qualcosa di grandioso, di extraterreno – commenta Piantoni -, eppure non riesci a spiegarlo. Forse sei stato in paradiso… ma non lo sai". (Vedi Gallery: Roby Piantoni in vetta all’Everest)
Come lui, solo un’elìte di nomi altisonanti dell’alpinismo nazionale: Reinhold Messner (1978-1980), Battistino Bonali (1991), Mario Panzeri (1992), Marco Bianchi e Reinhard Patscheider (1995), Hans Kammerlander (1996), Silvio Mondinelli (2001). Karl Unterkircher, Alex Busca e Claudio Bastrentaz (che nel 2004 sono rimasti sulla cima per ben 3 ore effettuando rilevazioni scientifiche).
Il giovane alpinista ha messo in tasca il suo primo 8000 nel 2003: il Gasherbrum 2 (8.035 metri, in Pakistan). Dopo un tentativo al Manaslu nel 2004, ha partecipato alla spedizione Broad Peak 2005 di Mario Merelli e raggiunto la cima middle (8.030 metri d’altezza) nel 2005.
Un discreto curriculum, che sta però in qualche modo risentendo dell’accusa lanciata contro Piantoni dalla guida americana Dan Mazur sul quotidiano inglese The Guardian. Ma il giovane bergamasco non ci sta, e difende la sua professionalità. Sentite il racconto dalla sua stessa voce, nella video-intervista esclusiva di Montagna.tv.
Sara Sottocornola
Guarda il video del suo arrivo in cima all’Everest