AlpinismoAlta quota

Dhaulagiri. La stagione entra nel vivo, con qualche sorpresa

Inizia a esserci un certo fermento sulle pendici del Dhaulagiri (8167 m). Carlos Soria è atteso al campo base nei prossimi giorni. Il trio costituito da Peter Hamor, Horia Colibasanu e Marius Gane ha festeggiato la Puja al CB lo scorso 8 aprile. Pronti dunque a tentare di raggiungere la vetta passando per l’inviolata cresta Nord-Ovest. C’è anche chi si è già spinto al C1 per trascorrervi qualche notte. Si tratta di due coppie: Stefi Troguet e Jonatan García insieme a Carla Perez e Esteban “Topo” Mena, nei giorni scorsi saliti fino a quota 6.450 m prima di far ritorno al campo base. Perez e Mena hanno raggiunto la settima montagna del Pianeta intenzionati a tentare anch’essi la cresta Nord Ovest. Un progetto che avrebbe dovuto essere affrontato in compagnia di Cory Richards. Ma dov’è finito Richards? Cerchiamo di fare un recap di ciò che è accaduto ai singoli team negli scorsi giorni per chiarirci le idee.

Carlos Soria: acclimatazione nella Valle del Khumbu

Carlos Soria e Sito Carcavilla hanno concluso nei giorni scorsi la fase di acclimatazione nella Valle del Khumbu, “con una ampia traversata dei contrafforti dell’Island Peak”. Ritornati a Lukla prenderanno un volo per Kathmandu e inizieranno l’avvicinamento al CB del Dhaulagiri.

Per Soria si tratta dell’undicesimo tentativo di ascesa della Montagna Bianca, che rappresenterebbe il tredicesimo Ottomila della sua carriera.

Stefi Troguet, dal Kala Patthar al Dhaulagiri

Stefi Troguet è arrivata carica di entusiasmo in Nepal a metà marzo e ha scelto di acclimatarsi con un trek nella regione dell’Everest insieme al compagno di cordata Jonatan García. Tornati a Lukla il 29 marzo “140km e 7.050 m di dislivello più tardi”, hanno atteso un volo per Kathmandu, in una settimana resa ostile a livello di visibilità dai numerosi incendi divampati nel Sud del Nepal. Dopo una sosta turistica a Pokhara hanno intrapreso i 5 giorni di trek fino al campo base del Dhaulagiri. Lungo il percorso Stefi ha dovuto combattere con qualche problema intestinale ma è arrivata raggiante al CB (4650 m).

“Lo show inizia domani – si legge in un post del 10 aprile, prima di iniziare a salire in quota – . Proveremo a raggiungere il C1 e passare la notte lì. Anche il team impegnato a fissare le corde salirà domani, quindi andremo tutti insieme”. L’11 aprile il messaggio dal Garmin conferma l’arrivo della coppia Troguet-Garcìa a C1, insieme a Carla Perez e Esteban Mena. “Siamo a C1 (5.800m)! Una dura giornata a battere traccia, senza corde fisse. Ma per fortuna ho un team super forte: Jonatan, Carla e Topo”. Dopo una notte trascorsa in quota i quattro si sono portati a 6.450 metri per fare nuovamente ritorno a C1. Nella giornata odierna è previsto il ritorno al campo base.

Le due coppie hanno obiettivi differenti sulla montagna. Stefi e Jonatan puntano a salire lungo la via normale con una spedizione leggera, senza portatori d’alta quota e senza bombole d’ossigeno. La loro avventura himalayana proseguirà nei prossimi mesi in Pakistan, dove tenteranno la salita di Broad Peak e K2.

Carla Perez e Esteban Mena, come anticipato, avrebbero dovuto far parte di un trio con obiettivo la inviolata cresta Nord Ovest. Assieme a loro avremmo dovuto trovare pertanto a C1 anche Cory Richards. A fornire una spiegazione della sua assenza giunge dai social uno sfogo della Perez.

Cory Richards abbandona il campo

“Il 5 aprile, dopo una bella giornata di esplorazione dell’accesso alla via in cui abbiamo anche portato del materiale alla base della parete, abbiamo ricevuto delle pessime notizie. Cory, nostro compagno in questa avventura, ha deciso di non voler proseguire nella spedizionescrive Carla Perez – . Sebbene comprenda che in qualità di esseri umani dobbiamo porre noi stessi al primo posto per far funzionare le cose nella vita, non posso negare che questa decisione è stata un colpo basso, dopo tutto quello che è toccato affrontare per trovare supporto e definire insieme tutta la parte logistica. Siamo al terzo giorno di campo base e abbiamo già perso una parte fondamentale della squadra e ci sentiamo avvolti da una prematura sensazione di frustrazione. La mia preoccupazione più grande è data dal rischio di essere solo in due in parete, su una via di tale portata – spartirsi i carichi, aprire la traccia, affrontare tiri e la cosa peggiore casomai dovesse accadere qualcosa di serio a uno di noi due, tutto questo va al di là del rischio che posso sopportare al momento.”

“Per ora abbiamo iniziato ad acclimatarci sulla via normale che è veramente distante dal nostro campo e abbiamo interrotto la salita circa a C1, cosa che ci è servita per meditare qualche giornoprosegue – . Sono pienamente cosciente di non essere il membro più forte del team o uno dei migliori alpinisti al mondo, pertanto non pretendo che tutto resti come dovrebbe. Abbiamo perso un elemento chiave della squadra e percepire la tristezza di Topo nel vedere svanire un così grande sogno mi ferisce parecchio. Un sogno per il quale ha lavorato veramente tanto. Ma la mia capacità di recupero dai colpi che la vita o la gente mi infligge, mi ha portato lontana in parecchie occasioni. Credo nella forza mentale e nella pace dell’anima al di sopra di ogni altra cosa. Da questo momento lascio che sia il mio cuore a scegliere la soluzione migliore, per fare del mio meglio in questa opportunità di essere ai piedi di una tale meravigliosa e immensa montagna e nell’affrontare il nostro destino con decisione, fiducia, bellezza e senza paura.” 

Colibasanu-Hamor-Gane pronti a entrare in azione

Lo slovacco Peter Hamor e i compagni rumeni Horia Colibasanu e Marius Gane si sono ritrovati al termine delle rispettive acclimatazioni a Kathmandu il 4 aprile, pronti a raggiungere assieme il campo base del Dhaulagiri e tentare nuovamente una impresa sfuggita nel 2019 a causa del vento: l’ascesa lungo la inviolata cresta Nord Ovest.

Hamor ha scelto per la sua acclimatazione la regione dell’Annapurna, Colibasanu e Gane la Valle del Khumbu. Dopo 5 giorni di trek il trio è arrivato a destinazione. L’8 aprile al CB del Dhaulagiri si è svolta la cerimonia della Puja. Propiziate le divinità non resta che attendere di vederli iniziare a salire.

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3 Commenti

  1. Forse si è reso conto che l’obiettivo della cresta per loro era totalmente una pura illusione….. solo parole per farsi pubblicità…. ora dagli “alpinisti di grido”, quelli famosi fra la gente e sempre in prima pagina, sempre più spesso si sentono dire obiettivi strepitosi, senza poi vederli realizzati minimamente.

    Le vecchie fiabe spiegano queste cose umane..

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