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“Con le ciaspole sulle Dolomiti”, una guida per scoprire i Monti Pallidi

A sfogliare questo piccolo ma elegante volume, con le sue bellissime foto, sembra di avere tra le mani un libro fotografico dedicato alla magìa delle Dolomiti d’inverno. Una pagina dopo l’altra, accanto alle immagini dedicate a vette, boschi e rifugi, sfilano tramonti su laghi ghiacciati, raffinati controluce, foto al tramonto impreziosite da sapienti colpi di flash. 

Invece “Con le ciaspole sulle Dolomiti” (Idea Montagna, 276 pagine, 24 euro) è una guida a 45 itinerari invernali ai piedi dei Monti Pallidi. Una raccolta di percorsi da fare con ai piedi le racchette da neve che include mete più che classiche come la Vallunga di Selva Val Gardena e le baite ai piedi delle Odle, la Baita Segantini e i rifugi Sennes e Fanes. Com’è giusto, a itinerari brevissimi e per tutti, come quelli alla volta degli accoglienti rifugi di Gardeccia e Fuciade, si affiancano percorsi decisamente più lunghi, e a volte impegnativi, come l’ascensione a Cima Roma, nelle Dolomiti di Brenta, e la lunghissima risalita integrale della Val Duròn, in Val di Fassa. 

L’intento di questo volume non è cavalcare la spumeggiante cresta dell’onda delle ciaspolate” spiegano nella presentazione Pellegrino e Corriero. Piuttosto vogliamo suggerire che il brivido della velocità in pista, quella che scompiglia i capelli regalando un impagabile senso di onnipotenza, è solo un modo per incontrare la montagna d’inverno. L’altro modo sta nell’intima relazione che si crea con la natura”. 

Invece la guida di Federica e di Marco, com’è giusto, quella “cresta dell’onda” la cavalca, e fa bene. Fino a oggi, mentre numerose piccole guide avevano descritto itinerari sulle ciaspole in singole zone delle Dolomiti, mancava una guida in grado di suggerire il meglio dell’intera, vastissima zona trattata. Quasi sempre, gli autori di guide dedicate a territori così vasti mostrano con il loro lavoro di essere legati prima di tutto a qualche zona. E basta sfogliare “Con le ciaspole sulle Dolomiti” per capire che Marco Corriero e Federica Pellegrino sono legati soprattutto al settore nord-occidentale dei Monti Pallidi, tra la Val Gardena, l’Alpe di Siusi, la Val di Funes e la Val di Fassa. Questo non è un male, però. Solo una conoscenza approfondita del territorio ha consentito agli autori di percorrere e descrivere itinerari a due passi dalle piste di Madonna di Campiglio (godibilissima la salita allo Spinale, sempre affollato di sciatori), Pozza, Vigo di Fassa e Cortina. 

Mostrano interesse per la storia e la tradizione religiosa dei luoghi della camminata tra le malghe intorno al Santuario mariano di Pietralba, in Val d’Ega, che nella foto di pagina 54-55 appare come un vascello che naviga sull’altopiano innevato. E la spettacolare salita all’Ospizio di Santa Croce, in Val Badia, ai piedi della gigantesca parete dolomitica del Gran Muro. Gli itinerari verso il rifugio Locatelli-Innerkofler e il Monte Piana, che richiedono attenzione in qualche tratto a causa di alcuni pendii ripidi, portano al cospetto di straordinari panorami e delle memorie della Grande Guerra, che affiorano anche quando la neve è abbondante.   

E’ stata un po’ meno approfondita, invece, l’esplorazione degli autori nell’angolo sud-orientale dei Monti Pallidi, dove mancano completamente le Dolomiti Friulane (o d’oltre Piave), e non sono quasi presenti il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi e il Primiero. 

La scelta di utilizzare la scala delle difficoltà elaborata dal Club Alpino Svizzero, con sei gradi da WT1 a WT6, può risultare ostica al lettore-escursionista italiano. E’ una scelta che ha senso, però, dato che si tratta della prima classificazione specifica per il pubblico dei ciaspolatori, che merita di essere meglio conosciuta da tutti.

         

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3 Commenti

  1. Oltre ai ramponi, situazione estrema, occorre parlare di situazione opposta..Ovvero inutile calzare le ciaspole su poco strato di neve tanto per esibirsi..bastano scarponi con eventuali ghette.

  2. Ringrazio Stefano Ardito per la recensione della nostra guida “Con le ciaspole sulle Dolomiti”. I 50 itinerari inclusi nel volume – non 45 – coprono escursioni di impegno facile/medio e sono destinati a chi ama camminare sulla neve. Per gli itinerari che potrebbero presentare tratti ghiacciati suggeriamo di volta in volta l’uso di ramponi in sostituzione alle ciaspole.
    Non escludiamo una prossima guida riservata a itinerari difficili e alpinistico che richiedano l’uso di ramponi e piccozza , dei quali parleremo nel dettaglio in quel contesto.
    Per ora, con questa neonata guida sulle ciaspole, limitiamoci a divertitgi camminando e galleggiando sulla neve. Che poi è la funzione di questi strumenti.
    Federica Pellegrino

  3. Purtroppo dopo i vari articoli con consigli per attrezzarsi e procedere su terreno insidioso con tratti ghiacciati anche per escursioni…succede ancora..
    Articolo di oggi 21/1 su giornale Bellunese Corriere delle Alpi ..
    “Tragedia in Cadore: scivola sul ghiaccio e precipita in un canalone, muore a 18 anni ….Con il 18 enne, deceduto dopo essere precipitato per centinaia di metri, è stata recuperata anche la salma del suo cane, morto a sua volta nell’incidente”

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