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Denis Trento: il commosso ricordo dell’amico Marco Camandona

La scomparsa del campione valdostano, caduto venerdì scorso sulla Testa del Paramont, ha suscitato grandissima emozione. Modesto anche dopo le vittorie iridate, meticoloso e determinato

È raro trovare persone che abbiano sia delle incredibili capacità alpinistiche che una grande abilità comunicativa oltre ad un’ironia e un umorismo sopraffino. Denis Trento era una di quelle. Uno che in montagna faceva davvero sul serio, ma sempre con grande leggerezza e arguzia. 

Denis ha iniziato la sua carriera da sportivo sugli sci stretti. Poi nel 2003 l’ho notato e l’ho convinto ad entrare nei ranghi dello sci club Corrado Gex e a fare scialpinismo”, lo ricorda con grande affetto l’alpinista Marco Camandona, suo allenatore agli esordi. “Nel 2004 ha iniziato a fare qualche gara. Era davvero uno testardo, determinato, sapeva il fatto suo. Uno di quelli con la stoffa del campione. All’inizio non sapeva fare le inversioni, così un weekend gli ho dato qualche lezione di tecnica. Il sabato dopo è tornato che faceva delle inversioni perfette! Aveva passato tutta la settimana su e giù sulle piste di La Thuile ad allenarsi. Denis era così, concentrazione e determinazione erano due sue grandi qualità”.

Neppure un anno dopo Denis si laurea campione del mondo under 23 e da lì inizia una brillante carriera. Sale varie volte sul podio sia dei campionati del mondo che delle più importanti gare di skialp come il Trofeo Mezzalama, la Pierra Menta, la Patrouille des Glaciers, il Tour du Rutor e l’Adamello Ski Raid. 

“Per me è stato una delle più grandi soddisfazioni che ho avuto dai tanti atleti che ho allenato”, continua Camandona. “Era uno molto cosciente delle sue capacità e sempre concreto. Metteva sempre molta cura in ciò che faceva”.

Il passaggio dal mondo delle gare a quello della montagna vera e propria è arrivato naturale e anche lì Denis ha sbalordito tutti. La lista delle sue salite in velocità o delle sue prime con gli sci è lunghissima: la traversata delle Jorasses in 9h30, il concatenamento con gli sci dei due couloir mitici del Petit Mont Blanc, la cresta dell’Innominata in velocità, la discesa del couloir Sud Est al Grand Cap. Denis correva leggero su e giù dal Monte Bianco realizzando imprese con un’umiltà e una semplicità disarmanti. 

Lui ci teneva a essere un atleta nel mondo della montagna. Affrontava ogni sfida con serietà e consapevolezza. Ogni volta che partiva per una discesa di sci ripido o un concatenamento in velocità, lo faceva perché era perfettamente sicuro di quel che stava facendo e delle sue capacità”.
Chiusa la parentesi agonistica, Denis diventa allenatore, prima della Nazionale e poi del Centro Sportivo Esercito. “Come allenatore pretendeva moltissimo, era uno tosto ma con una passione enorme”. Meticoloso e attento in ogni cosa, anche quando non era lui il protagonista. “Quest’anno, quando abbiamo deciso di compiere finalmente la tanto sognata tappa del Tour du Rutor che parte da La Thuile e arriva a Valgrisenche, Denis non era d’accordo. Conosceva quei posti come le sue tasche ed era molto titubante all’idea di portare oltre 700 atleti su quel tracciato impegnativo e isolato. Più volte mi ha messo in guardia sulle potenziali insidie della tappa. Il giorno della gara, Denis è partito presto al mattino, prima di tutti, e ha percorso l’intera tappa fino sulla cima del Rutor per controllare che fosse tutto a posto. Era uno che non lasciava nulla al caso…

La tappa, fortunatamente, è stata un successo anche grazie alle condizioni meteo favorevoli. “Dopo la gara Denis mi chiama e mi dice è stata una bellissima tappa, avete fatto una grande cosa bravi! Ecco, ricevere i complimenti di Denis è forse stata la soddisfazione più grande di quella giornata. Non era certo uno dal complimento facile, anzi a volte non te le mandava proprio a dire! 

Denis Trento è stato un pilastro dello scialpinismo e un grande esempio di umiltà e passione. Le sue imprese e il suo modo sagace di raccontarle hanno ispirato tanti alpinisti e non solo. Il profondo rispetto e l’ammirazione che tutto il mondo della montagna provavano nei suoi confronti ora lasciano spazio a un affettuoso ricordo e un forte cordoglio per la sua Fabienne Chanoine e i loro tre bimbi. 

Ciao Denis! 

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