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Al Trento Film Festival vince la montagna vera: protagoniste le persone e difficili scelte di vita

La Genziana d’Oro assegnata a Un pasteur, opera prima del regista francese Louis Hanquet. Il pubblico premia Monte Corno - Pareva che io fussi in aria e Segnali di vita, ambientati sulle montagne italiane di ieri e di oggi

«Il film offre l’ipnotizzante ritratto di un giovane uomo e della sua scelta esistenziale, capace di lasciarci tutti ammirati. Il regista cattura diversi momenti nella vita di Felix, circondato dai suoi animali, siano essi cani o pecore, di cui sa prendersi cura in maniera sensibile e attenta. Nella visione d’insieme che ci offre, Un pasteur ci richiama al rispetto e all’umiltà di fronte a una comunità composta da animali, uomini e natura che coesistono in armonia»: questa la motivazione della Giuria che ha assegnato la Genziana d’Oro del settantaduesimo Trento Film Festival al film del regista francese Louis Hanquet, ambientato tra le Prealpi francesi e la Valle dell’Ubaye dove Felix, il protagonista, trascorre lunghi mesi, lontano da tutto e da tutti in un mondo fatto di rocce, dove si aggira un essere invisibile e temutissimo: il lupo. 

«Ha vinto la montagna vera, antica e al contempo attualissima, la montagna “agra”, fatta di asprezza e isolamento», ha commentato il presidente del Trento Film Festival Mauro Leveghi. «Scelte di vita non facili, un tempo figlie della necessità, ora forse affrontate con maggiore consapevolezza e volontà, ma in qualche modo ancora più difficili da portare a termine, dovendo lottare contro nemici subdoli come le convenzioni sociali e gli stereotipi, potenti come gli effetti dei cambiamenti climatici».

«C’è un filo conduttore che lega le scelte della Giuria, un filo che si snoda nella narrazione psicologica dei protagonisti e nel loro rapporto con i luoghi: non solo fondali di scena, ma motori di percorsi intimi e complessi», ha a sua volta commentato la direttrice della rassegna, Luana Bisesti. «Scelte come sempre originali e non scontate, degna conclusione di un’edizione che ha premiato la capacità del Festival di rinnovarsi, rinvigorendo nella contemporaneità i suoi settantadue anni di storia».

Si è aggiudicata la Genziana d’oro Miglior film di alpinismo, popolazioni e vita di montagnaPremio del Club alpino italiano Le fils du chasseur di Juliette Riccaboni, un film che presenta la commovente vicenda di un giovane svizzero di origini marocchine animato dal desiderio di rientrare in contatto con il padre. In questa sezione una menzione speciale è stata assegnata a Marmolada – Madre Roccia di Matteo Maggi e Cristiana Pecci.

La Genziana d’oro Miglior film di esplorazione o avventuraPremio “Città di Bolzanoè andata invece a The Great White Whale di Michael Dillon che, dice la giuria, «evidenzia anche il valore metaforico di un orizzonte lontano da percorrere collettivamente, facendo tesoro delle esperienze di chi ci ha preceduto nelle stesse sfide. Ci ricorda che non c’è niente di più rischioso del non fare nulla e che quello che rimpiangeremo quando saremo troppo stanchi e vecchi sono le possibilità non colte».

I premi del pubblico

Oltre ai premi ufficiali attribuiti dalla Giuria internazionale il Trento Film Festival assegna ogni anno anche due premi del pubblico. In questo caso il premio Miglior Film di Alpinismo – Rotari è andato a Monte Corno – Pareva che io fussi in aria di Luca Cococcetta che racconta la vicenda di Francesco De Marchi, che il 19 agosto del 1573 scala, con una piccola spedizione, la vetta impervia e rocciosa del Corno Grande, sul Gran Sasso, realizzando un’impresa epica per il suo tempo: raggiungere una vetta per la curiosità di salire su quella che lui riteneva essere la montagna più alta d’Italia. 

Il Premio del pubblico Miglior Lungometraggio – DAO è stato assegnato invece a Segnali di vita di Leandro Picarella. A Lignan, villaggio di poche anime nella Valle di Saint-Barthelemy in Valle D’Aosta, un Osservatorio Astronomico scruta i cieli ogni notte. L’astrofisico Paolo Calcidese si trasferisce nella struttura come unico custode per portare avanti le proprie ricerche scientifiche ma causa di un incidente tecnico sarà costretto a mettere da parte gli astri e la solitudine per dedicarsi ad altre forme di vita finora non considerate: gli esseri umani.

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