K2: polacchi in parete. Denis, Adam e Tomala tornano al base. Botor rientra in Polonia
Tutto è rimasto fermo, o quasi, al campo base del K2, che per giorni è stato spazzato dalla bufera. Oggi finalmente uno spiraglio di sole ed il vento ha iniziato a calare consentendo all’elicottero di volare e riportare Urubko, Bielecki e Piotr, bloccati a Skardu dal 28 gennaio scorso, ai piedi della montagna.
Con loro non c’è Jaroslav Botor, medico della spedizione che ha partecipato all’operazione di soccorso al Nanga Parbat, che ha informato che tornerà in Polonia e a causa di importanti motivi personali.
Malgrado il maltempo, ieri una piccola ricognizione a C1, 5900 metri, ad opera di Marek Chmielarski e Artur Małek per verificare le condizioni delle corde e della tenda. Lì ha trascorso la notte, oggi saliranno a C2 (6300m). Dal campo base in mattinata sono partiti anche Janusz Gołąb, che è l’unico a non avere ancora trascorso una notte in quota, e Maciej Bedrejczuk per raggiungere il primo campo.
Secondo quanto riportato da Chmielarski e Małek, la parete del K2, dopo queste intense nevicate, è in condizioni difficili.
Per i prossimi giorni non sono previste nevicate, in compenso il vento tornerà a soffiare con forza, mantenendosi per tutta settimana tra i 55 ed i 65 km/h a 7000 metri, quota alla quale viene solitamente posizionato campo 3 sulla Cesen.
Il campo base ieri, 1 febbraio 2018:
L’arrivo di Urubko, Bielecki e Piotr al campo base: